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La Juve sta trovando la misura della sua superiorità

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Juve Frosinone 4-0: la squadra di Allegri sta trovando la misura della sua superiorità. I tifosi sognano in grande

Non si può che partire da una constatazione ovvia e scontata per valutare la prestazione della Juventus contro il Frosinone: se riesci a passare in vantaggio dopo appena 10 minuti tutto diventa più semplice. E se lo fai grazie a un calcio di rigore guadagnato da una “riserva” come Miretti e trasformato da un altro non titolarissimo come Milik, allora tutto è decisamente più semplice. Perché data la stagione, che dal punto di vista nervoso sicuramente sta portando la squadra a spendere molto, soprattutto nell’ultimo periodo con la serie delle vittorie risicate e ottenute nel finale, l’idea di avere una serata di relativa tranquillità non è decisamente una brutta cosa. E lo è ancora di meno se la parte dei trascinatori la fanno quelli che giocano meno. Che ad averli in condizione significa tanto, sia in una situazione come un “normale” quarto di Coppa Italia che nelle tappe successive del campionato.

Eppure, la rete dell’1-0 non ha portato a una Juve cresciuta tecnicamente, più serena, più precisa. Anzi, nella fase centrale del primo tempo si è riusciti a tenere poco palla, davvero troppo poco in relazione a un centrocampo a 5 che potrebbe gestire meglio certe situazioni. Scarsa pulizia di gioco e accettazione della frenesia avversaria, qualche disordine tattico e gara spezzettata: non che ci si debba sempre divertire una volta che si è avanti o che Juventus-Frosinone debba somigliare allo spumeggiante Juventus-Salernitana di una settimana fa, ma questo stava succedendo. Peraltro, guardando alla mera contabilità, che ha un significato e non trascurabile, la Juve fa meglio stavolta: non ha dovuto subire un gol iniziale, Perin è stato praticamente inattivo e, soprattutto, Milik corona la sua prestazione da regista avanzato disegnando un triangolo che più ampio non si può con McKennie. Un gol che vale tanto per il momento, visto che il nostro centrocampo stava lasciando troppi spazi centrali poco prima del nostro 2-0 e non siamo proprio un esempio di compattezza e ordine. Una rete che di fatto chiude il discorso, in anticipo con quanto successo la scorsa settimana.

Juve in continua crescita: i tifosi sognano in grande

La ripresa si potrebbe spiegare con una sintesi estrema: la Juve è rientrata bene dall’intervallo, il Frosinone no. Come dire: un 2-0 pesa sulla bilancia, sia a favore che contro, anche se non era così scontato che i bianconeri rientrassero in campo per chiudere la gara. Invece lo fanno ed è quasi una fotocopia di quanto visto precedentemente, con il 3-0 che arriva praticamente subito. E che nasce da una pressione ben portata da Locatelli. Anche se la sensazione prevalente è di un limite costruttivo dei nostri avversari più che in un atteggiamento realmente aggressivo della Juve, che pure adesso c’è molto più di prima e serve anche ad accendere lo stadio. Peccato che a Milik venga annullato per centimetri il quarto gol, ma il vero delitto sarebbe stato non poter assistere a un’altra magia di Milik. Il ragazzo continua a regalare prodezze che ci fanno interrogare, nel tradizionale gioco degli accostamenti con il passato, mentre invece è molto più probabile che siano connessi e vicini ai videogiochi (scegliete voi quale, non si può chiedere a un boomer di assumersi una responsabilità così grande).
Altre annotazioni non ininfluenti: i cori per Allegri e uno Stadium che si accende; una condotta di gara dove il divertimento non fa deragliare e rimane nei binari della concentrazione; una produzione offensiva ingente con 23 tiri. Com’è giusto che sia in una serata di Coppa dove la Juve fa la Juve, che senza problemi mette in evidenza tutta la sua differenza di valori e la traduce in un risultato rotondo.
É esattamente quel che si chiede a una big, come stiamo tornando a sentirci: essere superiori nell’esatta misura in cui lo si è. Con il piacere di una normalità ritrovata, dentro e fuori dal rettangolo verde.

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