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Juve strepitosa: battuto 3-0 il Barcellona
Gara esemplare, perfetta, dei bianconeri che mettono sotto il Barcellona nel primo tempo, contengono il possesso palla catalano e triplicano con Chiellini. Capolavoro tattico di Allegri esaltato da un Dybala stellare
La partita perfetta, esemplare, di tutto ciò aveva bisogno la Juventus per mettere sotto di brutto la compagine dei tre mostri in attacco con la maglia blaugrana. E così è stato. Un capolavoro tattico di Massimiliano Allegri che ha preparato il match come aveva fatto trasparire da alcune dichiarazioni, supportato da performance individuali di spessore sontuoso, Dybala, Chiellini, Alex Sandro su tutti, ma in toto gli interpreti con la casacca a strisce bianconere, hanno messo in campo prestazioni maiuscole, di grande resa ed effetto. La Juve parte subito forte, imprime pressione alta ai catalani, prende metri di campo e crea subito occasioni, alla seconda chance Dybala, coadiuvato da Cuadrado, sforna una perla lucente che abbaglia la difesa e brucia la rete. Un vantaggio meritatissimo, il Barcellona barcolla e nell’unica disattenzione di un grandissimo Dani Alves, con Iniesta insidia i pali di Buffon che, indossato il mantello da supereroe, devia in angolo.
La Vecchia Signora martella, tiene botta, fa giro palla, respira, riparte e con una manovra corale da spellarsi le mani per gli applausi, giunge la doppietta di un Dybala stellare che insacca con una rasoiata su assist di Mandzukic, mentre Higuain si porta via Piquè e Umtiti. Una Juve con una personalità debordante, che non perde mai la testa, ma soprattutto una fame e una voglia di Champions che i catalani sembrano aver smarrito. Nella seconda frazione Messi e compagni si svegliano e mettono a dura prova le coronarie dei tifosi juventini, creando tre occasioni da rete, ma anche la Juventus produce altrettanto, con un Higuain che si divora una rete e mezza, poi ci pensa un mostruoso Chiellini a inzuccare perfettamente in gol e a far tremare l’arena in tripudio. La Juve talvolta sussulta, ma come si fa a non soffrire un pochino quando hai di fronte le maglie del Barcellona, con un possesso ossessivo. Madama svolge un lavoro immenso con ogni effettivo, Mister Allegri telecomanda i suoi in campo, urla, incoraggia si fa sentire e il drappello si dimostra superiore agli avversari, sciorinando un’occupazione degli spazi ottimale, squadra stretta, cortissima tra i reparti, pronta a ripartire, il centrocampo fa un lavoro sfiancante nelle due fasi con Pjanic e Khedira bravissimi ad aprirsi verso gli esterni in fase di riproposizione e a chiudersi a riccio quando c’è da difendere, gli esterni bassi appena possono, scattano e vanno ma non lasciano mai un centimetro di superficie in fase difensiva, con Alex Sandro che mette a segno una partita pazzesca. Dani Alves ha voglia di rivalsa e fa tutto benissimo, Higuain si batte, Mandzukic è il solito, gagliardissimo, gladiatore macinachilometri, insomma una Juventus fantastica che riesce a triplicare la marcatura su Messi a più riprese.
Luis Enrique esce ancora una volta sconfitto da Torino senza aver mai segnato un gol alla Juve, infrangendo i suoi propositi contro un pacchetto arretrato come quello di Bonucci e soci, che risulta granitico e inscalfibile. Il più forte a livello continentale, praticamente tetragono. Un 3-0 che si rivela un ottimo risultato, il miglior viatico per affrontare i catalani al Camp Nou tra una settimana, ben sapendo che nulla è fatto, che la qualificazione bisognerà andarsela a prendere in Spagna, e che in quello stadio è dura per tutti e ci sarà da soffrire. Ma l’immenso cuore bianconero di tutti i tifosi juventini fibrilla, immagazzina gioia, sprigiona entusiasmo e vuole a tutti i costi la semifinale. Il Barca concede spazi e occasioni, lo avevamo anticipato proprio qui, e Dybala e compagni sanno come colpirlo, però il profilo Juve deve rimanere basso, umile, con testa fredda e voglioso di impresa. E’ terminato solo il primo round, c’è ancora il secondo da disputare, chiaro che l’autostima della squadra è lievitata ulteriormente. Questa Juventus può fare ancora tante, grandissime cose, in questa Champions, l’atteggiamento è quello giusto, crederci è un obbligo.