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Dybala e l’infortunio avvolto nel mistero: Juve-Tottenham è un miraggio

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Dybala tornerà contro il Tottenham, ma difficilmente lo farà nella gara d’andata del prossimo 13 febbraio: ci sarà, ma soltanto a Wembley. Altro mistero di casa Juve

La Juve, negli ultimi due mesi, ha dovuto fare i conti con un vero e proprio mistero: l’infortunio di Buffon. La società non ha mai realmente chiarito la gravità di un infortunio al polpaccio che sembrava potesse precludere al portiere soltanto la gara di Champions League dello scorso 5 dicembre contro l’Olympiacos. E invece l’entità del problema si è rivelata molto più seria del previsto, con Gigi che rientra a disposizione soltanto stasera, pur partendo dalla panchina nella sfida del Bentegodi contro il Chievo. A questo mistero se ne potrebbe aggiungere un altro, quello cioè legato alle condizioni fisiche di Paulo Dybala. Soltanto pochi giorni fa la Juve, con un comunicato ufficiale, ha stimato in maniera apparentemente chiara i tempi di recupero della Joya: 30-40 giorni, non di più. Giusto in tempo per tornare a disposizione di Massimiliano Allegri per l’andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Tottenham. Ma, stando alle indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni, il recupero dall’infortunio potrebbe richiedere un tempo maggiore a Dybala.

LA VISITA DA POSER – Risale a qualche giorno fa, infatti, la visita di Dybala al dottor Giuliano Poser, vero e proprio guru degli infortuni muscolari, che in passato si è occupato dei guai fisici di Lionel Messi. Non esattamente un giocatore qualunque. Il tagliando da Poser, avvenuto nello studio di Sacile, non avrebbe però dato il responso che Dybala attendeva con ansia. Per il medico servirebbe più tempo per assorbire del tutto la lesione distrattiva ai flessori della coscia destra e per questo motivo, lo staff medico della Juve, intende ascoltare con grande attenzione il parere espresso da Poser. Anche a costo di far tornare Dybala per la gara di ritorno contro il Tottenham, a Wembley, quando Allegri avrà davvero bisogno di tutta la rosa per tenere testa agli Spurs e strappare il pass per i quarti di finale della massima competizione europea.

TESTA AL MONDIALE – Cagliari è stata fatale a Dybala, che ora scalpita per poter tornare in campo nel più breve tempo possibile. Anche se la Joya sa che serve prudenza: in ballo c’è un finale di stagione al cardiopalma con la Juve, ma anche un Mondiale in Russia da vivere da protagonista con la maglia dell’Argentina. E un’eventuale ricaduta potrebbe essergli fatale. Dybala deve avere pazienza, la stessa che sta esaurendo il povero Benedikt Howedes, altro giocatore bianconero avvolto da un alone di mistero. Il difensore tedesco, secondo i tempi stimati dallo staff medico, sarebbe dovuto tornare a disposizione adesso dopo l’infortunio rimediato nell’unica gara disputata contro il Crotone del novembre scorso. E invece l’ex Schalke si ritrova a dover far slittare ancora il rientro: tornerà non prima di marzo, perché la lesione al retto femorale della coscia richiede qualche scrupolo in più del previsto.

GESTIONE RIVEDIBILE – In mezzo ai tanti misteri legati agli infortuni (non ultimo quello di Marchisio, che sarebbe dovuto rientrare con Dybala e che invece è già agli ordini di Allegri) resta una considerazione, un pizzico amara, legata alla gestione dello staff medico della Juve. Soprattutto in questa stagione sono già troppi gli indizi negativi legati ai tempi di recupero. Spesso questi sono brevi, ma poi finiscono per allungarsi. E a protrarsi per davvero troppo tempo. Un problema per Allegri, che Sarri non ha, visto che fatta eccezione per i lungo-degenti Ghoulam e Milik il Napoli non ha mai dovuto fronteggiare delle reali emergenze legate agli infortuni. Motivo in più, per la Juve, per far fronte alle difficoltà, dimostrando di essere più forte della malasorte. E per migliorare alcuni meccanismi, non sempre perfetti, di uno staff medico spesso non particolarmente brillante nelle prognosi.

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