Juve Inter: la classifica non mente
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Juve Inter: la classifica non mente

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Juve Inter: la classifica non mente. L’analisi del momento in casa bianconera dopo la vittoria contro i nerazzurri

Juventus-Inter è finita 2-0, un risultato che poteva anche essere diverso perché la gara per molti tratti è stata in equilibrio, riflettendo qualcosa che mi sembrava già ben delineato prima della partita: noi non siamo inferiori a loro. Il che non significa essere superiori per definizione. Oppure non riconoscere la loro bravura in Champions League al cospetto dei nostri disastri. Ma quella sensazione di soggezione, maturata l’anno scorso fino a prendere solo un punto in campionato e perdere due finali doveva forzatamente essere sparita a priori. Per tre ordini di motivi, l’uno con qualche relazione all’altro.

1) Perché la nostra campagna acquisti è stata più corposa di quella dell’Inter. E prima o poi lo si potrà misurare (e direi che le prestazioni di Bremer o Kostic ne sono una dimostrazione visto che hanno determinato la differenza)

2) Perché la Juve sta crescendo. E si è presentata al Derby d’Italia con la migliore difesa del campionato, che può sembrare strano o non importante vista la nostra posizione di classifica, ma sono evidentemente fatti che generano una sicurezza che oggi la squadra possiede. Così come l’ultima settimana di Fagioli o l’importanza di Rabiot nel percorrere chilometri con efficacia danno un altro spessore al noto discorso sulla fragilità del nostro centrocampo. Diciamo che c’è vita anche senza Pogba se si interpreta alla maniera di Allegri: contenere e uscire fuori col tempo. Se invece abbiamo un’idea di gioco dominante, è possibile che non lo vedremo mai e siamo in buona compagnia di un bel po’ di squadre e di altri allenatori.

3) Perché la classifica non mente. E se dal Napoli ci separa un abisso che può diventare colmabile – per chiunque – solo se loro smettono di vincere tutte le partite, pensare che Juve e Inter fossero due mondi opposti significava anche solo una cosa: non essersi accorti dei loro problemi, che li hanno portati sistematicamente a perdere gli scontri diretti. Leggo spesso tifosi che proiettano l’orizzonte ideale della Juve al quarto posto e mi sembra un riflesso della depressione maturata dall’estenuante percorso dell’anno scorso con quella lenta rimonta per arrivarci con un anticipato margine di sicurezza. Bene, credo che il 2-0 sull’Inter ci abbia regalato il diritto di pensare con maggiore ottimismo e voglia al resto della stagione. Che di opportunità ne presenta diverse. A partire dal vedere crescere un gruppo di giovani interessanti e un’idea di squadra che è consapevole dei propri limiti e lavora sistematicamente per superarli.
La Juve che ha battuto l’Inter mi è piaciuta perché non è scesa in campo per dimostrare nulla, al contrario di quella furente dello scorso Juventus-Inter che giocò la sua migliore gara da squadra che si sentiva inferiore. La Juve ha azzerato i suoi sentimenti, ha acquisito freddezza, nel primo tempo è stata la solita condotta senza acuti, come se il piano gara fosse uscire alla distanza, coerentemente a decine di Juventus di Allegri che nel passato vincevano così le partite, volgendo il tempo a proprio favore dopo aver cercato di ridurre i rischi. Questa è la strategia, la realtà può incartarla o complicarla, stavolta è riuscita e nel secondo tempo si è vista una Juve che ha dimostrato quello che ancora non gli era riuscito: stare su tutti i palloni, crescere atleticamente e nella concentrazione; far uscire fuori i protagonismi individuali e riuscire a portare i centrocampisti a segnare. La Juve che nel primo tempo aveva deciso di non entrare nella contesa è cresciuta e quando si è presentata al duello l’ha vinto, ha dato la spallata e ha vissuto una serata che da un po’ di tempo non si viveva da queste parti.

La classifica non mente. Siamo quinti, ci meritiamo il quinto posto e – di poco e solo in Italia – la Juventus è superiore all’Inter. Prendiamone atto perché comporta delle responsabilità.

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