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Inzaghi a sorpresa: «Così perdemmo la finale di Champions nel 1998»

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Filippo Inzaghi, ex attaccante della Juve, ha ricordato la finale di Champions League persa nel 1998 contro il Real Madrid

Ai microfoni di Uefa.com, Filippo Inzaghi ha parlato delle finali di Champions League giocate nella sua carriera tra le fila di Juve e Milan.

JUVE REAL MADRID 1998 – «Arrivammo a quella finale che non stavamo bene noi tre davanti. Penso che sia stato quello. Mi pare che Del Piero si sia infortunato a inizio gara e abbia giocato “mezzo stirato”, io avevo la pubalgia e non riuscivo a camminare. Inoltre, mi ero rotto il labbro contro il Monaco in semifinale, quindi sono rimasto fuori per 20 giorni, anche se poi avevo fatto tripletta il giorno dello scudetto. Arrivai a quella partita non al massimo, proprio come Zidane. Poi è una finale e come si sa ci sono migliaia di insidie».

JUVE MILAN 2003 – «Sinceramente, io alla Juventus sono stato bene, sono stato amato, poi il club ha fatto le sue scelte e così ho fatto io. Sono grato alla Juve perché sono stato bene e non avevo motivi di rivalsa. I vincitori avrebbero scritto la storia, mentre chi avrebbe perso… Sono cose a cui pensi prima della partita, ma sono stato molto contento perché è stata la prima Champions League che ho vinto, insieme Ancelotti, ma anche la mia prima Champions League in generale. Avevo già perso una finale, sapevo cosa voleva dire. Ero felice, indipendentemente dall’avversario».

PARATA BUFFON – «Quella fu probabilmente la parata del secolo per Buffon. In quel momento, era la mia bestia nera. Era sicuramente il portiere più forte del mondo, e lì, ha fatto una parata indescrivibile. Ancora in questi giorni l’ho mostrata anche al mio preparatore dei portieri e gli ho chiesto: “Come ha fatto? Stava camminando verso il lato opposto!”. Ma lui è stato incredibile, si è fermato lì. Solo i grandi campioni si fermano in quel momento, mentre colpivo la palla di testa. E ha avuto la forza di ripartire e fare quella parata. L’importante, però, è che la Coppa l’abbiamo portata a casa anche se non ho segnato».

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