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Juve Nantes: per favore, divertitevi e arrabbiatevi
Juve Nantes: l’editoriale dopo il pareggio dei bianconeri all’Allianz Stadium nell’andata degli spareggi di Europa League
Si può parlare della Juventus di oggi prescindendo dalle sensazioni che – per essere il più cauti possibili nelle valutazioni – il clima non sia esattamente tra i più favorevoli? Provo anche a dirla diversamente, che poi è la cosa più importante ed anche urgente. Lasciamo perdere gli umori di noi tifosi, il -15 e quell’idea forte che ci vogliano umiliare o persino cancellare fuori dal campo. E lasciamo perdere anche il rigurgito che ci è venuto su vedendo l’incredibile rigore non dato all’ultimo respiro di Juve Nantes, l’accostamento istintivo a Juventus-Salernitana, il considerarlo la versione europea. La squadra, intesa come spogliatoio, staff, ambiente, come può resistere a tutto questo? Mi hanno colpito i sorrisi ironici di Allegri e altri a fine partita. Sono un principio di rassegnazione, sono la traduzione del pensiero immediato che ho avuto (e credo di non essere il solo): non è anno. Succede, quando si accumulano gli episodi negativi, quando un tiro sulla traversa finisce anche su un palo. Inizi a pensarlo, anche come inconscia assoluzione dalle tue responsabilità. È una tentazione umana, semplicemente umana. Poi, se lo fai diventare un principio di vittimismo, una cultura del complotto e una teoria giustificazionista, allora non sei juventino.
A fine gara, se avessi potuto parlare anche solo a un giocatore come succedeva quando lavoravo a Juventus TV e ne intervistavo qualcuno, o al mister che è sempre stato molto disponibile a ragionare con lucidità proprio nei momenti no, non avrei posto domande. Avrei pronunciato un’invocazione, che è maturata prima del finale, gli ultimi episodi l’hanno solo rinvigorita: per favore, adesso arrabbiatevi e divertitevi. La Juve del primo tempo mi è sembrata una squadra che ha qualità non banali e non le vuole esprimere. La sua cartina di tornasole è Paredes (quello di ieri, non quello del resto dell’annata): è dentro la partita, recupera tanti palloni, si muove bene facendosi trovare libero ma poi fa giocate più che normali. Non sente il bisogno di azzardare qualcosa di realmente decisivo. La squadra costruisce un gol fantastico col suo tridente, dà a Di Maria la responsabilità e il piacere delle giocate, si ritira indietro o allunga il campo col possesso ma non cerca l’esaltazione quando invece potrebbe. Non ha voglia di chiudere le partite perché non si diverte e con uno come Di Maria è un vero peccato. Probabilmente anche di più: un assurdo calcistico, significa che il talento non diventa contagioso neanche quando riesce a dare dimostrazioni di assoluta limpidezza. Nelle grandi Juventus di Allegri succedeva esattamente questo: c’erano connessioni profonde, i pensieri di uno diventavano alchimia. Com’è possibile creare quella meraviglia di 1-0 e non provare il desiderio – che io chiamo divertimento – di rifarla?
E poi c’è il secondo tempo, che nella dinamica del risultato è la sede della maggiore responsabilità perché subiamo il pareggio, anche se io considero più grave non essere andati all’intervallo con un punteggio più largo. Il nostro maggior difetto, la nostra mancata vittoria è nel calcolo errato d’inizio ripresa: la Juve prende gol su una ripartenza quando pensa che sia maturato finalmente l’esaurirsi delle energie del Nantes. In realtà c’erano già segni prima di un Nantes meno compatto: ed è lì, in quegli spazi più ampi quando impostavamo, che non si è vista la giusta determinazione e soprattutto l’intelligenza di squadra per andare a colpirli e affondare. Troppa morbidezza tecnica, troppe palle giocate con approssimazione.
Il turno magari si passerà, il primo round dice che non ne siamo sicuri e non è detto che poi non si possa crescere o crollare, i tornei brevi non sono percorsi lineari, bisogna semplicemente (per dire così) decidere come si sta dentro il ring e sapere colpire e incassare, di volta in volta trovando il pugno del ko e la risposta. Dopo l’1-1 la determinazione si è vista, ai punti la Juve avrebbe vinto ma è andata così. Ma per favore, trovate il nesso di divertirvi e arrabbiarvi, altrimenti non sarà anno, a prescindere dagli altri.