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Foschi: «Paratici voleva Dybala a tutti i costi, ora rinnoverà»
Rino Foschi ha parlato della grande volontà di Fabio Paratici nel volera acquistare Paulo Dybala a tutti i costi
Rino Foschi ha parlato ai microfoni di TMW della ripresa del campionato e degli aneddoti relativi all’arrivo di Paulo Dybala alla Juve.
RIPRESA – «Giusto pensare a riaprire. Ma non nell’immediato. Bisogna ricominciare in sicurezza, senza rischiare nulla. Le fabbriche tornano a lavorare perché c’è una necessità industriale. La gente muore di fame, i calciatori no. Quelli che vogliono la ripresa sono i presidenti che altrimenti perdono i diritti televisivi. Qualcuno ha preso anche una parte futura. Ma così si mette in secondo piano la salute, non va bene. E non si può neanche pensare di far giocare le squadre del Nord al Sud perché si rischia di contagiare il territorio meridionale dove l’epidemia è contenuta. Immaginate con gente che viaggia da Nord a Sud ogni settimana cosa potrebbe succedere. E poi riprendere senza pubblico significherebbe giocare solo per i soldi e non per il calcio: non mi piace. Sarebbe più opportuno, a mio avviso, riprendere quando si calmeranno le acque».
DYBALA-JUVE – «In quel momento non ero il direttore sportivo del Palermo. Zamparini era da solo e mi ha chiesto aiuto, aveva avuto qualche approccio con il Milan e il Napoli. Ma mi ero messo in testa di darlo alla Juve, Paratici lo voleva a tutti i costi. Non lo ha mai mollato, voleva portarlo a casa. Un giorno mi hanno chiamato, sono andati a Vergiate da Zamparini e hanno chiuso la trattativa tenendomi al corrente. C’erano di mezzo Jorginho e soldi in un’operazione con il Napoli. Ma ho sempre tenuto botta grazie anche all’insistenza di Paratici. E poi Marotta è un amico di vecchia data».
SCONTO MACCHINA – «Era uscita la Jeep nuova, cosi un giorno parlando del più e del meno ho detto a Marotta che mi sarebbe piaciuto comprarla. C’era l’idea di farmela comprare con uno sconto ma non ci siamo riusciti (sorride, ndr). Poi l’auto l’ho comprata a Cesena a prezzo pieno. Con Marotta abbiamo un grande rapporto da tantissimo tempo».
RINNOVO DYBALA – «Rinnoverà. L’anno scorso ha patito un po’ la presenza di Cristiano Ronaldo; poi è tornato ai suoi livelli ed è entrato nei meccanismi di Sarri. La Juve lo accontenterà, sa di avere qualcosa di importante tra le mani».
ZAMPARINI – «Quando ho venduto Amauri alla Juventus trattavo con Alessio Secco. Un giorno giocavamo a Napoli, ero in hotel con la squadra e arrivò il Presidente con la copia di TuttoSport secondo cui Amauri sarebbe andato alla Juventus. Mi tirò il giornale addosso, dicendomi che non avrei mai venduto Amauri ai bianconeri. Sono andato a fare la valigia… poi mi ha richiamato. Ho telefonato a Secco davanti a lui e li ho messi in contatto. Stavo dicendo la verità. Poi siamo andati avanti, io avevo voglia di chiudere. Qualcuno anche all’interno del Palermo sghignazzava e non ci credeva. Poi un giorno non ho detto niente a nessuno e con il solo segretario Felicori sono andato a Torino per andare a chiudere. In sede alla Juve c’erano i procuratori di Nocerino e Lanzafame che erano stati individuati come contropartite per chiudere l’operazione. Andando avanti nei discorsi si parlò dei contratti di Nocerino e Lanzafame e a quest’ultimo non volevo pagare l’ingaggio di 500.000 euro. I dirigenti della Juve erano tanti, io con me avevo soltanto il segretario. Dissi che non avrei pagato quell’ingaggio a Lanzafame. Tutti cercarono di controbattere, io andai via tra lo stupore dei presenti. Poi passata la rabbia sono tornato e ci siamo messi d’accordo e a Lanzafame diedi circa 300.000 euro. Blanc e Cobolli Gigli in quella circostanza dissero che ero stato bravo, ma che nelle trattative non ho lo stile Juve».