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Conferenza stampa Buffon: «Sabato la mia ultima partita con la Juventus» – VIDEO
In conferenza stampa Gianluigi Buffon annuncia la sua ultima partita con la maglia della Juventus, sabato il saluto dell’Allianz Stadium
In una conferenza stampa, Gianluigi Buffon svela il suo futuro. Dopo mesi di riflessioni, l’estremo difensore della Juventus e della Nazionale comunica la sua scelta.
AGNELLI – Trovare le parole è stato molto difficile. Inizio dai numeri di Buffon: Gigi ha giocato 639 partite in Serie A, 279 volte è stato imbattuto. Per 88 volte ha indossato la fascia di capitano della Nazionale. Ha vinto tantissimo con la Juventus ed campione del Mondo con l’Italia. Ha vinto 26 trofei in 22 anni di carriera. E’ una persona altruista, carismatica, ambiziosa, leale, timida, onesta: è un amico ed è il capitano. E’ stato in paradiso, è sceso all’inferno ed è tornato in paradiso insieme a Del Piero, Nedved, Trezeguet e Camoranesi. Il 2017/2018 è stato un anno lungo e logorante: nella sua testa c’era l’idea di andare in Russia a giocare il sesto Mondiale. Sarebbe stato il primo nella storia del calcio. Si è visto segnare un rigore a Madrid al 97′ che gli ha levato la possibilità di giocarsi la Champions. E’ stato a casa mia più volte in questi mesi: abbiamo programmato il futuro.
PROPOSTE – Gigi al momento ha proposte per continuare fuori dal campo, ma anche per continuare a giocare: io lo appoggerò sempre.
I RINGRAZIAMENTI – Goditi Gigi lo Stadium sabato, così come i tifosi si sono goduti te in questi vent’anni.
BUFFON – Dopo l’introduzione volevo sicuramente ringraziare il presidente che a parte il ruolo istituzionale che ricopre alla Juve, per me è qualcosa in più: abbiamo un rapporto di vicinanza ed amicizia. Ringrazio tutti i presenti , mi fa piacere che ci siate tutti: siete necessari anche voi. Avete un ruolo importante per veicolare determinati messaggi: al netto delle polemiche e delle incomprensioni ringrazio tutto perché è un qualcosa sentito.
IL SUNTO – E’ una giornata particolare per me e ricca di emozioni. Ci arrivo con tanta serenità ed appagamento: questi sentimenti sono figli di un percorso straordinario e bellissimo che ho condiviso con tante persone che mi hanno voluto veramente bene. Ho lottato e sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus: finirà sabato la mia avventura, con altre due vittorie così importanti. Finire l’avventura con la vicinanza di tutto il popolo juventino è la cosa più bella. La mia paura era arrivare alla fine da “sopportato”: posso dire che non è così e sono veramente orgoglioso di aver potuto esprimere prestazioni all’altezza fino a 40 anni. Questa è la mia più grande gratificazione, per questo arrivo a questo saluto in maniera serena e felice: non è facile per uno sportivo arrivare a quest’età in maniera così performante.
RINGRAZIAMENTI ALLA JUVE – Nel 2001 hanno preso un talento straordinario: se questo si è tramutato in campione è perché la Juve ha fatto sì che ciò accadesse. Mi ha fatto fare un ulteriore step sotto tutti i punti di vista. Sono convinto che se a 40 anni sono ancora qua è solo merito della Juve, della sua mentalità che è totalmente diversa rispetto a tutti gli altri club: questa filosofia l’ho fatta mia e la userò anche in futuro. Ringrazierò per sempre la Juventus, al di là dei trofei che mi ha fatto vincere, ma per tutte le cose anche umane che mi ha insegnato.
IL FUTURO – Sabato giocherò una partita e questa è l’unica cosa certa che so di fare. Con Andrea il presidente c’è un dialogo continuo ed è a conoscenza di tutto ciò che sta accadendo intorno a me. Fino a quindici giorni fa era risaputo che avrei smesso di giocare: ora sono arrivate delle proposte stimolante sia in campo che fuori dal campo. La più importante fuori dal campo me l’ha fatta proprio il presidente: credo che nei prossimi tre giorni deciderò e la prossima settimana annuncerò la scelta definitiva. Seguirò ciò che mi consiglia la mia indole e la mia natura.
