Juve-Lazio, quando Moggi prese Nedved «con l’inganno»

Alla vigilia di Juve-Lazio ecco il gustoso retroscena dell’acquisto di Nedved alla Juve da parte di Luciano Moggi: «Gli tesi un inganno»

Juventus e Lazio hanno molto in comune. Dalla petizione per gemellare le tifoserie ad un nome che mette d’accordo tutti. Quello di Pavel Nedved. Legatissimo ai colori biancocelesti prima che il suo destino inevitabilmente sposasse la causa bianconera. Anche se il primo approccio con la Juve non è stato dei più facili. A spiegare il retroscena è proprio Luciano Moggi, all’epoca direttore generale nella sua autobiografia “La mia vita normale“.

«Nedved voleva rimanere alla Lazio» spiega Luciano. «Per tutta una serie di motivi tra cui il suo amore per i campi da golf dell’Olgiata. In realtà avevo già un accordo con Cragnotti, ma Pavel non lo sapeva». Da qui allora scatta il piano. «Gli telefonai a Praga spiegando che campi bellissimi c’erano anche nella residenza del dottor Umberto Agnelli, al parco della Mandria, e lo invitai in gran segreto a visitarli. Lui accettò per cortesia e io gli organizzai un volo privato. Non mantenni il segreto con la stampa: al suo arrivo c’erano fotografi e telecamere, a Roma si venne a sapere del blitz. Non fu semplice ottenere la firma, qualche tifoso la prese anche male». Un «sotterfugio» che si è poi rivelato alquanto utile alla Juve nel corso degli anni. In quella calda estate del 2001 assieme a Pavel arrivarono infatti anche Lilian Thuram e un certo Gigi Buffon. Tanto che la partenza di Zinedine Zidane fu presto dimenticata.