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Le 11 domande dopo Juve Salernitana
Le 11 domande dopo Juve Salernitana. L’analisi e il commento dopo il pareggio dell’Allianz Stadium e dopo gli episodi finali
Juve Salernitana è finita 2-2 e il risultato è un premio meritato alla condotta di gara della squadra di Davide Nicola. La confusione finale – per usare parole lievi – consegna a un modesto commentatore quale sono una confusione ancor più maggiorata. Generata dal sentimento di disgusto che provo nel vedere il calcio diventare qualcosa di così geneticamente modificato, per il quale la felicità per un gol viene cancellata da una decisione di un laboratorio che funziona decisamente male. Perciò, più che valutazioni, oggi ho in testa solo domande, cerco di estrarne qualcuna sul gioco – che è la cosa che dovrebbe interessarmi di più – e guardo avanti a Juventus-Benfica, infinitamente più interessante nel suo fatto agonistico di qualsiasi parere, compreso il mio. A prescindere dal suo esito finale, sarà un piacere vedere scendere in campo e allontanarsi per un po’ dalle polemiche.
Le domande le metto così come mi sono venute vedendo la partita, in ordine cronologico nei 102 minuti di Juve Salernitana.
- Perché la Juve di Allegri non punta su un modulo fisso? Non sarebbe questo il modo per costruire una sicurezza maggiore in una squadra che ne ha poca?
- Non stiamo rischiando di pensare che il 4-3-3 sia il nostro vestito adatto per un tempo nel quale ci saranno Pogba, Chiesa e Di Maria che ancora non sappiamo quando arriverà?
- Perché la Juve parte regolarmente bene e – a prescindere che vada in gol come in altre gare o che non lo faccia come ieri – finisce per smarrire progressivamente il filo del gioco?
- Perché Allegri insiste su Kean collocato sulle fasce – sinistra di solito e destra con la Salernitana – quando è evidente la sua approssimazione tecnica, la sua impossibilità di essere una versione minore di Mandzukic? Non sarebbe il caso di considerarlo un centravanti, tra l’altro l’anno scorso il migliore goleador di testa e metterlo in quella posizione se si vuole far rifiatare Vlahovic?
- Paredes tocca molti palloni, ma davanti alla difesa la sua interdizione è troppo morbida. Ha bisogno di un mediano accanto, di un recuperatore di palloni? E nel caso, chi sarebbe l’uomo deputato a farlo?
- Se Vlahovic sta crescendo e la squadra lo sta servendo maggiormente fronte alla porta, non è il caso di pensare a un rifinitore dedicato? Può esserlo Milik, che sta dimostrando di sapersi muovere bene in campo?
- Se la rete di Milik fosse stata convalidata com’era più che giusto, avremmo “perdonato” la Juve sulle sue mancanze esattamente come è successo a Milan, Inter e Napoli con le vittorie molto sofferte di sabato?
- Riusciremo a canalizzare la rabbia per l’epilogo finale in determinazione agonistica o questa squadra è strutturalmente incapace di esprimerla?
- Quali sono le procedure di comunicazione della sala Var affinché ci sia la certezza che tutte le immagini a disposizione siano state viste?
- Che cosa è mai successo nel calcio perché una passione che genera adrenalina con la sua visione diretta si sia costretto a rimpicciolirsi in uno studio televisivo? Siamo proprio sicuri che la “dittatura” dell’arbitro di una volta fosse cosi più ingiusta di questo simulacro di “democrazia” tecnocratica dove giudicano più persone e neanche la tecnologia funziona così bene?
- E infine, la più grave: com’è possibile che il calcio televisivo, potenziale forma di spettacolo, abbia generato questa totale invisibilità sulle massime decisioni in diretta? Perché nell’era del Grande Fratello solo la Sala Var rimane un antro oscuro?