ANNATA – E’ stata una stagione veramente snervante dal punto di vista emotivo. E’ cominciata troppo presto perché già da novembre io insieme a Giorgio ed altri ragazzi ci siamo fatti carico di un peso enorme, ovvero il fallimento del Mondiale. E’ stata una stagione con alcuni bassi clamorosi e con picchi straordinari: questo ha fatto sì che a volte anche la razionalità venisse meno. E’ normale che dopo Juve-Napoli qualche perplessità in chiave scudetto c’era: dovevamo capire se quella sconfitta ci avrebbe disciolti e disuniti. Per l’ennesima volta invece abbiamo dato una risposta incredibile.
PERCHE’ NON UN ALTRO ANNO? – La prossima settimana ci sarà la decisione definitiva. Ma non cambierà il mio umore in ogni caso. Fino a quindici giorni fa ero un ex giocatore e l’avevo accettato con serenità: per me l’importante era non macchiare questa mia vita con la Juventus e deludere le aspettative di tutto il popolo bianconero. Io sono convinto che la Juve essendo una società seria debba programmare il futuro ed io sono il primo che lo capisce, per questo ho capito che fosse giusto prendere questa scelta: la Juve non scordiamoci che ha un portiere di un valore eccelso come Szczesny che ha 13 anni in meno di me.
LA JUVE PIU’ GRANDE DI SEMPRE? – Non lo so, non vorrei mancare di rispetto a nessuna. Probabilmente è la Juve più solida, testarda e continua: lo dicono questi anni di successi ininterrotti.
PROPOSTE IN ITALIA – Non se ne parla proprio di continuare in Italia.
ORGOGLIO – La svolta è stata nel 2010 quando sono stato operato alla schiena: tutti pensavano che Buffon avesse finito la sua grande carriera. In quel momento ho trovato la forza per continuare a questi livelli e ho voluto che la mia grande carriera diventi unica: questo tipo di sfida ha fatto sì che adesso a distanza di otto anni siamo qua con tanti trofei in più vinti grazie anche ai miei compagni e con tanta soddisfazione in più. All’epoca era impensabile anche per me, ma sono una persona che si nutre di ambizioni e sogni.
SENTIMENTO PREVALENTE – Sono molto gratificato perché sento la vicinanza da parte di tutti. Per il futuro non ho paura, se non quella giusta e moderata che capita a tutti quando si prospetta un cambio di vita ed abitudini. Io però vivo di questo anche per levarmi in alcune zone di confort ed andarmi ad avventurare in alcuni lidi che non conosco: io sono sempre stato stimolato dalle sfide.
PROPOSTA DI AGNELLI – Abbiamo ragionato di quello che può essere il suo percorso fuori dal campo. Abbiamo prospettato un anno di seria formazione per avere consapevolezza di come si gestisce un club a 360° : dopo di che proveremo a capire qual è il ruolo più adeguato che Gigi potrò seguire.
RUOLO DI BUFFON FUORI CAMPO – Un periodo di formazione di ciò che significa stare all’esterno del prato verde significa vagliare quelle che possono essere gli interessi predominanti e quindi il tipo di indirizzo specifico da prendere.
FUTURO IN NAZIONALE? – Io ho detto che se Buffon era diventato un problema tre mesi fa, non oso pensare cosa possa diventare più in là nel tempo. Voglio tenermi lontano da questa cosa perché non penso di meritarmelo: oltretutto la Nazionale ha dei grandi giovani portieri che possono prendere il mio posto.
OFFERTE DEI CLUB – Valuterò l’importanza che potrei avere in determinati progetti e gli stimoli che potrei avere. Il tutto lo tarerò in base al mio stato di forma fisica: non mi farò trascinare dall’impeto e dall’esaltazione del momento. Sicuramente non sono uno che pensa che andare a finire la carriera di terza o quarta fascia perché sono un animale da competizione: in quel contesto non potrei vivere e non mi sentirei a mio agio.
ABBINAMENTO A FIFA E FIGC – E’ un qualcosa che mi inorgoglisce per il tipo di carattere che ho. Non voglio mai dare delusioni a chi ha fiducia in me: il giorno in cui sarò certo di intraprendere un altro ruolo lo farò soltanto quando capirò di averne le competenze.
SQUALIFICA POST MADRID – Penso che sia anche giusto che si facciano queste valutazioni, non tanto per il comportamento in campo: ancora oggi non ho capito perché l’arbitro mi abbia espulso. Per quanto riguarda le esternazioni post-partita, è evidente che abbia trasceso: di questo sono enormemente dispiaciuto, anche perché in 23 anni di Champions League non sono mai stato squalificato. Era una situazione particolare: il Buffon di quella sera con l’animo dilaniato non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni è chiaro che mi è dispiaciuto aver offeso l’arbitro perché è un essere umano che fa cose difficili: se l’avessi visto due giorni dopo l’avrei abbracciato chiedendogli scusa ma sottolineandogli comunque l’errore di gioco. Non porto però rancore.
