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Juve al settimo cielo – EDITORIALE

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Un altro Scudetto, non certamente l’ultimo. E così noi tutti saliamo al settimo cielo. Mai un atteggiamento fuori luogo. E soprattutto mai irrispettosi nei confronti degli avversari. Anche questo fa la differenza quando si vince tanto

Juve al settimo cielo nella notte in cui il cielo sopra Roma si è tinto, tra le nuvole, di bianconero. Per la decima volta – e lo sanno bene i “gobbacci” residenti nella capitale – Roma porta bene ai colori di casa Juventus. E per certi versi, l’Olimpico diventa il distaccamento del nostro Stadium. Quattro Scudetti festeggiati, di cui il primo al Flaminio, altrettante Coppe Italia, una Champions League e una Supercoppa. Insomma, dovrebbero aggiungerci un’altra stella e farcela consegnare dal Presidente della Repubblica. E non esagero. E di sicuro non irrido gli avversari. Sia che abbiano vinto o che ci abbiano anche solo provato senza fortune.

In tutto quello che sto dicendo, a pieni polmoni da sette anni e ancor di più nelle ultime cinque estenuanti giornate di questa stagione, raccolgo l’orgoglio ferito dalle solite fesserie udibili per bocca degli sconfitti. Non tutti, ma di quella buona fetta a cui probabilmente mancherebbero comunque sane argomentazioni per riconoscere le vittorie sportive degli avversari. Sempre e comunque. Figuriamoci se c’è di mezzo la Juventus.

Rispetto, prima di tutto. E ha fatto bene Chiellini al fischio finale della sfida con la Roma a rimandare al mittente tutti i vergognosi attacchi di queste ultime settimane. Si vince per caso una volta, magari due, ma sette volte di seguito dovrebbe far cambiare la cantilena degli sconfitti.

E non può essere una decisione arbitrale a favore – come capita per il conseguimento di ogni obiettivo di qualsivoglia squadra, a minare le verità di un campionato lungo 38 tappe.

E aggiungo che mi pare davvero assurdo pensare che il Napoli abbia giocato talmente bene in campo da aver perso il campionato in una stanza d’albergo alla vigilia della sfida di Firenze… Fatevene una ragione. Noi juventini, nelle tante vittorie come nelle finali anche perse, accettiamo l’esito del campo e non festeggiamo mai prima. Siamo umani. Anche nei giudizi a volte affrettati, ma mai offensivi.

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