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Francesco Oppini: «Con Soulè spero di non rivivere una cosa in stile Henry. Chiesa lo terrei tutta la via. Se andasse all’Inter? Non voglio…» ESCLUSIVA 

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Francesco Oppini ha parlato in esclusiva ai microfoni di JuventusNews24, toccando i temi più caldi di casa Juventus 

La Juventus, in queste settimane, si divide tra il lavoro in campo per preparare la nuova stagione e il mercato, del quale si sta occupando Cristiano Giuntoli. Francesco Oppini, opinionista calcistico, personaggio televisivo e soprattutto noto tifoso bianconero, ha parlato in esclusiva ai microfoni di JuventusNews24 di tutti i temi più caldi che riguardano proprio la Vecchia Signora.

Cosa pensi della richiesta di 60 milioni dell’Atalanta per Koopmeiners? Faresti follie per l’olandese o cercheresti un’alternativa a cifre minori?

«Koopmeiners ha dimostrato il suo valore. La richiesta dell’Atalanta è importante, però il mercato è fatto di domanda e offerta. Quindi la Juve fa bene a cercare di abbassare la cifra, e sono convinto che si possa chiudere anche magari a qualcosina di meno. Sono dinamiche di mercato queste, anche perché, se l’Atalanta ha bisogno di liquidità per comprare altro, allora magari qualcosa mollerà; contrariamente, no.

Essendo un club sano e che non ha bisogno di vendere, se devono ricomprare può essere trovata una via di mezzo, una soluzione insomma, un po’ come per Soulè».

Soulè è ufficialmente un giocatore della Roma. Credi che la Juventus lo rimpiangerà?

«A me dispiace averlo ceduto, perché è un ragazzo serissimo, un grande professionista. Io l’ho anche conosciuto, è una persona di cuore, un ragazzo molto a modo, però servivano dei sacrifici in questo momento per comprare altro. Non c’era una soluzione differente. E quindi questo, purtroppo, potrebbe in futuro pesarci molto. Io mi auguro di non rivivere cose stile Thierry Henry».

Capitolo Chiesa: gli daresti una seconda chance oppure ritieni che il suo percorso alla Juventus sia terminato? E se dovesse andare via a parametro zero, pensi che potrebbe andare all’Inter? Eventualmente, tu come la prenderesti nel vederlo in nerazzurro?

«Chiesa, io lo terrei a vita, nella speranza che torni quello che è stato fino a due anni fa, prima dell’infortunio, perché da lì in poi non si è mai più rivisto quel Chiesa che nello stretto, nei primi metri di scatto col pallone ai piedi, va via a tutti in ogni modo.

Quindi, se Chiesa torna ad essere il giocatore della nazionale e della Juventus dei primi anni, assolutamente sì. Il problema è che, se non accetta il rinnovo del contratto, la Juventus è ovviamente obbligata a cederlo adesso piuttosto che perderlo a zero l’anno prossimo.

Anche se io per lui farei un tentativo, rischiando di tenerlo comunque questa stagione, sperando che le cose possano andare meglio magari durante l’anno e convincerlo poi a ritrattare sul contratto durante la stagione stessa. Quello che però mi fa pensare su tutto questo è che Ramadani, il suo procuratore, è a Londra da qualche settimana, probabilmente per cercare qualche squadra di Premier League, perché lui, da quel che so, vuole giocare la Champions League.

Ripeto, la Juve gli ha offerto l’opportunità di rinnovare il contratto alle stesse cifre per un altro anno, facendo un contratto ponte. Se loro non rinnovano, la soluzione purtroppo più naturale, anche per le casse del club, sarebbe quella di cederlo adesso piuttosto che perderlo a zero tra qualche mese. Ma se la domanda è: “te lo terresti?” Certo. All’Inter? Non voglio neanche pensarci».

Thiago Motta è l’uomo giusto per ripartire e aprire un ciclo? Se fossi stato un dirigente della Juve, avresti scelto lui o avresti puntato su un altro tecnico?

«Thiago Motta è intanto un grandissimo uomo di calcio, un ex giocatore che ha vinto tutto con delle maglie pesanti come quelle del Barcellona e dell’Inter, ha giocato anche in nazionale. Gigi Buffon, in alcune interviste, lo riteneva il giocatore più intelligente che avesse mai incontrato in vita sua.

E questo lo si è visto anche in alcune situazioni da allenatore, soprattutto a Bologna, dove ha fatto non bene, ma benissimo. Adesso si trova in una situazione completamente diversa, perché lui per primo, da grande ex giocatore, sa cosa cambia e qual è l’aspettativa differente tra lo star seduto sulla panchina del Bologna e stare seduto sulla panchina della Juventus.

Alla Juve non puoi fallire. Arrivare secondi è un fallimento, lo è sempre stato nella nostra storia. Siamo il club con quasi quattro stelle, con tutti i trofei possibili esistenti al mondo in bacheca, l’unica squadra italiana, e questa squadra prima o poi dovrà risorgere. Si sta facendo un mercato interessante, non ancora finito, spero, e mi auguro che Thiago Motta possa essere, diciamo, l’alba di un nuovo giorno, ma soprattutto dal punto di vista tattico.

Tanti si sono lamentati in questi anni del non gioco; io sono sempre stato uno juventino convinto di voler solo vincere e non divertirmi. Però è giusto che ognuno abbia la propria opinione, soprattutto in un paese democratico. E dato che siamo in un paese democratico, se fossi stato io il presidente della Juventus, io, il direttore sportivo della Juventus, avrei fatto di tutto per riportare Antonio Conte a Torino. Io, però».

La Juve sul mercato è ancora un cantiere aperto. Sei preoccupato in vista dell’esordio in campionato e quale credi sia la priorità in questo momento?

«Il mercato è un cantiere aperto per tutte le squadre, tranne per l’Inter, che è l’unica squadra che non ha perso ancora nessun giocatore e si è addirittura rinforzata con dei giocatori che giocherebbero titolari in tutte le altre squadre di Serie A come Taremi e Zielinski, oltre al portiere Martinez che, però, vabbè, lui non è uno da scoprire, ma ovviamente non è un titolare fisso, anche perché c’è ancora Sommer in porta.

Io sinceramente, quando ci sono così tanti cambiamenti, allenatore nuovo, giocatori inseriti, eccetera, credo poco e raramente in un ciclo vincente da subito. Perché il calcio va anche messo un po’ assieme, lo racconta la storia degli ultimi anni, tranne con Conte. Ed è per quello che io avrei preso Conte, perché Conte è uno che ti dà un risultato quasi nell’immediatezza, soprattutto quando arrivi da stagioni difficili. Detto ciò: forza Juve, forza Thiago Motta, speriamo di fare il meglio possibile».

A fine stagione saresti felice se la Juve…

«Sarei contento se vincessimo il campionato, perché Coppa Italia o Supercoppa Italiana per la Vecchia Signora non sono altro che un palliativo».

Si ringrazia Francesco Oppini per la gentilezza e la disponibilità

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