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Francesco Repice: «La Juve ti dà l’impressione che tutto sia possibile» – ESCLUSIVA
Francesco Repice, giornalista e nota voce del calcio italiano, parla in esclusiva a Juventusnews24. Le parole del radiocronista
Il giornalista e radiocronista Francesco Repice, voce del calcio italiano, parla in esclusiva a JuventusNews24 nel corso della diretta Instagram #BEVIAMOCISU.
SITUAZIONE – «Nel ’69 siamo andati sulla Luna, mandiamo navicelle su Marte, ma non troviamo un vaccino. Abbiamo speso male le nostre risorse… Obiettivamente non si capisce bene cosa deve succedere. Anche in altri Paesi avrebbero voluto ripartire, c’erano grandi proclami e grandi annunci ma non succede niente. Chi si prende la responsabilità di far ripartire una roba simile, anche se a porte chiuse? Juventus-Inter, attesa in tutto il mondo, derby d’Italia… Mi manca lo stadio, i cori, le curve, l’attesa della partita. La crisi d’astinenza è tale che basta che il pallone torni a rotolare su un prato verde, ma a lungo andare vorremo vedere altre cose, il pubblico, i cori, le coreografie. Voglio sentire il boato, ho bisogno dei fischi, gli inni, le squadre che entrano in campo, il pubblico che impazzisce».
JUVE – «La Lazio avrebbe avuto buone possibilità di vincere lo scudetto, è una squadra che campava di entusiasmo, stava giocando bene. Le cose le ho viste da Lazio e Atalanta. Dalla Juve mi aspettavo quello che è successo perché non è facile cambiare totalmente dopo 5 anni. La Juventus ha talmente tanti campioni che la partita le vince uguali. Credo che la Lazio avrebbe vinto il campionato, sono quelle stagioni in cui tutto ti gira bene. Avrebbe sfruttato l’onda positiva. Io sono un allegriano convinto. Io sono tifoso malato della Roma, non sono simpatizzante, sono proprio della Roma: per me si gioca a calcio per vincere le partite. Il resto interessa poco. Sono impazzito per certe cose ma per me si scende in campo per vincere le partite. Quelli che dicono che la vittoria deve arrivare attraverso il gioco, dicono un’ovvietà assoluta. La Juventus di Platini, quindi quella di Trapattoni, non emozionava».
DA ALLEGRI A SARRI – «Non giudico Sarri. Penso che sia un ottimo allenatore ma bisogna vedere che cosa si vuole. Tutte le scelte sono giuste ma deve arrivare il risultato. Se la Juve quest’anno non avesse vinto il campionato e fosse uscita dalla Champions, che casino sarebbe successo? A parte un anno che ha iniziato male, non è più successo».
RADIOCRONACA – «A me emoziona lo stadio, le imprese della partita. Non posso negare che se vedo Pirlo, Vidal, Ronaldo mi emoziono. Mi piace vedere una squadra che va al Bernabeu, al Wanda e gioca quel calcio lì. Mi esalta. Una squadra che perde con il Napoli e a 10 minuti dalla fine vince a San Siro contro l’Inter: come fai a non esaltarti? Quello è il pallone. A me piace quella roba lì».
LA JUVENTUS NON MUORE LETTERALMENTE MAI – «In determinati momenti lo dico perché è una squadra che ti dà l’impressione che tutto è possibile, che fino a quando il pallone rotola ci devi credere. Per me quello è spettacolo. Sul neutro di Parma, contro il Cagliari, Vidal che fa pressing su quello che cerca di impostare… Per me quella roba lì è estetica. Ecco cosa significa “Non muore letteralmente mai”. Sta perdendo a Milano contro l’Inter, la ribalta e la vince. Perché ha l’idea che fino a quando si gioca, si gioca per vincere».
RADIOCRONACA PIU’ EMOZIONANTE – «La finale di Champions del 2011 a Wembley tra Barcellona e United. Erano tutti pronti a piangere Abidal, ma lui era in campo al posto di Puyol. Quando Guardiola leva fuori Pedro e mette Puyol, Abidal si avvicina per dargli la fascia. Puyol gli dice: “Stasera la tieni tu”. E quando alzano la coppa la fa alzare a lui».
STADIO PIU’ EMOZIONANTE – «Ho la fortuna di avere una moglie che ha la casa a Buenos Aires, dico la Bombonera. C’è la sensazione che quella sia la roba più importante che sta accadendo al mondo. Ho visto un Clasico col River: 3 ore prima della partita, 2 ore durante e 3 ore, 50.000 persone che cantano contro il River. Hai la sensazione che non ci sia nulla di più importante».
