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Isaksen: «Lo Stadium significa tanto per le Women, sarà storico» – ESCLUSIVA

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Ingvild Isaksen, ex centrocampista della Juventus Women, si racconta in esclusiva a Juventus News 24

«Adoro la Juventus per averlo permesso. Significa molto per le ragazze, e so che sarò un momento speciale per loro calpestare il prato dello Stadium. Spero che molte persone verranno a vedere la partita rendendola un momento storico per il calcio femminile». Domenica 24 marzo sarà la prima volta della Juventus Women all’Allianz Stadium di Torino (qui tutte le info per i biglietti gratuiti) e ad Ingvild Isaksen, ex centrocampista bianconera protagonista del primo scudetto al femminile della Vecchia Signora, sarebbe sicuramente piaciuto esserci.

Così come avrebbe profondamente voluto prendere parte al Mondiale di Francia con la sua Norvegia. Ma un brutto infortunio al ginocchio, lo stesso che aveva prematuramente interrotto la sua esperienza sotto la Mole, glielo ha portato via. Ingvild, 30 anni da poco compiuti, ha dovuto dire addio al calcio giocato per iniziare un nuovo capitolo della sua vita. Una scelta sofferta e difficile che non le impedisce però di ricordare col sorriso quella che, di fatto, è stata la sua ultima stagione da calciatrice. Ha parlato di questo e di molto altro in esclusiva su Juventus News 24.

Ciao Ingvild, partiamo dalla fine: lo scorso 21 febbraio hai annunciato su Instagram il tuo ritiro dal calcio giocato per i problemi al ginocchio. Quando hai deciso di fare questa scelta?

«Una settimana prima dell’annuncio del mio ritiro, ho ricevuto un messaggio dal mio medico e dal fisioterapista che sottolineava una eccessiva usura della cartilagine del ginocchio. Entrambi mi raccomandavano di non giocare più al calcio se volevo conservare la piena funzionalità del ginocchio in futuro. A questo punto della mia carriera non ero affatto disposta a correre questo rischio e quindi la decisione è stata facile. Non avrei voluto decidere così, e ho preso malissimo quel messaggio, ma ho fiducia nel parere dei medici e penso di aver preso la decisione giusta».

Ritiro significa anche addio al Mondiale di Francia con la Nazionale norvegese. Quanto è stato difficile rinunciarci? Considerando che non è la prima volta…

«È stata la cosa più difficile di tutte. Avevo sognato il Mondiale e lavorato sodo per tanto tempo. Avendo mancato le ultime due edizioni per infortunio, speravo proprio che questo sarebbe stato l’anno buono. Vedere il Mondiale avvicinarsi sempre più e constatare che il mio ginocchio non migliorava è stato durissimo, così come sarà durissimo vedere ancora una volta il Mondiale da bordo campo».

A proposito di Mondiale, l’Italia dopo 20 anni di assenza prenderà parte alla competizione. Credi che le azzurre (alcune le conosci molto bene) ben figureranno in Francia?

«La Nazionale italiana mi ha fatto davvero un’ottima impressione quest’anno, e si è meritata la qualificazione al Mondiale. Credo che potranno fare una prestazione di alto livello anche con le migliori Nazionali del mondo. Il calcio femminile italiano sta crescendo velocemente e suppongo che vedremo la Nazionale italiana partecipare a molte edizioni future del Mondiale».

Prendiamola più da lontano: credi che il movimento italiano sia in crescita? Che idea si ha all’estero del nostro calcio femminile?

«Come ho detto, il calcio femminile si sta sviluppando molto rapidamente in Italia, come dimostrano la nascita di club come Juventus, Roma, Milan. Sono la prova che queste società prendono il calcio femminile sul serio e intendono investire in queste ragazze. Arrivando dalla Norvegia non sapevo molto del calcio femminile italiano prima che la Juventus facesse nascere questa realtà, ma sono sicura che vedremo molte realtà italiane in Europa negli anni a venire».

È il momento di parlare un po’ della tua parentesi nella Juventus Women: che esperienza è stata? Quali emozioni ti ha regalato la vittoria del primo scudetto nella storia del club? Cosa significa fare parte della famiglia Juventus?

«Quella con la Juve è stata una bellissima esperienza. Era una nuova sfida per me e sono molto orgogliosa di aver fatto parte di questa squadra e di questo club: lo ricorderò per sempre. Sono ancora in contatto con alcune delle ragazze e mi piacerebbe tornare un giorno a Torino e alla Juve».

Stai seguendo le bianconere quest’anno? Pensi si possano confermare in campionato? In Women’s Champions League sono state eliminate al primo turno dal Brøndby: quanto ci vorrà per diventare big anche in Europa?

«Seguo ancora la squadra e credo che abbia un forte probabilità di vincere di nuovo il campionato di serie A. Anche se qualche volta è dura essere la squadra che tutti vogliono battere: bisogna dare sempre il massimo in ogni partita e non è facileOccorre tempo per costruire una solida squadra da Champions League e questa competizione è diventata molto più dura rispetto a qualche anno fa. Non basta “solo” vincere un campionato nazionale e in Norvegia l’abbiamo visto bene. Ma la Juve ha un grandissimo potenziale. Le ragazze devono solo continuare a lavorare sodo e con regolarità, e non passerà molto tempo prima che possano competere con i top team europei».

Tornando al tuo ultimo post su Instagram: hai parlato di “nuovo capitolo”. Cosa vuoi fare “da grande”?

«Iniziare questo “nuovo capitolo” della mia vita è al tempo stesso eccitante e spaventoso. Ma spero e credo fortemente che, in un modo o nell’altro, io avrò un ruolo nello sviluppo del calcio femminile. Sono una appassionata sostenitrice delle pari opportunità e della crescita di quello che in futuro chiameremo semplicemente “calcio” [senza appellativi di genere]. Possiamo già vedere quanto grande sia questo movimento nel mondo e l’interesse, sia del pubblico sia delle protagoniste, sta crescendo di giorno in giorno. Adoro vedere con quale ammirazione le ragazzine guardano a giocatrici come Ada Hegerberg, Lieke Martens e Pernille Harder. E non vedo l’ora di vedere cosa il futuro ci riserverà!».

Si ringrazia Ingvild Isaksen per l’intervista concessa.

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