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Juve, è tempo di bilanci: stagione di rinascita o di rimpianti? Gli 8 momenti dell’anno

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Juve, è tempo di bilanci: stagione di rinascita o di rimpianti? Gli 8 momenti fondamentali dell’anno dei bianconeri

La Juve sta per mettere in archivio un’altra stagione ricca di saliscendi a livello di campo ed extracampo. Oggi col Monza i bianconeri saluteranno i tifosi e lo Stadium e inizieranno a proiettarsi al prossimo anno che sarà ricco di novità, a partire dal fatto che in panchina ci sarà un allenatore nuovo fino al ritorno in Champions League e alla partecipazione, nel luglio 2025, al Mondiale per Club.

E’ arrivato quindi il momento di provare a fare i bilanci della stagione che sta per concludersi. La Juve, con Allegri, ha ottenuto i due obiettivi prefissati dalla società: la qualificazione in Champions League e la vittoria della Coppa Italia. Da questo punto di vista, quindi, nulla si può eccepire rispetto all’andamento di Danilo e soci nell’arco dell’anno. Le basi per una rinascita sportiva del club, dopo un triennio complicato, sembrano esserci tutte.

Andando ad analizzare più nel dettaglio quanto successo in questi mesi, però, al tifoso bianconero un po’ di rimpianto resta. Fino a quel “maledetto” Juve Empoli del 27 gennaio la Vecchia Signora era in piena lotta scudetto. Il pareggio allo Stadium e la successiva sconfitta nello scontro diretto contro l’Inter hanno aperto una crisi sorprendente nel girone di ritorno che non è ancora terminata. Considerando poi che quest’anno la Juve non giocava le coppe europee e il valore di diversi elementi in rosa, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Perché Allegri, allenatore di grande esperienza, non è riuscito a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori? E perché non è stato capace di risollevare una situazione sempre più in picchiata a livello di gioco e motivazioni? La colpa è sua o dei giocatori? A queste domande non si troverà (forse mai) risposta.

La stagione della Juve si può provare riassumere in 10 momenti. Il primo coincide con i mesi di settembre e ottobre, quando il caso doping e il caso scommesse mettono fuori dai giochi sia Pogba che Fagioli, impoverendo un reparto di centrocampo già debole. Il secondo è la sconfitta del 23 settembre contro il Sassuolo per 4-2. La Juve, che fino a quel momento aveva mostrato idee e concetti di gioco leggermente diversi (e migliori) rispetto al recente passato, è come se tornasse suoi passi. I risultati, comunque, le danno ragione perché da quel ko in poi non perde più. Anzi, inizia una scalata importante in classifica che la porta a lottare per il vertice. Il terzo momento fondamentale della stagione avviene il 23 dicembre, giorno in cui inizia a splendere la stella di Yildiz in quel di Frosinone. La Juve sembra volare sulle ali dell’entusiasmo, trascinata dalle reti a raffica di bomber a Vlahovic. Fino al momento di svolta (negativo) del 27 gennaio in casa contro l’Empoli, quando Milik viene espulso e i bianconeri non vanno oltre il pareggio.

Le certezze fin qui accumulate dalla squadra di Allegri crollano e Chiesa e compagni non riescono più a ritrovare la retta via. Si arriva così al quinto momento: la sconfitta con l’Inter a San Siro alla 23° giornata di Serie A senza creare nemmeno un’occasione vera da gol. La successiva, clamorosa sconfitta in casa con l’Udinese e il pareggio con il Verona certificano la crisi. Nemmeno il 3-2 ottenuto contro il Frosinone all’ultimo secondo risolleva la Vecchia Signora. Tra una sfilza di pareggi, molti dei quali ottenuti con prestazioni al limite del decoroso, la Juve la sera del 12 maggio strappa il matematico pass per la Champions League 2024-2025 grazie alla vittoria dell’Atalanta sulla Roma. Questo nonostante l’indegno pareggio con la Salernitana del giorno prima. E’ il sesto momento topico della stagione.

Gli ultimi due risalgono alla settimana scorsa. Il 15 maggio la Juve gioca (forse) la miglior partita dell’anno all’Olimpico contro l’Atalanta e vince la Coppa Italia. Grazie alla prodezza di Vlahovic interrompe così il digiuno di trionfi che durava da oltre mille giorni. Quella stessa sera coincide con la fine della seconda era Allegri per i fatti ben noti (sfuriata con gli arbitri, gesto verso Giuntoli, lite con Vaciago e un fotografo) che portano all’ultimo momento fondamentale della stagione: l’esonero di Max ufficializzato il 17 maggio.

Il futuro è tutto da scrivere. In attesa dell’ufficialità di Thiago Motta, i dirigenti, Giuntoli in primis, sono già al lavoro per cercare di potenziare la squadra nonostante le poche risorse economiche a disposizione. Il mercato, si spera, porterà volti nuovi capaci di migliorare la qualità della rosa. Molto dipenderà anche dalle eventuali cessioni di uno o più big, in base alle offerte che arriveranno. Per i giocatori, comunque, anche questa stagione può essere considerata di grande crescita, visto tutto quello che ha dovuto attraversare la Juve. Da parte di molti di loro servirà uno step in più per tornare a competere ai massimi livelli in Italia e, perché no, in Europa (l’Atalanta insegna che sognare si può). Sarà poi la società a fare i suoi bilanci dell’annata che sta per concludersi… E a capire se la stagione che si avvia alla conclusione sia da considerare positiva o meno.

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