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Dentro Inter Juve: tra obiettivi, formazione e futuro

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Dentro Inter Juve: tra obiettivi, formazione e futuro. L’analisi verso il derby d’Italia in programma a San Siro

Non è uno scontro diretto per lo scudetto. E per la Champions? Dipende. Lo diventerà se il Collegio di garanzia dello Sport cancellerà la penalizzazione di 15 punti alla Juventus. Quindi ha ragione Allegri quando considera Inter Juventus un «test importante», ma in questo momento diventa difficile caricarlo di altri significati, se non quelli storici e tradizionali di una delle sfide più affascinanti e sentite del calcio italiano. Il vero duello dentro/fuori sarà in semifinale di Coppa Italia, anche perché in questo momento le attenzioni di entrambe le squadre sono rivolte altrove. Da una parte alla vetta del campionato, cercando di rubare i segreti del Napoli di Spalletti che viaggia a medie spaventose, con 18 punti di vantaggio sull’Inter, sarebbero 15 sulla Juventus considerando i 53 punti che Max Allegri rivendica con orgoglio sul campo. Dall’altra all’Europa, perché quest’anno vale una bella fetta di stagione ma non solo. Per entrambi gli allenatori il cammino in Champions o Europa League sarà determinante per il futuro, utile per riconquistare la fiducia dell’ambiente dopo un campionato non all’altezza delle aspettative. Sulla strada di Inzaghi e Allegri c’è il doppio incrocio portoghese, avversarie da non sottovalutare. Il Benfica domina il campionato e nel girone di Champions ha fatto male alla Juventus, confermandosi squadra solidissima e in salute. Mentre lo Sporting è una nobile d’esperienza, con un alto tasso tecnico e giocatori da battaglia. Per Juve e Inter il riscatto stagionale passa proprio dall’Europa, dopo essersi entrambe arrese prematuramente in campionato. Per i bianconeri sollevare l’Europa League darebbe il pass per la prossima Champions, mentre l’Inter sogna la finale di Istanbul, ma sulla strada di Inzaghi, in caso di passaggio del turno, c’è un Napoli ingiocabile. I destini di Inzaghi e Allegri si incrociano in un derby d’Italia che nessuno dei due può permettersi di perdere: troppe le 8 sconfitte stagionali in campionato per i nerazzurri mentre la Juve sta scalando la classifica ripartendo da un -15 che invece di abbatterla ha ricompattato il gruppo. Da una parte c’è la LuLa, con Lukaku ancora in cerca del miglior se stesso, dall’altra Vlahovic, tornato al gol contro il Friburgo dopo un mese di astinenza, ma ancora lontano dai suoi trascorsi alla Fiorentina.

Il sistema di gioco rischia di essere lo stesso (3-5-2), Allegri proverà a recuperare Di Maria fino all’ultimo ma intanto ha pronta la carta Soulé, vista la squalifica di Kean e l’infortunio di Milik. Da lusso i giovani sono diventata una risorsa quasi necessaria per una Juve che ormai ha inserito Fagioli e Miretti nelle rotazioni titolari, ma ne ha parecchi altri in rampa di lancio. Allegri si è convertito alla linea verde dopo un girone di andata deludente, e ora fa le prove per il futuro. Barrenechea a centrocampo ha superato definitivamente Paredes, ormai fuori dai radar e solo più in attesa dell’addio in estate, non ha ancora l’esperienza per il titolare alla Fagioli ma sta mettendo nel gambe minuti e chilometri preziosi. Soulé a molti tifosi ricorda un Dybala 2.0, forse ancora un po’ leggero per la serie A, ma con una qualità che in pochi hanno a quell’età. Poi c’è Iling-Junior, ormai parte integrante del progetto e utilissimo per dare una scossa sulla fascia, nei finali di gara. A Milano Allegri si è portato Sekulov, ma tiene d’occhio Barbieri, così come Nonge, alla prima in U23, e in prima linea ci sono anche Compagnon o Yildiz; la lista è lunghissima, Allegri avrà tempo e modo di valutare i più promettenti questa estate in ritiro. Senza contare i giovani in prestito: Ranocchia, Rovella e Cambiaso hanno bruciato le tappe, la Signora non è poi così Vecchia come si dice in giro…

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