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Juve Roma: né bellini, né perdenti
Juve Roma, né bellini né perdenti: un’analisi del pareggio che i bianconeri hanno ottenuto ieri contro i giallorossi
Vlahovic-Abraham, Allegri meglio nel primo tempo e i continui ridisegni tattici di Mourinho, due difese che funzionano e vengono battute solo su palla inattiva: Juventus-Roma finisce in pareggio – la prima volta nella vita dello Stadium – e anche i commenti del giorno dopo sembrano orientati a spartire il tasso d’infelicità reciproca: la Juve doveva vincere ed è al secondo pareggio in 3 gare, la Roma è apparsa troppo brutta per non generare pensieri negativi nonostante 7 punti in classifica.
Allegri aveva detto alla vigilia parole definitive sul concetto di divertimento. Lui vuole una Juve che per diventare «bellina» vada a finire con l’essere «perdente». Niente di particolarmente originale, è la sua visione da sempre. Semmai a far specie è che il dibattito nasca non nei momenti alti della squadra, quando ci sarebbero le condizioni per una serena disquisizione su certi concetti “culturali”. Prima della Roma, la Juve non era stata né l’uno né l’altro, né bella né perdente. Com’è normale che sia per una squadra in via di costruzione letteralmente – il mercato deve ancora chiudere – e dare giudizi d’inadeguatezza strutturale per uno 0-0 a Genova appare davvero un’esagerazione che solo un calcio isterico può partorire (si veda l’altalena dei giudizi sull’Inter: siamo passati da una squadra che punta a 100 gol all’allarme dopo la prima sconfitta).
La Juve con la Roma non è stata bellina, se con questo termine si intende una squadra che cerca estetismi, che dimentichi la concretezza che richiede la partita. In larghi tratti è stata decisamente affascinante, tutt’altra cosa rispetto alle prime uscite e non solo perché aggiunge nel suo carnet un Vlahovic che segna su punizione (non un dettaglio banale se diventerà un’arma in più). Stavolta sulle scelte iniziali di formazione di Allegri si può serenamente essere tutti d’accordo (lo dico per scherzo, so che ci sono gli irriducibili anti…): Danilo centrale ha aiutato uscite pulite, Cuadrado è stato dominante, Locatelli con l’aiuto di Miretti ha svolto compiti di regia partecipando molto, Rabiot ha dato sostanza alimentando l’azione. Nella confusione mentale della Roma che ha fatto vergognare Mourinho c’è anche quanto fatto dalla Juve attraverso una capacità di occupare il campo e di far girare la palla finalmente all’altezza. Ci si serve sempre sui piedi e si va meno negli spazi di quel che si potrebbe ma almeno lo si fa bene. Il dato dei passaggi chiave è indicativo: la Juve ha ha fatti il doppio della Roma, che pure ha una base tecnica non trascurabile. La fotografia che più ritrae la Juve di sabato è il gol annullato a Locatelli. Lì c’è il meglio di ciò che la squadra oggi esprime e probabilmente anche quello che potrà fare in futuro, aumentando occasioni di questo genere: Vlahovic a combattere e ad allungare gli avversari, Cuadrado a ottimizzare la giocata, l’arrivo dei centrocampisti per creare (e trasformare le occasioni): se la direzione sarà giocare a una punta, questo è il principio di funzionamento. Altrimenti si deve andare sulla convivenza Vlahovic-Milik e bisognerà dare il giusto tempo per stabilire un’intesa adeguata.
La Juve bella non è perdente (e neanche vincente). Quella della ripresa non è riuscita a pungere, è diminuita la determinazione perché non ha gli uomini per farne un elemento identitario del suo modo di essere, ha progressivamente perso le energie nervose, segno che quanto fatto nella prima frazione di gioco non gli è stato naturale, si è speso moltissimo e lo si è pagato inevitabilmente. Poteva essere il solito 1-0 sulla Roma, non diverso da tanti altri, si è sofferto persino meno e proprio per questo sono altri 2 punti buttati via che denunciano la necessità di una rapida sterzata. Ma la Juve di oggi non è quella dell’anno scorso e ci sono già elementi consistenti per dire che non lo sarà, ha una qualità diffusa superiore e barlumi di fiducia nelle proprie possibilità che non vanno dispersi in un inizio di stagione zoppicante.