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Juve, 15 anni fa l’ultima partita di Nedved: «Giocatore diverso, un campione»

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Juve, 15 anni fa l’ultima partita di Nedved: «Giocatore diverso, un campione». Il ricordo del 31 maggio 2009

La Juve 15 anni fa salutava Nedved che contro la Lazio giocava la sua ultima partita in bianconero. Il club, attraverso il proprio sito, ha ricordato la Furia Ceca e quella sfida emozionante.

IL RICORDO DELL’ULTIMA DI NEDVED Il 31 maggio 2009, una domenica di primavera e di fine campionato rimasta nella memoria degli appassionati di calcio perché piena di addii speciali, di grandi leggende e campioni che quel giorno hanno disputato la loro ultima partita.

Per chi ha il cuore bianconero come noi però, quella data è legata all’ultima partita con la maglia della Juventus – e della sua carriera – disputata da Pavel Nedved; il calciatore straniero con più presenze nella storia del club (al pari di Alex Sandro, che come lui ha raggiunto quota 327 proprio nell’ultima sfida di campionato in casa)

Il destino poi non poteva che portare in campo contro i bianconeri quel giorno proprio la Lazio – l’altra squadra italiana a cui la Furia Ceca ha legato la sua carriera in Serie A e più in generale nel mondo del calcio. Una gara in cui, come sempre successo negli otto anni in cui ha vestito la maglia bianconera, Nedved non solo dimostrò di essere tutt’altro che un giocatore prossimo “alla pensione”, ma riuscendo poi a essere decisivo: fu lui a firmare l’assist del 2-0 definitivo per Iaquinta, oltre a rendersi protagonista di un vero e proprio assalto alla porta biancoceleste – cercando in ogni modo e da ogni posizione un gol, un’ultima gioia personale con la Juventus.

La prestazione c’è, la rete no, ma poco importa, visto che poi al 39’ del secondo tempo, al momento della sostituzione, Nedved viene travolto dall’affetto dei compagni che corrono ad abbracciarlo – con la standing ovation del pubblico commosso e il successivo giro di campo a fine partita per salutare tifosi che gli hanno sempre dimostrato un affetto speciale.

Difficile in fondo non sentirsi legati a chi, arrivato a Torino nell’estate 2001, era stato caricato da subito di un compito particolarmente gravoso: quello di non far rimpiangere Zinedine Zidane, passato al Real Madrid in quella sessione di mercato, continuando a far vincere una squadra che non contemplava la sconfitta. Un’aggiunta quella di Nedved che si rivelò da subito decisiva in quell’estate di rivoluzione per la squadra bianconera, che nella primavera 2002 portò alla conquista di uno degli Scudetti più dolci e ricordati della nostra storia e che permise poi alla Furia Ceca l’anno seguente a conquistare il Pallone d’Oro 2003.

Un legame con i colori bianconeri rinsaldato ancora di più nel 2006, quando Nedved decise di restare alla Juventus anche in Serie B – guidando poi alla risalita e dando il via a un processo che ci ha riportato a dominare senza sosta per quasi un decennio in Serie A.

Un giocatore diverso, un campione, un artista che 15 anni fa ci ha regalato la sua ultima esibizione.

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