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Juve Atalanta: prove tecniche di Europa League

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Juve Atalanta: prove tecniche di Europa League. L’editoriale di commento dopo il pareggio dei bianconeri all’Allianz Stadium

Juventus-Atalanta è terminata 3-3. Ma il risultato nudo e crudo non dice nulla, se non la giustezza del pareggio. Per raccontare e capire qualcosa di più bisognerebbe associare un termine, un aggettivo o uno stato d’animo a ogni cambiamento di risultato. Perché si è visto un po’ di tutto e si sono vissute sensazioni profondamente diverse. Lo shock iniziale, ripetuto dalla Juve 2 volte all’inizio dei 2 tempi e con errori abbastanza clamorosi di due degli uomini più affidabili: Szczesny prima e Danilo poi. La cattedra su cui è salito il professor Di Maria, autore di un primo tempo da giocatore di categoria superiore. L’esame passato a pieno voti dall’allievo Fagioli, che ha strappato un rigore di forza e ha effettuato il cross per il gol capolavoro di Milik (sempre più attaccante determinante, ci stiamo dimenticando – aggiungo purtroppo – che dovrebbe esserci un certo Vlahovic al suo posto). E poi, lo sbandamento per il 2-3, coniugato alla capacità di rientrare in partita col pareggio. Ci possono essere rimpianti, si poteva vincere ma anche perdere, ma una cosa va considerata sopra ogni altra: la Juve ha una grande forza d’animo. Perché questa era una partita dove si è rischiato seriamente di sbandare, a prescindere da ciò che è successo prima. Un prescindere che è naturalmente una formula retorica: ci vuole un’enorme capacità di fare gruppo quando sai che il tuo campionato è seriamente compromesso.

Ho guardato la partita non pensando alla classifica, anche se Allegri fa bene a fare le tabelle. Anzi, è significativo che ne abbia parlato quando invece non ne accennava allorché si era in zona Champions. Probabilmente ne sente il bisogno, avverte che è il modo per trovare un senso a una vicenda che non lo ha. Piuttosto, visto l’avversario che gioca un calcio dinamico, coraggioso, che ti porta sul terreno di una «partita selvaggia» (definizione in telecronaca di Pierluigi Pardo), ho considerato Juventus-Atalanta un esercizio di una gara di alto livello di Europa League. Iniziando a considerare come a campo aperto, in velocità, lasciamo buchi, si vede nitidamente che non siamo abituati a un gioco box to box, abbiamo giocatori teoricamente fondamentali (Locatelli) che perdono troppo facilmente lucidità e si fatica a trovare una compattezza rassicurante. Al contempo, quando siamo noi in possesso, nel primo tempo siamo riusciti anche a trovare un’andatura con diversi ritmi e una circolazione palla adeguata, tecnicamente pregevole. Non manca molto all’inizio della sfida europea: mi piacerebbe per mille ragioni che la migliore Juve si vedesse lì e che questo Juventus-Atalanta ci fosse servito almeno un po’ a prepararci meglio.

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