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Juve supersonica, Giuntoli inammissibile!
Una Juventus cambiata nel modulo fatica nel primo tempo, va in svantaggio, poi nella seconda frazione sboccia una squadra strepitosa che annichilisce il Napoli per 3-1. Le dichiarazioni inaccettabili di Giuntoli
Un match dai più volti, dalle coordinate diverse e matrici variegate, complice un cambio di modulo di Allegri completamente inatteso, inaspettato. Il Mister decide di schierare un 3-4-1-2 per marcare da vicino le tre punte vere del Napoli, una scelta oculata sulla carta, ma che non da molti risultati sul piano dell’intensità della squadra, anche se la Juve nei primi 45 minuti non fa malaccio, ma non è la solita squadrona. I bianconeri cercano di far uscire gli avversari per poi colpirli con i lanci lunghi di Bonucci a saltare il centrocampo, e almeno quattro occasioni clamorose vengono create e non concretizzate da Dybala, su di lui una spinta netta di Strinic, Mandzukic di testa, Higuain fuori di poco in una grande azione, e al tramonto del primo tempo Lichtsteiner vicino al palo, salva Reina.
Nel mezzo la perfetta triangolazione scaturita da Insigne, Barzagli che perde la posizione e Asamoah che fa una diagonale balorda, errata, lasciando un metro di vantaggio a Callejon che insacca. Allegri apporta un correttivo, 4-4-2 nel corso del primo tempo, poi passa nell’intervallo al modulo consolidato e si vedono subito i risultati. La Juventus parte sparatissima e pareggia subito con il primo rigore di Dybala, e si intuisce chiaramente l’intenzione di ribaltare il cursus del match, le casacche a strisce sfruttano il campo in ampiezza, il gioco fluisce automatico e l’intensità raggiunge picchi supersonici, mentre l’avversario partenopeo poco per volta si affievolisce. La Juve comanda le operazioni, i quattro tenori là davanti fanno mirabilie, il ritmo diventa forsennato e il Napoli va in netta difficoltà, sbandando, e subendo la rete di Higuain, 23° successo personale stagionale, e il secondo rigore di Dybala che regala il 3-1. Mandzukic è semplicemente epico: tiene botta, riparte, fa respirare la squadra con una resistenza allo sforzo e alla fatica da antico gladiatore di romana memoria. La Juve inanella, nelle competizioni nazionali, una striscia incredibile di imbattibilità di 37 match, ben 34 vinti, numeri da guinness dei primati. La truppa allegriana dimostra, andando vicina anche al 4-1, di trovarsi a meraviglia con l’abito tattico usuale, quel 4-2-3-1 che comprende il colombiano Cuadrado, semplicemente immarcabile sulla sua fascia di competenza: nelle due fasi fa ciò che vuole. Bravissima la Juve che con un secondo tempo strepitoso conduce in porto una vittoria importante, ma occhio a non sottovalutare il ritorno al San Paolo ai primi di aprile, la finale di Roma è ancora tutta da conquistarsi.
I ragazzi juventini dimostrano, nella seconda parte del match, di saper sfrecciare a razzo in ripartenza e poi abbassare i ritmi a proprio piacimento, gestire, congelare e palleggiare a centrocampo con Pjanic e Khedira, nel primo tempo comprimari e saltati sistematicamente dal gioco lungo. La Vecchia Signora cresce il Napoli si addormenta mostrando la corda e mettendo in evidenza tutte le lacune scoperte tra Real Madrid e Atalanta. Poteva mancare la coda malefica e velenosa? Ovviamente no, in cauda venenum, Giuntoli ds napoletano, si fionda ai microfoni Rai e sentenzia come vergognoso l’arbitraggio, affermando che entrambi i rigori per la Juventus non c’erano, senza però criticare l’operato e il calo dei suoi ragazzi, non in grado di operare un solo tiro nello specchio in tutto il secondo tempo. Parole gravissime, irresponsabili, inaccettabili, ci si chiede cosa aspettino le istituzioni pallonare ad intervenire prontamente. E’ ora di dire basta a questi scempi verbali ingiustificabili. Siamo alle solite, per gli avversari l’odiatissima Juve vince solamente per fantomatici favoritismi arbitrali, mai un’autocritica, mai un’analisi onesta, scevra da veleni mefitici sparsi sul risultato in maniera copiosa.
Il calo del Napoli e l’ascesa di Madama, dal 46°, è parsa a tutti lapalissiana e cristallina, Higuain e compagni hanno meritato la vittoria in lungo in largo, sotto il piano del gioco, della fisicità e della capacità di andare a rete sfruttando le amnesie e le debolezze avversarie, vincendo sul prato verde. Il resto sono solo parole superflue, ritrite, alibi per coprire fallimenti sportivi, spostando il focus su polemiche asperrime. Dichiarazioni pericolose, intollerabili, che confermano ancora una volta il basso status di alcuni dirigenti del calcio nostrano. Figc, ci sei?