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Ibra sull’addio alla Juve: «Non potevo perdere tempo in B»
L’attaccante svedese è tornato a parlare del suo trasferimento dalla Juventus all’Inter dopo Calciopoli. Ecco la spiegazione di Zlatan Ibrahimovic
Dopo la versione di Mino Raiola, anche Zlatan Ibrahimovic ha cercato di fare chiarezza su quello che i tifosi della Juventus ricordano tutt’ora come un atto di grandissima infedeltà. Il trasferimento post Calciopoli dell’attaccante svedese all’Inter di Moratti è uno smacco che l’ambiente bianconero difficilmente potrà mai dimenticare. D’altra parte l’attaccamento alla maglia non è certo la caratteristica principale di Ibra che, in carriera, ha cambiato più squadre che paia di scarpe. Ibrahimovic, comunque, ha provato a motivare la sua scelta in una lunga intervista rilasciata a Sky Sport. Se avrà convinto i tifosi di Madama? Pensiamo proprio di no. E po c’è sempre quel velo di arroganza…
TERREMOTO CALCIOPOLI – «Con Calciopoli alla Juventus cambiò tutto. Mandarono via tutti, Moggi e Giraudo, poi c’era Secco che da team manager era diventato direttore sportivo. Un giorno mi chiama e mi dice che ci saremmo dovuti vedere per parlare del contratto. Era strano, perché prima mi chiamava per dirmi che il giorno dopo ci sarebbe stato l’allenamento, ora lo faceva per il contratto. Prima Secco era il tramite, poi ho notato che il feeling era diverso».
NIENTE B – «Pensavo che giocare in Serie B non fosse il massimo per me. Ci sarebbero voluti anni prima di tornare a essere una grande Juventus. La mia Juve era superiore a tutti, sia per nomi dei giocatori sia per l’allenatore. Mi chiesero di restare e di rinnovare il contratto, ma io pensavo che per tornare al top sarebbe servito del tempo, io potevo raggiungere un livello di rendimento molto più alto. Pensavo: se vado in Serie B, perdo un anno, poi il primo sarà difficile, il secondo ancora di passaggio e tra tre anni sarò dove sono adesso»