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LAVAGNA TATTICA – Il mercato ha dato a Pirlo una rosa funzionale?
Non era facile il compito di Paratici. Con limitate disponibilità economiche, bisognava plasmare la Juve di Pirlo
Le difficoltà del mercato
In quest’ultima sessione di mercato, Paratici aveva davanti a sé un compito estremamente difficile. Prima di tutto, la Juve non aveva certo elevate disponibilità economiche: ciò è anche conseguenza di alcuni errori degli anni scorsi, in cui il costo della rosa è salito a dismisura, che però ha portato a tanti giocatori over 30 quasi invendibili.
La pandemia in corso è poi una mazzata per l’intero mondo del calcio: i ricavi si sono ridotti a dismisura, con la Juve che, tra le varie cose, ha dovuto fare a meno dei molti soldi provenienti dall’Allianz Stadium. Infine, c’è stato un cambio di allenatore, che usa uno scaglionamento tattico molto differente da quello di Sarri. Paratici ha quindi dovuto ingaggiare giocatori funzionali per il nuovo allenatore, senza dimenticare l’obiettivo di rinnovare una rosa che, ai microfoni del post eliminazione contro Lione, lo stesso Andrea Agnelli aveva definito molto vecchia.
Prima di analizzare l’operato della Juve, è sacrosanto ricordare queste premesse, che rendevano il lavoro molto difficile.
Ringiovanire la rosa
Un fatto innegabile è che, da quando Paratici ha sostituito Marotta, la Juve è stata brava ad assicurarsi tanti giovani di grande livello. Nell’estate 2019 sono arrivati De Ligt e Demiral (senza dimenticare un Rabiot che vecchio non è di certo), mentre successivamente i bianconeri hanno investito su Kulusevski, McKennie, Arthur Melo e Chiesa.
Evidente il cambio di paradigma rispetto al passato. La Juve sta smettendo di investire tanto (in termini di ingaggio) su calciatori prossimi ai 30, perché sono operazioni che danno poco sul medio-lungo periodo. Anzi, diventa poi un problema quando bisogna liberarsene, come appunto è avvenuto negli ultimi anni. C’era bisogno di costruire una rosa più sostenibile e con prospettive di ampio respiro, e sotto questo punto di vista la Juventus è stata molto brava a porre le basi per un profondo rinnovamento.
Giocatori funzionali
Come abbiamo scritto molte volte, la Juve di Pirlo si difende con un 4-4-2 che diventa un 3-2-5 quando i bianconeri gestiscono il possesso. La difesa a 3 è probabilmente la miglior soluzione possibile per questa rosa, così come il centrocampo a 2. Pirlo ha infatti specificato che la Juve in mezzo ha giocatori che si esaltano soprattutto in una mediana a 2.
In questo modulo, non si può non osservare come l’allenatore abbia veramente tanta scelta in tutti i reparti (tranne forse gli esterni). Dando per scontato il tridente Dybala-Kulusevski-Ronaldo, come alternative ci sono Ramsey (che sembra rigenerato), Morata e in caso di emergenza uno tra Bernardeschi o Chiesa.
Proprio Morata e Chiesa sono, per motivi diversi, le principali incognite di questo mercato. Il primo è stato chiaramente un ripiego dopo le difficoltà nel prendere Dzeko: lo spagnolo proviene da annate in cui non è mai riuscito a imporsi come titolare. Sembra più che altro un rincalzo di lusso, visto che ha limiti tecnici grossi su cui non è mai riuscito a lavorare.
Chiesa invece è un profilo di cui senza dubbio la Juve aveva bisogno. Nel 3-2-5 di Pirlo servono esterni di gamba, che sappiano pestare la linea di fondo e creare superiorità numerica. L’ex Fiorentina risponde a queste caratteristiche, anche se suscita qualche perplessità la sua valutazione economica in un’estate in cui giocatori con esperienza internazionale si sono mossi a molto meno (Hakimi e Reguilon su tutti).
Paratici è riuscito comunque a ringiovanire la rosa, aumentare il livello d’intensità (grosso punto debole degli anni passati) e prendere giocatori funzionali, tranne forse Morata, per il calcio che ha in mente il proprio allenatore. Nel breve periodo, forse la principale incognita riguarda la fascia sinistra, dove Alex Sandro da quinto non sembra poter dare quell’imprevedibilità offensiva di cui ha bisogno Pirlo. Vedremo se, nel caso, Chiesa sarà adattato a sinistra.
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