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Juve Milan: fare 0-0 per farne un altro
Juve Milan, a cosa serve questo 0-0 ai bianconeri? Forse a farne un altro con la Roma… L’analisi del pareggio di ieri
Le squadre di calcio non di rado sono associate ad altre creature. E il racconto di un campionato è appassionante non solo per il verdetto finale, ma per l’andamento pieno di sorprese, conferme, stranezze e sicurezze, tale che ci fa dibattere in continuazione ben oltre il significato dei risultati. A maggior ragione in questa organizzazione del nostro sport più amato, dove ogni giorno c’è un profluvio di spunti che rendono perfino incerta la definizione esatta delle cose. Nel caso della Juventus, però, c’è un’assoluta novità, qualcosa che in questi termini non abbiamo mai visto e vissuto: una cesura narrativa tra un primo e un secondo tempo, manco fossimo in Full Metal Jacket, dove si passa dall’addestramento dei marines al Vietnam in modo brusco, dopo il suicidio di Palla di Lardo. Ecco, noi siamo esattamente quella cosa lì: a metà film, poco oltre, si è ucciso il nostro sogno scudetto. Non abbiamo avuto neanche bisogno di capire che eravamo più deboli dei campioni d’Italia futuri: glielo abbiamo detto quel titolo tutto l’anno e una settimana prima di arrivare all’incontro ci siamo fatti fuori con l’Empoli. Da lì siamo diventati un esercito sbrindellato, per restare al capolavoro di Stanley Kubrick, non sappiamo mica bene cosa ci stiamo a fare così lontani dalle nostre abitudini, in un territorio ostile.
Non ho ricordi di una stagione così clamorosamente divisa. Unificata solo da una costante: la pochezza delle nostre reti. A oggi siamo il settimo attacco della Serie A, ma non è detto che non si possa anche finire più giù. E questo avendo il vice-cannoniere del torneo, paradosso estremo o, più propriamente, dichiarazione sincera della nostra impotenza diffusa. E se Vlahovic non è in giornata, o trova anche un portiere che lo ferma come ieri su un calcio di punizione ben calciato, ci possono provare tutti gli altri e non è un modo di dire: la palla non entra e finisce 0-0 anche Juventus-Milan. Perdurando un’astinenza da gol su azione in campionato di più di un mese. Roba da interrogare tutti: Allegri in primis, ma non molto dopo anche tutti coloro che in campo ci vanno e pur calciando tanto, pur avendo un po’ di occasioni, non riescono a fare quell’exploit che avrebbe fatto la differenza.
Juventus-Milan mi è sembrata non solo o non tanto la gara di due squadre oggettivamente sconfitte dalla stagione, con due allenatori unificati dalla sensazione che sia finita qui, anche umiliati dal fuoco amico che non è stato né poco, né estemporaneo e né indolore. Ne è uscita fuori una gara da 6,5 per la Juve e da 6 per il Milan, da vorrei ma non posso per entrambi. E, contemporaneamente, da reciproci rispetti, con fasi difensive all’altezza, quasi a mostrare che i due allenatori qualcosa sanno fare nel mettere in campo il loro undici con ordine, applicazione e capacità di non fare giocare l’altro.
Ne sono usciti fuori esaltati i reparti arretrati. Szczesny i confini del senza voto; i rossoneri, rabberciati dietro da una marea di assenze, a mostrare che i sostituti hanno virtù proprio e sanno organizzarsi nell’emergenza. Non esattamente un grande spettacolo, tale da giustificare tutto quel pubblico internazionale di cui si è parlato presente allo stadio e alla visione televisiva un po’ in ogni dove. Ma, verrebbe da concludere, esattamente quel che ci si poteva prevedere da una squadra che non riesce a fare un’intera partita buona da mesi e un’altra che ha vissuto gli ultimi dieci giorni così all’inferno che neanche il Diavolo riesce a sopportare. Difficile dire a cosa sia realmente servito questo 0-0 alla Juve. Magari a farne un altro a Roma in uno scontro diretto più importante e, punto dopo punto, arrivare a una meta che ci meritiamo, ma non così tanto da riuscire ad alleggerire la pesantezza di questo infinito e mortificante girone di ritorno.