FUTURO – Che la Juve per me rappresenti una famiglia è sotto gli occhi di tutti: che io sia onorato di essere percepito come uno della famiglia penso che Andrea Agnelli me l’abbia fatto sentire con grande forza. Bisogna anche dire che la Juve è una società che programma il futuro in maniera vincente. Se un giorno dovessi essere considerato un elemento sul quale fare affidamento è chiaro che per me la Juve ha la precedenza su tutto: ma non dev’essere un’imposizione o qualcosa che devo sentire di diritto.
FUTURO LONTANO DAL CALCIO – E’ stata un’annata faticosa anche tra febbraio e marzo: l’elaborazione del lutto di smettere di giocare è un qualcosa che ti appesantisce e ti tocca dentro. Da aprile però sono tornato ad essere fiducioso e felice e tutto questo è grazie a tutte le componenti della Juve. Tra febbraio e marzo però ho pensato anche col presidente che sei mesi sabbatici non mi farebbero male per poter ripristinare una situazione sentimentale normale.
FUTURO IN PREMIER – Ho ricevuto qualche proposta molto interessante sia per il campo che per il fuori campo: la prossima settimana, a bocce fermo, deciderò quello che secondo me sarà il meglio per me. Ora fare toto squadre non ha senso: se decidessi di continuare lo farei perché ho l’ambizione di lottare per grandi traguardi. E’ l’unico modo attraverso cui concepisco lo sport.
EREDITA’ PIU’ GRANDE A SZCZESNY – “Tek” è un ragazzo molto intelligente e l’ho capito sin dal primo giorno ma non ha appreso solo da me: ha avuto altri maestri di calcio.
GIORNATA DI SABATO – La voglio vivere normalmente come sono abituato a vivere io i grandi eventi. Io non chiedo niente se non quello che mi è già stato dato, ovvero il rispetto, la stima e l’affetto. Sono stato sempre percepito come uno da Juve: io per le celebrazioni non sono un soggetto adatto. Già da bimbo non amavo fare le feste di compleanno perché non volevo sentirmi al centro dell’attenzione. Tutto quello che c’è stato e che ci sarà fino a sabato rimarrà il ricordo più bello.
UN ALTRO ANNO ALLA JUVE DA VICE – Con Andrea abbiamo veramente parlato di ogni cosa in questi sei mesi. Per un giocatore come me che si è sempre professato juventino ed ha sempre sottoscritto con forza il modo di pensare e di programmare della Juve è cosa buona ed intelligente è stato capire quando tirarsi indietro. La Juve ha un portiere che vale quanto me e che ha 13 anni in meno: mi sento una persona fortunata di avere avuto questo tipo di fine carriera alla Juventus.
SABATO SI CHIUDE UN CICLO? – Sarebbe molto grave. La Juve prima di me ha avuto dei campioni in porta. Non posso avere la minima presunzione che la Juve chiuda un ciclo senza di me sarei da rinchiudere: l’unica cosa imprescindibile della Juve è la famiglia che la guida da 95 anni. Io sono stato una piccola parte di questa storia: la società non si farà trovare impreparata al mio addio, ma continuerà a vincere anche senza di me.
PAROLE A CHIELLINI – A Giorgio non posso dare consigli: abbiamo vissuto in simbiosi per 13 anni. Sappiamo perfettamente ed abbiamo sviluppato la modalità con cui si arriva ai risultati. Giorgio incarna alla perfezione ciò che deve essere il capitano della Juve. Gli faccio un in bocca al lupo speciale con grosso affetto. Tra i record che ho raggiunto c’è anche l’imbattibilità: gran parte di quel record lo devo ai miei compagni e soprattutto a Giorgio che è sempre stato un punto di riferimento per me che vedevo la squadra da dietro.
NAZIONALE – Il 4 giugno non giocherò contro l’Olanda. Il meglio della Nazionale l’ho ricevuto mentre stavo giocando: non ho bisogno di altri attestati d’affetto e celebrazioni varie.
CASILLAS – Non l’ho sentito però ci tengo a sottolineare che è una situazione un po’ diversa. Qui ho delle persone che emotivamente mi stanno vicine: Iker con il Real non so in quale modo si siano lasciate.
CHIUSURA DI AGNELLI – Gigi è una bandiera e passa il testimone ad un’altra bandiera della Juve come Chiellini che è qua da 13 anni. Buffon ha percorso il 20% della storia della Juventus e circa il 30% dei trofei ha il suo nome. Merita un grandissimo applauso.