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Juve, altro che Commisso: cinque torti arbitrali subiti senza sceneggiate
Juve, altro che Commisso: cinque torti arbitrali subiti senza sceneggiate. Lo stile differente dei bianconeri non si compra al mercato
“Le polemiche post Fiorentina-Juventus, create e alimentate dal presidente Rocco Commisso, a parti invertite non sarebbero esistite“. È il pensiero comune, condiviso tra i tifosi della Juventus. Motivazioni addotte: stile Juve, consapevolezza della propria superiorità, predisposizione a incolpare se stessi prima degli altri e rifiuto degli alibi. Non cose che si comprano al mercato, comunque.
Bastasse la retorica a dimostrare tutto ciò si eviterebbero tante discussioni, liti inutili con chi, o per prevenzione o per reale convinzione, afferma il contrario. Solo che la retorica nel calcio come nella vita conta solo fino a un certo punto. Dal punto in poi servono i fatti. Nello specifico episodi di moviola facilmente rinvenibili negli ultimi anni – selezionati solo i 5 più eclatanti (ben più del tormentato contatto Bentancur-Ceccherini) – reputati all’unanimità sfavorevoli ai bianconeri ma, curiosamente, non oggetto di sterili e velenosi vittimismi. A parità o superiorità di incidenza sulla partita.
27 gennaio 2016, Juventus-Inter 3-0: mano di Medel
Semifinale di andata di Coppa Italia vinta per 3-0 dai bianconeri. Sul risultato di 0-0 una punizione di Cuadrado viene impattata da Medel col braccio larghissimo. Tagliavento incredibilmente non concede il penalty. La Juventus accetta la decisione arbitrale e trita gli avversari nella restante parte di gara.
15 gennaio 2017, Fiorentina-Juventus 2-1: mano di Rodriguez
Qui a parti invertite rispetto a quanto accaduto domenica scorsa allo Stadium. Juventus sconfitta per 2-1 dalla Fiorentina al Franchi in un match che tre anni fa rischiava di riaprire il discorso scudetto. Al 35′ della ripresa un cross di Pjaca viene deviato col braccio largo da Gonzalo Rodriguez: sarebbe stato corretto assegnare il penalty del potenziale pareggio. Nulla di fatto: la Juve si tirò su le maniche e andò a vincere ugualmente il campionato.
Dal @CorSport: "Cross di Pjaca, Rodriguez davanti a lui tocca col braccio sinistro largo: ci stava il rigore". 3 anni fa la @juventusfc perse a Firenze con un episodio decisivo. Non si parlò di "porcherie", Allegri cambiò modulo e si tornò a vincere: basta alibi #JuveFiorentina
— Paolo Rossi (@paolorossi1965) February 3, 2020
1 ottobre 2017, Atalanta-Juventus 2-2: fallo da rigore di Caldara su Higuain
Dopo una gara travagliata e caratterizzata da svariati episodi da moviola, la maggior parte dei quali sfavorevoli ai bianconeri, l’episodio clamoroso. Al minuto 90, sul risultato di 2-2, contemporanei fallo di Caldara e cintura di Palomino in area di rigore ai danni di Higuain. Dopo il triplice fischio Massimiliano Allegri preferì prendersela con i suoi per aver buttato via una partita già vinta.
16 gennaio 2019, Juventus-Milan 1-0: mano di Zapata
Finale di Supercoppa della passata stagione. Sul risultato di 0-0 Zapata intercetta col braccio larghissimo in traversone di Cristiano Ronaldo. Il direttore di gara non interviene e il Var si dimentica di richiamare la sua attenzione. Poco dopo lo stesso portoghese viene travolto in area e ancora una volta, inspiegabilmente, Banti lascia correre. Due episodi plateali che non impedirono alla Juve di alzare il trofeo alla fine dei 90 minuti.
7 dicembre 2019, Lazio-Juventus 3-1: fallo di Luis Felipe su Matuidi
Che poi basta tornare indietro di qualche settimana. Guardare all’ultima sconfitta in campionato della Juventus. Siamo 1-1 e Luiz Felipe interviene in maniera folle su Matuidi: piede a martello sulla caviglia del francese. L’arbitro Fabbri addirittura non ravvisa un’irregolarità (il difensore biancoceleste era passibile di espulsione) che avrebbe con ogni probabilità cambiato il volto della partita. Nessun tesserato Juve, dopo il triplice fischio, si è permesso di annotare una sola virgola al direttore di gara.
“Le polemiche post Fiorentina-Juventus, create e alimentate dal presidente Rocco Commisso, a parti invertite non sarebbero esistite“. E non è soltanto retorica.