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Gabriele Gravina è il nuovo presidente della FIGC
Il neo presidente della FIGC Gabriele Gravina è stato eletto al primo scrutinio con il 97,20% dei voti
Gabriele Gravina è il nuovo presidente della FIGC. Candidato unico per la parte residua del quadriennio 2016/2020 dopo il Commissariamento dei mesi scorsi, l’ex numero uno della Lega Pro è stato eletto al primo scrutinio con il 97,20% dei voti (2,80% le schede bianche).
Prima di raggiungere il quorum già alla prima votazione, Gravina aveva spiegato come coesione e sostenibilità siano le parole chiave per ripartire: «Essere qui è per me il completamento di un percorso umano e sportivo. La maglia azzurra, simbolo della nostra istituzione federale, muove i sogni di ogni bambino e sarà per me un privilegio poterla onorare. Ringrazio i fidati compagni di viaggio in un percorso tortuoso, ma che oggi finalmente ci vede compatti per ripartire. Ce lo chiede il Paese e ce lo chiede il contesto internazionale. Oggi sento più forte che mai la responsabilità, la forza di fare un programma chiaro, deciso e condiviso. È il momento di avere il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Dobbiamo fare squadra tra di noi e con tutte le istituzioni che ci sono vicine, con il CONI e con il Governo. Il calcio non si gioca da soli».
Giovanni Malagò (Presidente CONI) – Oggi è un giorno molto importante, un giorno di festa, con un’atmosfera propositiva, di condivisione. Ho sempre sostenuto in questi mesi che è indispensabile avere un presidente appoggiato al massimo dalle componenti. Il programma di Gravina è ambizioso, come è giusto che sia: il calcio italiano attraversa un momento nel quale bisogna cercare di remare tutti nella stessa direzione.
Gianni Infantino (Presidente UEFA) – Il commissariamento è una sconfitta – ha dichiarato il numero uno della FIFA – ma ora siete qui e sta a voi cambiare le cose. Deve essere il calcio dal suo interno a risolvere i propri problemi, non serve una tutela esterna. La FIFA è con voi, è qui per aiutarvi perché il calcio mondiale ha bisogno di una federazione italiana forte. Ho visto il programma di Gravina, è molto ambizioso e avrà bisogno di tutti voi: ci sono riforme da realizzare e il bisogno di far crescere l’amore della gente per il calcio. Questa è la responsabilità più grande, anche se a volte ci dimentichiamo di essere al servizio di milioni di appassionati.
Roberto Fabbricini (Commissario uscente) – Durante il mio mandato ho sempre rispettato l’indipendenza e la terzietà degli organi di giustizia. Comprendo benissimo i giudizi soggettivi sul commissario, ma alcuni di questi, seppur legittimi, sono stati improntati a posizioni precostituite e in certe occasioni sono prevalse le contrapposizioni. La Serie B a 19 squadre è stata l’origine di tanti problemi e di una mia forte autocritica. Questo nasce innanzitutto dalla mia convinzione che i diritti sportivi debbano essere acquisiti solo sul campo, poi dalla volontà della Lega B di non procedere ai ripescaggi, una brutta parola, e infine dalla convinzione che questa decisione sia il primo grande passo sulla via della riforma dei campionati da tutti da tempo auspicata e poi mai affrontata nel concreto. Rivendico con convinzione alcune delle cose fatte in questi nove mesi, a partire dall’attenzione data al calcio femminile, dove si sono fatti notevoli passi avanti e investimenti. La riforma delle seconde squadre ha un valore maggiore rispetto alla sola società (la Juventus, ndr) che ha deciso di avvalersene quest’anno: sentire oggi che in Italia non ce ne era bisogno mi sembra paradossale.
Gabriele Gravina (Neo Presidente FIGC) – Il calcio che vorrei è quello dei giovani, dello sviluppo del talento, quello che non fa differenze di genere e punta a sviluppare sempre di più il calcio femminile. Il calcio che vorrei è sostenibile, ogni componente è un pezzo del mosaico, è quello delle famiglie che si avvicinano ad un ambiente etico, ed è in grado di fare impresa. Il calcio che vorrei si gioca in impianti funzionali e moderni, che rivede l’Italia nella grandi competizioni internazionali.