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Juve-Fiorentina, storia di una rivalità: da “un… dici nulla” alla mitraglia di Pogba

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Juve Fiorentina, storia di una rivalità: da “un… dici nulla” alla mitraglia di Pogba. Tutte le tappe di un antagonismo ancestrale

Una rivalità talmente ancestrale da apparire come un assioma indimostrabile. L’astio che intercorre tra Fiorentina e Juventus è un falò passionale e culturalmente condiviso, a volte demoniaco e osceno, che non si può spegnere. Negli ultimi 90 anni la Storia ha ciclicamente proposto e riproposto scosse sismiche provenienti da un epicentro così radicato da non poter essere dissotterrato. Sfoghi di un antagonismo dilagante e scandito, persino riassumibile in tappe.

1928: Firenze, “un… dici nulla?”

Un 11-0 massacrante con cui la Juventus abbatté nel 1928 l’Associazione Calcio Firenze, così come era chiamata una squadra di dilettanti finita nel massimo campionato dopo un ripescaggio indetto dalla FIGC in funzione della riforma del campionato. L’umiliazione fu poi sbattuta in faccia ai viola l’indomani dalla stampa piemontese. Titolo: “Firenze, ‘un.. dici nulla?”

1953: 8-0 in 11 contro 9

Un’altra goleada: i bianconeri di Boniperti strapazzarono i gigliati col risultato di 8-0. La duplice superiorità numerica non intenerì Madama che fu poi accusata di aver infierito su un avversario inerme. A Firenze non la presero tanto bene.

1982: “Meglio secondi che ladri”

Il 16 maggio, due campi, uno scudetto in palio all’ultima giornata. Fiorentina a Cagliari e Juve a Catanzaro, appaiate a 44 punti. Un gol dubbio annullato a Graziani, Brady che dall’altra parte trasforma un rigore contestato. Finisce che il tricolore va alla Juve e la Viola vive l’incubo di una vita. “Meglio secondi che ladri” fu la frase-manifesto coniata in Toscana, ancora tristemente famigerata negli stadi, nelle piazze e persino nelle scuole italiane.

1985: La strage dell’Heysel e il ricordo imbrattato

Una delle pagine più tristi della storia bianconera. I 39 angeli dell’Heysel volati via a Bruxelles prima della finale di Coppa Campioni contro il Liverpool. I dissacranti, strazianti cori e striscioni a sfregio della loro memoria sono, ancora oggi, deprimente cavallo di battaglia di una piccola parte della tifoseria viola. Lo testimoniano episodi recentissimi.

1990: Potrebbe andar peggio, potrebbe piovere

Rieccoci. Riavvolgere il nastro. Ultimo capitolo della Coppa Uefa: due squadre italiane l’una contro l’altra: indovinare quali. Giusto. Nella gara di andata fu 3-1 per la Juve allenata da Zoff (in porta nel 1982!): il momentaneo gol del 2-1 bianconero è ancora oggi motivo di tormente a Firenze per una presunta spinta di Casiraghi su Pin. La gara di ritorno, curiosamente giocata ad Avellino per inagibilità del Franchi, terminò 0-0. Al netto dei proclami dei giocatori della Fiorentina che promettevano riscatto e giustizia. Un bello smacco, ma non finì lì. Il giorno seguente Roberto Baggio, idolo della Fiesole, si trasferì alla Juventus per 25 miliardi di lire più il cartellino di Renato Buso. Il caos. La tifoseria scese in piazza per una vera e propria rivolta contro il presidente Pontello che fu costretto a vendere la società qualche settimana dopo. A corredo, nella stagione successiva, il duplice episodio della sciarpa: quella bianconera non indossata dal Divin Codino nel giorno della presentazione con la Vecchia Signora, e quella viola raccolta dal prato del Franchi dopo che il 10 aveva rifiutato di calciare un rigore contro la sua ex squadra.

2012: Berbatov ha perso l’aereo

Dimităr Berbatov, attaccante bulgaro promesso sposo della Fiorentina, cambiò idea sul volo che lo stava portando a Firenze. Di mezzo l’inserimento last second della Juventus che però non sfociò in nulla di concreto, alla fine il giocatore andò al Fulham. Seguì un comunicato durissimo dei Della Valle che accusarono i dirigenti bianconeri di slealtà e scorrettezza.

2013: La mitraglia di Tevez e Pogba, poi piange Conte

Un anno dopo fu la volta della rimonta della Fiorentina. Sotto 0-2 al Franchi (gol di Pogba e Tevez che esultarono ironicamente mimando la mitraglietta di Batistuta), la squadra di Montella ribaltò il risultato per 4-2 grazie alla tripletta di Giuseppe Rossi. Scolpita nell’immaginario dei tifosi, bianconeri e viola, la smorfia di Antonio Conte dopo il ribaltone subito.

2017: Il caso Bernardeschi

L’ultima vera scornata risale all’estate del 2017: il trasferimento in bianconero di Federico Bernardeschi, gioiello del vivaio fiorentino, che fu accusato di tradimento dai suoi ex tifosi.

2018: La pallonata di Cristiano Ronaldo

Dopo aver segnato il rigore del 3-0 al Franchi, Ronaldo calciò il pallone verso gli spalti sfogando la frustrazione per un sigillo personale che tardava ad arrivare. Alcuni tifosi della Fiorentina videro il gesto di CR7 (poi ammonito) come un atto di irriverenza nei propri confronti.

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