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Juve Friburgo: le tre cose che non hai notato
Juve Friburgo: le tre cose che non hai notato del match dell’Allianz Stadium. Gli episodi sfuggiti all’attenzione dei più
(inviato all’Allianz Stadium) – Juve Friburgo: le tre cose che non hai notato.
1. Le mille sfumature di Di Maria
Che sia la partita di Angel Di Maria (l’ennesima) lo si percepisce subito, fin dal riscaldamento. I compagni lo cercano, gli chiedono un consiglio, una parola giusta al momento giusto per correggere eventuali movimenti da proporre poi in campo. Soprattutto Vlahovic, che chiacchiera a lungo col Fideo e lo abbraccia con fermezza. Di Maria mette ancora una volta il marchio decisivo in Europa League ed esulta in maniera significativa andando dritto verso la panchina ad abbracciare Leandro Paredes, non in un bel momento se così vogliamo dire dal punto di vista delle prestazioni.
Verso i morsi finali di partita è stanco, avverte un crampo a detta poi di Allegri. Stringe i denti (anche perché gli slot dei cambi sono finiti) e al fischio finale può esultare. Prima, però, due fotografie: il tecnico del Friburgo Streich che si avvicina subito a lui, dicendogli qualcosa e salutandolo con un cenno d’intesa (gli avrà fatto i complimenti?); poi Di Maria si toglie la maglietta e la regala ad un baby tifoso che gli era corso incontro.
2. La benedizione di Allegri
Miretti non brilla, ed ecco che Allegri pensa subito alla contromossa per il secondo tempo: Nicolò Fagioli. Il centrocampista si scalda a lungo nell’intervallo, prima di effettuare l’ingresso in campo nella seconda frazione di gioco. Non prima, però, di aver ricevuto la “benedizione” dal suo allenatore: lungo colloquio, infatti, tra Max e il classe 2001. Allegri gli ha parlato, lo ha istruito passo passo nei compiti da svolgere durante la gara. Una chiacchierata importante a cui ha fatto seguito un bell’abbraccio di incoraggiamento. Ma non è stato l’unico, perché prima di sedersi in panchina anche Perin e Pinsoglio lo hanno preso sotto la loro ala protettrice, dandogli due pacche sul viso in segno di affetto. Risultato? Uno dei migliori in campo.
3. Tifosi vicini a Vlahovic
È uno dei momenti più delicati dal suo arrivo alla Juventus. Vlahovic non segna da quasi un mese, incide poco sotto porta e non è sempre perfetto tecnicamente. Ma tutti sono accanto a Dusan in questa situazione. Dalle “coccole” a parole di Allegri pre e post partita, così come quelle dei compagni di squadra, al gesto dei tifosi presenti ieri all’Allianz Stadium. Vlahovic, nel tentativo di recuperare un pallone, è andato sotto la Curva Sud, che ha iniziato ad intonare cori per lui: “Dusan, Dusan, Dusan” il grido che ha squarciato la notte torinese. Un grande segno di vicinanza al serbo da parte del popolo bianconero, che spera possa tornare al gol il prima possibile.