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IL FOCUS – 10 gol in 3 partite: Juve, dov’è finita la solidità difensiva?
10 gol subiti nelle ultime 3 partite da una Juve sempre più indifesa: la solidità nel reparto arretrato sembra ormai un ricordo
Juve-Monza 0-2 ci racconta, oltre che di una squadra ormai tornata in un evidente ciclo negativo che può assomigliare a quello di inizio anno (e qui centrano sempre i brianzoli), anche di una solidità difensiva che appare ormai un ricordo lontano e sbiadito nel tempo. 10 i gol presi nelle ultime 3 partite da una squadra che, solo fino a qualche settimana fa, sembrava difficilmente battibile, tanto da aver portato a otto le gare di fila senza una rete al passivo. Dalla trasferta di Napoli in poi il buio più totale, a partire da chi, come il capitano Danilo, era prima una colonna e ora solo uno dei tanti finiti in mezzo all’insufficienza generale. Il brasiliano, anche oggi, con la complicità di Kostic, ha lasciato più di un buco nel quale Ciurria si è infilato a più riprese, portando avanti la squadra di Palladino, che solo pochi minuti prima di era vista annullare per fuorigioco un gol di Caprari.
Ma se Danilo è colpevole, Bremer e Gatti non sono da meno. Anche l’altro verdeoro non è al meglio nelle ultime partite e, dopo la terribile prestazione offerta al Maradona, nel quale Osimhen gli è più volte scappato via senza incontrare opposizioni, anche quest’oggi allo Stadium la figura è stata di quelle poco rassicuranti per il futuro. L’ex Frosinone, catapultato forse in una dimensione più grande di lui, non ha mai convinto in pieno fin qui, finendo ad un certo punto anche dietro quel Rugani, che in estate si voleva vendere, nelle gerarchie. In panchina c’era poi Alex Sandro, un altro che domenica scorsa, quando l’Atalanta a Torino si permise il lusso di bucare per tre volte la porta di Szczesny (un altro non al massimo della forma), è sembrato tutt’altro che sicuro. E con un gennaio ormai al termine, ad alcuni, potrà venire il rammarico di non essere riusciti a puntellare un reparto sul quale ora più che mai bisognerà lavorare. Perchè la salvezza, come ammesso anche da Allegri, passa anche dal non prendere gol. O almeno dal non prenderne più 10 in 3 partite.