I DIALOGOBBI - Rasta Blanco: «Questa non è la Juve per Allegri»
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I DIALOGOBBI – Rasta Blanco: «Questa non è la Juve per Allegri. Forza Max!»

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I DIALOGOBBI – Rasta Blanco: «Questa non è la Juve per Allegri. Forza Max!». La sua analisi sulla situazione in casa bianconera

Puntata de I Dialogobbi dopo Lisbona. Dove era presente a sostenere la squadra (modo di fare che quasi non si dice più) Rasta Blanco. Al secolo (questo invece lo si continua a scrivere) Giorgio Spriano, fondatore di una storica reggae-ska band romana, Radici nel cemento. Già solo per essere stato in trasferta, oltre a tutto il resto, mi ha spinto a indagare sentimenti e pensieri che lo attraversano in questo difficile momento.

Paolo: «Ciao Rasta Blanco, partirei dalla sensazione che hai maturato al Da Luz. Voglio provare a iniziare da quello che emotivamente c’è nella squadra e credo che quei 90 minuti ce li portiamo dentro. Non sono indifferenti sul futuro. E siccome io dalla TV ho provato umiliazione e persino una sensazione di divertimento quando ho visto Iling e gli altri ragazzi fare cose bellissime a giochi compromessi, ti chiedo se per te è stata la stessa cosa lì. E soprattutto se questa Juve avrebbe bisogno di tanti giovani in campo già a partire da Lecce».

Rasta Blanco: «Buongiorno Paolo. La situazione a Lisbona è stata veramente deprimente, ho visto tifosi che si sono sobbarcati una trasferta europea lasciare lo stadio a mezz’ora dalla fine, veramente allucinante. Purtroppo non mi faccio troppe illusioni sul finale, credo che il Benfica sia calato mentalmente (ciononostante poteva segnare almeno altre due volte ) e per i ragazzi e’ stato in un certo senso più facile entrare in una partita che sembrava finita. Credo che la squadra debba ritrovarsi soprattutto coi i veterani, col supporto dei quali i giovani possono inserirsi. Allo stato attuale andare a Lecce buttando la croce addosso ai ragazzini sarebbe un grosso rischio soprattutto per loro. É importante secondo me che la squadra e la società sentano il sostegno della gente, troppo facile farlo solo quando si vince»

Paolo: «Io ho una piccola speranza. Che proprio la difficoltà della situazione, miscelata a un inserimento dei giovani e al ritorno di Chiesa e Pogba possa ricreare un effetto di entusiasmo. Basta poco nel calcio per cambiare clima. Ma succederà solo se saremo ancora in corsa per qualcosa. Per questo ritengo determinante andare alla pausa qualificati in Europa League e in campionato anche solo sopra di 2 punti rispetto a oggi. Darsi un’idea di futuro spendibile insomma».

Rasta Blanco: «Sono d’accordo. Bisogna saper accettare l’idea di “fallimento” europeo perché di questo si tratta : la Juventus fuori nel girone non è accettabile e in questo anche il Mister doveva essere più onesto e chiaro. Detto ciò la stagione è lunga e ancora più segmentata rispetto al solito. Campionato, Europa League e coppa Italia sono competizioni che possiamo ancora aggredire ma credo ci voglia soprattutto unità di intenti. Non ha senso insultare giocatori che non sono in forma, non ha senso richiedere ossessivamente l’esonero di un allenatore o attaccare la dirigenza. Finché la Juve nel suo complesso è questa, credo vada sostenuta anche al netto di mancanze, errori e difficoltà. Come dici tu, l’inerzia può cambiare in un attimo e questo vale non solo per noi ma anche altre squadre che in questo momento sembrano di un altro pianeta».

Paolo: «Ti propongo due estremi e mi dici dove ti collochi. Squadra ottima ma Allegri ormai inadeguato. Allegri con molte poche responsabilità: il livello della squadra è inferiore a tante ed è un miracolo se arriva nuovamente quarto. Ti confesso: io oscillo tra le due. Non riesco a solidificare una vera idea. E mi dico: o ormai ho un’età e inizio a non capire; oppure seguo la squadra che non sembra mai raggiungere nessuna vera forma definita d’identità»

Rasta Blanco: «Messa così mi schiero nelle prima. Ma voglio chiarire: io credo che la Juventus abbia una rosa molto buona, sicuramente tra le migliori della Serie A , di certo superiore a chi ci precede, ma anche superiore al Maccabi Haifa, per intenderci. Allegri è un ottimo allenatore ma come in ogni professione non si può essere specialisti in tutto. Io credo che questo profilo di Juventus, in cui si deve miscelare vecchia guardia, qualche campione, molti prospetti e tanti giovani promettenti, non sia adatto al suo calcio. Lui ha bisogno, passami il termine, di vecchi marpioni, gente navigata più ancora che fenomeni, gente che sappia giocare al calcio, non che necessiti di impararlo. In questo senso, il suo secondo ciclo è esplicativo: Mario, Miralem, Sami, Blaise. Non erano fuoriclasse ma persone di spessore su cui “montare” l’intelaiatura, poi anche i giovani si inserivano poco a poco e tutto sommato bene. Oggi questa roba non c’è , non c’è da gestire ma da costruire e non credo ci sia nulla di male ad ammettere che non è il suo mondo. Io faccio il musicista, suono la chitarra , il mio mondo e’ il reggae e il blues , se mi metti a fare jazz ci posso provare ma probabilmente steccherei. Mi sembra che anche sui metodi di allenamento ci sia da aggiornarsi un attimo, perché la quantità di infortunati non può passare inosservata (e le famigerate tournée estive le fanno anche altre grandi squadre) e perché le idee di calcio si sviluppano come in ogni scienza applicata. Insomma, non sono #allegriout ma credo si debba guardare avanti. Persino Marcello Lippi si dimise, non è una vergogna. Dopodichè, finché Allegri è il nostro allenatore, Forza Max!»

Paolo: «Ultima cosa. Giusto per capire chi sei. Io sono certo che anche in una spiaggia in Giamaica un pensiero alla Juve lo dedicheresti sempre…»

Rasta Blanco: «Riflettevo ieri su questa cosa. La Juventus è la prima cosa che è entrata di prepotenza nella mia vita. Prima della musica, prima della politica, prima delle relazioni sentimentali. E sarà l’unica cosa che sarà con me sempre, che sia in un pub a Glasgow, che sia in una spiaggia a Kingston. Per rimanere in tema, saremo insieme FINO ALLA FINE»

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