TEVEZ – «Tevez rompe le porte come faceva Batistuta. Quando aveva la palla sul destro, faceva la finta e rompeva la porta. Quando a Batistuta davi la palla, portieri si spostavano perché dicevano “Questo mi fa male”. Adesso arrivano lì davanti col piattino a giro e io divento pazzo. Adoro Tevez, ha il 10, è argentino… Quando guardi in faccia lui e Ribery pensi che c’è poco da scherzare. Il difensore si dimena. Quando c’è la grande punta, una “zampata” gliela dai subito. Il grande attaccante ha personalità per dire: “Forse non ci siamo capiti”. Tevez è uno che dell’ambiente interessa poco».
ADANI – «Penso che abbia una cultura calcistica incredibile. Quando Kean andava lì sotto e beccava gli ululati, era perché è nero. Lui ha avuto il coraggio di schierarsi e anche io l’ho fatto. Io l’ho detto in diretta: “Chiamiamoli con il loro nome, sono razzisti”. Se non sanno quello che fanno è solo peggio. Apprezzo tante conclusioni tattiche di Adani, ha una lettura da calciatori. Ma sulla diatriba sto con Massimiliano. Adani è tifoso del River».
TELECRONISTI – «Si usa fare troppa radiocronaca in tv. Trevisani è molto bravo ma fa una radiocronaca. Io ho il dovere di raccontare dov’è il pallone, quello è un lavoro che devo fare io. Mi piacciono Riccardo Gentile e Paolo Ciarravano».
CALCIATORE PREFERITO – «Uno è rotto, sta nella mia squadra e quando lo vedo giocare ho l’impressione che si tratti di qualcosa di diverso: è Zaniolo. È una roba diversa. Un altro è la mezz’ala del Napoli, lo spagnolo».
GOL EMOZIONANTI – «Pareggio di Dzeko col Chelsea, mi stavo per buttare di sotto. Stavo al delirio totale. Se ti dovessi dire il brivido che ho provato, ti direi il gol di Totti col City su Hart. Brividi li ho provati anche a Monaco di Baviera con Morata. Hai la sensazione che sta per accadere qualcosa di pazzesco. Nel 2001 c’era un posticipo tra Parma e Juve e io facevo il bordocampista. Arriva una palla, Zidane stoppa il pallone, fa una finta, manda Inzaghi davanti alla porta… E Inzaghi sbaglia. Lì ho avuto delle sensazioni micidiali. Quando vedo quelle cose lì… Una volta con la Fiorentina Totti prende il pallone, stop di petto, rovesciata volante e mette Mancini davanti la porta. Rimani così. Quelle giocate lì mi mandano in estasi».
HIGUAIN – «Di Higuain non farei mai a meno, è uno di quei centravanti di cui ti liberi difficilmente e ci pensi un milione di volte. Non posso dimenticarmi che lui e Dybala fossero entrambi sul mercato e alla fine hanno fatto la fortuna della Juve rimanendo. Magari pensa: “Rimango in Argentina, sto a casa mia con la mia famiglia”. Tutto comprensibile».
BUFFON – «Patisco a vederlo in panchina. Per me è ancora il più forte di tutti. Nel 2006 in Germania stavo con i calciatori dalla mattina alla sera. Quei ragazzi lì mi hanno fatto vivere una cosa talmente bella e grande».
ROSSO A BUFFON A MADRID – «Mancano 10 secondi, tu hai il dovere di mandare quella partita ai supplementari. Non la devi neanche far arrivare in area di rigore quella palla ma non ti puoi permettere di tirar fuori Gigi. È l’ultima partita con la maglia della Juve, in Champions, il portiere più forte di tutti i tempi… Tu non devi permetterti di tirare fuori Gigi. L’arbitro deve essere all’altezza, era stato mandato in gita a Madrid. Non ti puoi permettere di cacciare Buffon. Mi fa piacere che abbia avuto gli attributi».
JUVE IN CHAMPIONS – «Dopo questo manicomio si rimescola tutto. Si rischia che si riparta tutti dal medesimo livello e può succedere veramente di tutto. La Juve a Cardiff non la davo per favorita. Se tu sbagli la partita di Berlino per andare in pressione e provi l’anticipo di testa come fece Pogba e ti lasci dietro 30 metri in cui Messi fa, quell’errore lì lo paghi caro. Lichsteiner-Neymar finisce male, muori. Secondo me, quando tu tieni sempre lo stesso allenatore per quattro anni, giochi sempre alla stessa maniera e cambi pochi giocatori, i risultati si vedono. La Juventus ha fatto quasi una rivoluzione e questo potrebbe non portarti a vincere la Champions. Dal prossimo anno vediamo. Se non ci fosse stata quella roba di Madrid, la Juve vince la Champions».