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Giuntoli, seconda parte: «Io proteggo Allegri, è la nostra punta di diamante. Max ha capito che non poteva più lucrare sulla malizia»

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Giuntoli, seconda parte: «Io proteggo Allegri, è la nostra punta di diamante. Max ha capito che non poteva più lucrare sulla malizia». Le parole del dirigente

Cristiano Giuntoli, Football Director della Juventus, ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Di seguito la seconda parte delle sue dichiarazioni.

NEXT GEN E SCOUTING – La Next Gen è fondamentale per abbassare ingaggi ed età media. Penso a Huijsen o Yildiz che sono stabilmente in prima squadra e poi vanno a giocare con passione in Serie C. Ma anche a Illing-Junior, Soulé, Barrenechea, De Winter: un patrimonio emerso in questi anni. Le seconde squadre costano, ma l’investimento torna moltiplicato e infatti gli altri club ci stanno pensando. E poi, questo ci aiuta a creare il senso di appartenenza nei giovani, elemento fondamentale perché la proprietà della Juventus appartiene alla stessa famiglia da 100 anni: è incredibile e indossare questa maglia è un privilegio. Quando non hai più soldi degli altri, la differenza lo fa lo spirito. Quanto allo scouting, ho trovato qui grandi professionalità. Oggi nel calcio tutti sanno tutto, è difficile battere sul tempo gli altri e fare affari a costi contenuti. Io a Napoli ho colto delle coincidenze: senza la guerra non avrei preso Kvara a quel prezzo, senza lo stop per la pandemia forse Osimhen avrebbe fatto 30 gol in Francia e sarebbe finito in Premier.

METODO GIUNTOLI – Non mi piace il termine. Solo sono uno che lavora tanto, che sta attento al rapporto con allenatori, staff, calciatori, agenti. Amo stare dietro le quinte e parlare poco. Il calcio non è da one man show, solo tutti insieme possiamo riportare la Juve dove merita. Io sono uno che aggrega.

RAPPORTO CON ALLEGRI – Lo dicevano e scrivevano prima che arrivassi, non è così. Allegri è la punta di diamante del club, un grande riferimento in questa delicata fase di passaggio. Lui è partito dall’Aglianese, proprio la squadra del mio paese, pensa il destino, ed è arrivato due volte in finale di Champions. Siamo noi che dobbiamo portare la Juve al suo livello. L’allenatore è il mestiere più difficile del mondo, è un uomo solo, con tutto il peso sulle spalle. Io ho sempre protetto i miei tecnici: cerco di capire come ragionano per potermi confrontare con loro e aiutarli.

PATENTINO ALLENATORE – Ma poi mi sono fermato per non creare confusione, io sono un dirigente che aiuta l’allenatore.

MERCATO ESTIVO – Abbiamo perso giocatori di esperienza, ma confermato Rabiot, riscattato Milik, inserito Weah e Cambiaso per andare nella direzione che abbiamo indicato.

LUKAKU – C’era l’offerta del Chelsea per Vlahovic. Noi non volevamo cedere Dusan, ma davanti a certi numeri avremmo accettato. Il Chelsea non è mai arrivato a quella cifra e lo scambio non si è fatto.

POGBA – Aspettiamo le controanalisi e decideremo il da farsi insieme al suo management. Se c’è irritazione? Penso solo a quanto ci manca in campo. Non ci piangiamo addosso e guardiamo avanti.

EVENTUALE SOSTITUTO – Faremo un punto a Natale. Prima vogliamo capire cosa possono darci i giocatori che abbiamo. Poi, se ci saranno occasioni le coglieremo.

BERARDI A GENNAIO – Berardi è un calciatore bravo e capace ma ora, ripeto, vogliamo capire quanto valiamo noi.

INIZIO CAMPIONATO JUVE – La squadra è molto diversa da un anno fa. Ha un deficit di esperienza ma un ritmo più intenso. Allegri e lo staff volevano già proporre qualcosa di nuovo. Ora con l’abbassamento dell’età media è una necessità: corri di più, aumenta la voglia di fare, ma non puoi più lucrare sulla malizia. Il mister è il primo ad averlo capito.

MAGNANELLI – Nello staff ci sono persone come Aldo Dolcetti, scienziato del calcio, Marco Landucci, Simone Padoin, solo per fare alcuni nomi. Magnanelli ha sostituito Bianco portando delle idee interessanti, indubbiamente, ma chi detta le linee guida è Allegri.

QUI LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA A CRISTIANO GIUNTOLI

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