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Finalmente Matuidi: con lui virata verso il 4-3-3?
Matuidi alla Juventus non rappresenta soltanto una soluzione in più per la mediana bianconera. Ma anche l’opportunità per Allegri di virare dal 4-2-3-1 al 4-3-3
Una dichiarazione d’intenti, più che un semplice acquisto. Questo il sapore del passaggio di Matuidi dal Psg alla Juventus per 20 milioni più bonus. Per l’indiscusso valore del centrocampista francese, certo. Ma anche e soprattutto per le evoluzioni tattiche che il suo approdo a Torino potrebbe comportare. Il suo profilo, infatti, non è esattamente quello del mediano di presenza e fisico che al meglio potrebbe “sostenere” l’impiego di Pjanic nell’ormai assodato 4-2-3-1 di mister Allegri. Per quella mansione sarebbe stato più funzionale Matic, o in alternativa N’Zonzi. Obiettivi di mercato cui Marotta e Paratici non sono riusciti ad arrivare, o che forse non hanno desiderato davvero fino in fondo. Per via di una nuova soluzione tattica germogliata nella testa del tecnico bianconero durante l’estate. E forse resa fin d’ora necessaria dalle difficoltà evidenziate dalla mediana bianconera in Supercoppa contro la Lazio.
Nonostante lo straordinario cammino europeo che ha portato la Juve fino alla finale di Champions League, infatti, il 4-2-3-1 approntato nella seconda parte della scorsa stagione dall’allenatore toscano è molto ambizioso da sostenere. Con un elemento “leggero” come il bosniaco in mezzo al campo, con esterni d’attacco non sempre in grado di aiutare incondizionatamente la fase difensiva, con una retroguardia oggi meno solida rispetto agli inarrivabili fasti della BBC dei tempi d’oro. Ecco, di conseguenza, maturare la suggestione tattica: affiancare all’ormai consueto 4-2-3-1 anche la fresca idea del 4-3-3. Per dare maggiore sostanza al centrocampo, in difficoltà come non mai ed in costante inferiorità numerica nella sfida dell’Olimpico costata domenica sera la seconda Supercoppa di fila. Matuidi in questo senso potrebbe rappresentare, al pari di Khedira e Marchisio, il prototipo ideale di interno di centrocampo, per “proteggere” a quel punto più facilmente l’estro di Pjanic nel dare il via alla manovra bianconera. Il vero tasto dolente oggi di questa squadra, orfana non soltanto più di Pirlo ma anche di Bonucci.