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Drago (ex allenatore Kessié): «Meglio alla Juve che al Barcellona. Con Allegri giocherebbe così» – ESCLUSIVA
Massimo Drago, ex allenatore di Franck Kessié ai tempi del Cesena, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24 del centrocampista ivoriano
Calciomercato Juve entrato nel suo momento più caldo. Giuntoli in missione per convincere Franck Kessié ad accettare la destinazione bianconera, così da regalare ad Allegri un nuovo rinforzo a centrocampo. Di lui, in esclusiva per Juventusnews24, ha così parlato il suo ex allenatore Massimo Drago.
Com’era lavorare con il giovane Kessié?
«Quando è venuto da noi era un ragazzo che non aveva quasi mai giocato in sei mesi all’Atalanta. Mi venne presentato come difensore centrale, ma poi ho avuto l’idea di metterlo in mezzo al campo e da lì in poi ha svoltato. Era un ragazzo giovane, ma allo stesso tempo con tanta voglia di apprendere e di emergere a grandi livelli. E poi ha dimostrato di poterci riuscire».
Come le è venuta l’idea di spostarlo a centrocampo?
«Diciamo che da centrale non aveva grande futuro, non avrebbe fatto una grande carriera. Lo osservai giocare in mezzo al campo in allenamento e in lui vidi la capacità di non farsi saltare in fase difensiva, ma anche quella di proporsi sempre in zona palla quando c’era bisogno di attaccare. Venne poi naturale cambiargli ruolo».
Si aspettava già allora che sarebbe arrivato a certi livelli?
«Sicuramente. Vedendolo giocare da centrocampista ne ero sicuro, ribadisco che aveva grande capacità di apprendere ed era uno molto serio. Con gli anni poi ha migliorato la capacità di farsi trovare in area di rigore con continuità, dimostrando grande sicurezza in fase realizzativa e anche un aspetto mentale non indifferente. Quando è arrivato al Milan ne è diventato subito il rigorista e farlo in una squadra del genere vuol dire che non sei uno qualunque».
E’ già al top o può ancora fare di più?
«Diciamo che ha raggiunto la giusta maturità, poi è normale che nel calcio non ci si deve mai sentire arrivati, ma si deve sempre avere voglia di migliorare e lui questa ce l’ha. Si è arricchito anche di un altro modo di vedere lo sport come quello spagnolo, ma diciamo che il calcio italiano gli si addice di più».
Quindi tra l’andare alla Juve e il rimanere al Barcellona gli consiglierebbe la prima strada?
«Diciamo che lui ha dimostrato di più nel calcio italiano, anche perchè forse è sempre stato abituato a giocare lì. E’ un giocatore più da verticalizzazione che da tiki-taka, quindi la Juve sarebbe una scelta giusta per lui e il club farebbe allo stesso tempo un bell’acquisto per il proprio centrocampo».
Dove lo collocherebbe nel centrocampo di Allegri?
«Secondo me il suo ruolo naturale è quello di mezz’ala di destra o di sinistra in un centrocampo a tre, lo stesso con cui sta giocando la Juve di Allegri. Da mediano può faticare, può trovare più difficoltà anche se si può certamente adattare. In un centrocampo a due, invece, può sicuramente prendere il posto di uno dei due mediani. Ma in ogni caso faccio fatica a pensarlo davanti alla difesa, anche perchè se ne limiterebbero le grandi qualità realizzative».
Ci sono aneddoti in particolare che ricorda con piacere su Kessie?
«Non ce ne sono di particolari. Lui era uno taciturno, che si affidava molto ad un suo connazionale che era Kone. Diciamo però che faceva un po’ “il napoletano”, quindi capiva solo quello che voleva, mentre quando non gli conveniva faceva finta di niente (ride nde.)».
Conferma la sua fama di leader silente all’interno dello spogliatoio?
«E’ uno che sa come farsi sentire. Ricordiamoci che quando l’ho avuto non parlava benissimo l’italiano, mentre ora ha maggiore consapevolevazza dell’uso della lingua ed è migliorato anche sotto questo aspetto. Diciamo poi che l’indebolimento del Milan si è visto a centrocampo senza di lui: con Kessie c’era un centrocampo maggiormente fisico e votato all’attacco. Senza di lui i rossoneri hanno sofferto e non poco».
Un altro che conosce bene è Federico Bernardeschi, per il quale si è parlato di un approdo al Napoli. Come lo vedrebbe in azzurro?
«Io penso difficilmente possa andare al Napoli, se ne era parlato già un paio di anni fa e poi non se ne fece nulla. Il modo di pensare di De Laurentiis non è adatto a quello di Federico, nonostante a me piacerebbe rivederlo in Italia. Per come giocava Spalletti era anche perfetto, vista la sua capacità di giocare a piede invertito, ma per i modi di fare del presidente del Napoli penso non se ne farà niente».
Si ringrazia Massimo Drago per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista