Giorgetti (Firenzeviola): «Nico Gonzalez-Juve un affare che SI FARA'. Ecco che giocatore è l'argentino» - ESCLUSIVA
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Giorgetti (Firenzeviola): «Nico Gonzalez-Juve un affare che SI FARA’. Ecco che giocatore è l’argentino» – ESCLUSIVA

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Angelo Giorgetti, opinionista al seguito delle vicende della Fiorentina, ha così parlato in esclusiva di Nico Gonzalez a Juventusnews24

Il calciomercato Juve è sempre più vicino a perfezionare l’acquisto di Nico Gonzalez, esterno della Fiorentina individuato come il giusto rinforzo per il reparto offensivo della squadra di Thiago Motta. Di questa situazione, e delle altre trattative possibili tra bianconeri e toscani, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24 il collega Angelo Giorgetti, opinionista di Firenzeviola, Radio Firenze Viola e Rtv38.

Qual è la situazione attuale attorno al nome di Nico Gonzalez? Juve e Fiorentina sono vicine a un accordo?

«A Firenze più che una sensazione c’è una certezza che viene dalle informazioni che arrivano da più fonti vicine al giocatore e alla società. Lui vuole andare via e alla fine l’operazione si farà. In questo momento però la Fiorentina ha bisogno di sincronia, cioè ha bisogno prima di chiudere per Gudmundsson. I problemi nati con il Genoa dopo l’affare Retegui con l’Atalanta hanno un po’ rallentato tutto, però la sensazione è che Nico andrà a Torino. Qualcuno si è già rassegnato, qualcuno invece pensa che Gudmundsson sia meglio di lui. Quello che è certo è che la Fiorentina ha ormai un rapporto di mercato con la Juve che va avanti dai tempi di Chiesa e qui viene visto un po’ come un problema».

Quali sono quindi le reazioni della tifoseria alla notizia dell’ennesimo affare importante con la Juve?

«C’è una doppia lettura. Se andiamo a guardare al passato, quindi a Chiesa e Vlahovic, entrambi se ne sono andati con la narrazione che fossero stati loro ad aver forzato la cessione. Questo da un certo punto di vista la scatena la piazza che arriva a considerarli dei traditori. Poi c’è invece questo aspetto che non sfuggito a un’altra parte della tifoseria, e cioè di questo rapporto con la Juve che è anche troppo stretto. Pensiamo per esempio che qui da poco è venuto Kean che è stato pagato molto caro. Il calcio è cambiato, ai tempi di Baggio ci fu una rivoluzione, mentre oggi mi sembra tutto più asettico. Per quanto riguarda Nico, comunque, la sensazione condivisa da molti è che se arriva Gudmundsson l’islandese sia più funzionale al gioco. Poi mettici anche che qua lui non ci vuole più restare».

Considerato quindi l’umore del giocatore, ma allo stesso tempo le alte cifre in ballo, chi farebbe l’affare tra Juve e Fiorentina?

«E’ un discorso complesso. Da Gonzalez la Fiorentina vuole ottenere sicuramente una vendita vantaggiosa, ma se si parla di prestito oneroso con diritto di riscatto non lo sarebbe così tanto. Servirebbe almeno un obbligo, poi se dovessero rientrare in questo discorso giocatori come McKennie, mentre Kostic faccio fatica a collocarlo, contribuirebbero ad un giudizio positivo sulla trattativa. L’affare non so chi lo farebbe, perchè poi c’è sempre la riprova del campo. Pensavo ad esempio che Vlahovic avrebbe spaccato tutto a Torino, poi ha avuto difficoltà. Quello che è certo è che la Fiorentina perde un grande giocatore».

Che tipo di giocatore è Nico Gonzalez? Come potrebbe inserirsi in un 4-2-3-1 o 4-3-3 di Thiago Motta?

«Io ti dico, Nico Gonzalez è sicuramente uno dei giocatori più forti che ha la Fiorentina. Non è stato molto continuo, in tre campionati ha giocato 86 partite che sono un buon numero ma non così alto, segnando 25 gol. Ha però avuto dei periodi in cui ha mostrato tutta la sua fragilità fisica. Per me però è un calciatore forte, nell’uno contro uno si fa valere sempre, poi di testa la becca non 1 volta su 10, ma 9 su 10 e per chi cerca questo tipo di gioco può essere molto utile».

