Juve da scudetto: perché Allegri può fare l'impresa come Conte
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Juve da scudetto: perché Allegri può fare l’impresa come Conte

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Juve da scudetto: perché Allegri può fare l’impresa come Conte e riportare il tricolore a Torino dopo 3 anni di digiuno

La Juve di Allegri è una delle candidate alla vittoria dello scudetto? Oppure può solo lottare per uno dei quattro posti validi per la qualificazione alla Champions League come ha detto Allegri nella prima conferenza stampa stagionale? Sono queste due delle domande che, tra scaramanzia e obiettività, da una settimana a questa parte rimbalzano con continuità tra addetti ai lavori e tifosi.

La vittoria contro l’Udinese, per come è arrivata, ha dato dei segnali positivi verso un cambiamento di regime rispetto all’anno scorso. Pressing alto, aggressività, voglia di giocare il pallone che si sono tramutati in 3 gol nel giro del solo primo tempo. Nella ripresa la squadra è calata in tutto e ha mostrato alcune delle ombre più scure della stagione passata, ma di bianconeri hanno comunque dato l’impressione di essere diversi rispetto a pochi mesi. Basterà questo per riportare a Torino un tricolore che manca da 3 anni?

ASSENZA DI COPPE

L’assenza di coppe europee è un fattore che può far propendere in maniera importante a pensare che la Juve di Allegri possa tornare a vincere lo scudetto. L’anno scorso i bianconeri hanno sofferto e non poco il triplice impegno settimanale tra Champions ed Europa League sia per difficoltà oggettive (infortuni a ripetizione, stato di forma poco brillante, errori sul mercato) che per le ben note vicende giudiziare extracampo. Il risultato è che nelle partite che contavano (semifinali di Coppa Italia con l’Inter e di Europa League col Siviglia) la Juve ha fallito e a fine stagione ha chiuso anche con batoste importanti (Empoli e Milan).

Senza Conference League la memoria dei tifosi bianconeri va alla stagione 2011-2012, l’ultima in cui la Juve non ha giocato in Europa e la prima di Conte alla guida della Vecchia Signora. Proprio quella Juve, impegnata solo in campionato e in Coppa Italia (dove raggiunse la finale persa col Napoli) riuscì nell’impresa di vincere lo scudetto senza mai perdere una partita.

Conte si ritrovò a gestire una squadra che non portava a casa un trofeo da anni, che veniva da due stagioni molto complicate (i tristemente noti due settimi posti di fila), con una rosa composta da pochi campioni e leader e tanti giocatori affamati e desiderosi di esprimersi al meglio per mettere in bacheca una coppa. Un po’ come l’attuale Juve di Allegri.

ROSA FORTE

La rosa della Juve è forte. Più forte di quella che aveva Conte nel 2011-2012. E probabilmente una delle più forti di questo campionato, nonostante l’unico vero colpo arrivato dal mercato sia stato Weah.

Il reparto dei portieri è rimasto intaccato e la coppia Szczesny-Perin è da considerarsi una delle migliori in Europa. In difesa, tolto Bonucci, è stato portato in prima squadra Huijsen che ha qualità davvero importanti. Senza considerare che Bremer e Gatti, con un anno di esperienza in più, sono destinati a migliorare ancora. La certezza è Danilo con Alex Sandro e Rugani pronti all’uso.

A centrocampo la conferma di Rabiot equivale (quasi) ad un acquisto. Fagioli e Miretti sono ormai delle garanzie come Locatelli e anche McKennie, se dovesse restare, potrebbe tornare utile. Il punto di interrogativo resta Pogba, ma le premesse di questa stagione (incrociando le dita e toccando ferro) sembrano buone.

Sulle fasca sinistra Cambiaso ha già dimostrato di che pasta è fatto, Kostic è una sicurezza e Iling-Junior un talento con qualità uniche. Sulla destra Weah è tutto da scoprire, ma ha già messo in mostra doti che fanno ben sperare.

In attacco la coppia Chiesa-Vlahovic si è presentata subito al meglio con Milik pronto a fare il suo come lo scorso anno e Yildiz che scalpita. L’unico punto interrogativo è Kean, giocatore al centro di voci di mercato che ancora non si è consacrato.

La Juve, insomma, ha una rosa di primo livello per il campionato italiano, è coperta in ogni ruolo a dovere ed è composta da giocatori che, in gran parte, già si conoscono e già conoscono Allegri.

E le altre? Il Napoli, campione d’Italia in carica, parte coi favori del pronostico per lo scudetto anche se ha perso Kim e Spalletti. L’Inter resta una corazzata anche se (forse) si è indebolita in attacco. Il Milan ha cambiato tanto sul mercato, ma Pioli è un ottimo allenatore e saprà modellare la squadra.

Più dietro nella griglia dei favoriti sembrano Lazio, Roma e Atalanta, tutte compagini che possiedono giocatori di qualità e che diranno la loro fino all’ultimo.

MOTIVAZIONI

La vera molla che potrebbe spingere la Juve verso lo scudetto sono le motivazioni. L’anno scorso è stato difficile sotto tutti i punti di vista. I bocconi amari buttati giù da Danilo e soci sono stati innumerevoli. Basti pensare alla figuraccia col Maccabi Haifa e alle due sconfitte col Monza.Tutte le vicende extracampo, poi, hanno ferito nell’orgoglio la squadra che quest’anno deve dare una risposta forte a sé stessa in primis e a tutti i detrattori.

Sulla voglia di riscatto (oltre che sul gioco) Allegri dovrà puntare tantissimo, cercando di pungolare i giocatori a dovere per stimolari, domenica dopo domenica, a dare il massimo e a lasciarsi definitivmente alle spalle tutte tossine del biennio passato. L’impresa scudetto si può e la Juve ha tutto il diritto di crederci.

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