C’è la possibilità di vedere McKennie e Kostic fare invece il percorso inverso?

«A centrocampo la Fiorentina deve fare qualcosa di sicuro, perchè ha gli uomini contati. Un altro colpo barra due lo si deve fare. Della Juve piaceva molto Locatelli, però mi sembra che Motta ora lo voglia tenere. McKennie è certamente un profilo che piace, poi non so se le operazioni potrebbero essere separate. Tornando alla Fiorentina un altro paio di colpi li deve fare, magari quello di McKennie non è il profilo perfetto. Con Allegri lo ricordo scivolare molto sulla fascia e nel 3-4-2-1 serve un giocatore diverso, considerando poi anche che di incursori la Fiorentina ne ha».

Dall’esterno che pensiero si è fatto sul caso Chiesa?

«Visto da qua magari si giudica male perchè non abbiamo la conoscenza di tanti particolari. Mi sembra però che la Juve sia stata molto dura con lui. Da Firenze il ragazzo non se ne è andato molto bene, ma ha fatto una scelta professionale e quindi va accettata. Da lontano penso che la Juve voglia imporre un nuovo modo di agire, quindi se il giocatore tira troppo la corda decide il club, il club stabilisce cosa fare e cosa no».

Come giudica fin qui l’esperienza alla Juve di Vlahovic? Ha un po’ deluso le aspettative che c’erano attorno al suo acquisto?

«A Firenze si diceva che con Allegri non ha avuto le stesse opportunità che aveva con Italiano, quindi gli arrivavano pochi palloni e di conseguenza il giocatore era in difficoltà. Le pressioni poi possono influire molto sul rendimento di un giovane, anche se onestamente me lo pensavo un po’ più temperato sotto questo punto di vista. Certo è che giocare con la Juve deve essere un bel peso, ora sono curioso di vederlo con Thiago Motta. Il Vlahovic visto a Firenze era di un altro livello, però se gioca come faceva Zirkzee al Bologna può essere un ruolo adatto. Dargli compiti di cucire il gioco come faceva a Firenze con Prandelli, che lo mise al centro di tutto, può aiutarlo a tornare protagonista».

Riuscirà invece Kean a tornare protagonista con la Fiorentina? Come lo sta vedendo in questo primo periodo in viola?

«Abbiamo letto tanti i commenti che dicevano che l’affare l’ha fatto la Juve. Io fin qui ti dico, ho visto da lui una grande applicazione, grande volontà e voglia di tornare protagonista. Arriva da esperienze toste, con PSG e Juve, quindi le pressioni le ha sempre avute. Ora deve sostenere un attacco che da quando non c’è più Vlahovic è stato carente a livello di numeri. Io lo vedo centrato e centrale, magari impreciso di testa certe volte, però c’è e partecipa alla manovra. Le intenzioni di Palladino sarebbero anche quelle di sfruttare la sua progressione con lanci verticali. Gli zero gol dell’ultimo anno non mi spaventano, perchè ha grandi numeri nelle corse. Mi auguro che con la Fiorentina parta bene, il clima qui è di attesa e tanti tifosi sono già col mirino puntato».

Che spiegazione si è dato sul flop dell’Italia a Euro 2024? Come si può ripartire ora?

«La spiegazione principale è che in ogni confronto tecnico siamo usciti perdenti, specialmente contro la Spagna che ci ha fatto capire come la base loro sia di un altro livello. L’assenza di giocatori e giovani di talento si vede in tutte le Nazionali, pensiamo anche all’Under 21 che spesso pesca in Serie B. Non ci sono giovani che giocano con continuità, servirebbe una rifondazione alla base e le società dovrebbero avere più coraggio in questo. Ma tutto ciò deve comprendere un cambio di ragionamento e anche di regole e spero che la Federazione possa trovare un accordo con la Lega in merito».

Si ringrazia Angelo Giorgetti per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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