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Juve Verona partita chiave per il sogno scudetto: ora ci crede anche Allegri
Juve Verona partita chiave per il sogno scudetto: ora ci crede anche Allegri. I bianconeri allo Stadium devono riconfermarsi
La parola scudetto non è più tabù per la Juve. O meglio, per Allegri. Ma col Verona serve un’altra risposta da grande squadra. Per non vanificare quanto di buono ottenuto domenica scorsa a San Siro col Milan. E per andare in testa alla classifica della Serie A almeno per una notte.
Allegri ieri nella conferenza stampa di presentazione di Juve Verona si è lasciato ‘scappare’ (forse) per la prima volta da quando è iniziato il campionato la parola scudetto. «Nessuno vuole cacciare indietro la parola Scudetto – ha detto l’allenatore – Il calcio si vive di momenti, ma bisogna essere realisti. Stiamo lavorando bene, bisogna migliorare e lavorare quotidianamente per farlo. Questa squadra ha futuro, bisogna consolidarlo facendo crescere la squadra a livello tecnico e mentale, in modo da costruire una squadra solida. Bisogna essere molto bravi a fare questo, allo stesso tempo con l’obiettivo chiaro di entrare nelle prime 4 posizioni per giocare la Champions l’anno prossimo poi le valutazioni le faremo a fine stagione».
Qualcosa è cambiato nella testa di Allegri rispetto ad una settimana fa? Forse si. Dall’inizio del campionato i bianconeri sono stati considerati quasi sempre come favoriti. Quasi, perché per molti addetti l’Inter è superiore e Milan e Napoli allo stesso livello della Vecchia Signora. Il fattore coppe, comunque, è destinato ad incidere. Magari non nell’immediato, ma nei mesi caldi della stagione (marzo, aprile e maggio) probabilmente si. Allegri, da tecnico esperto navigato, conosce il vantaggio di avere una settimana libera per preparare ogni partita, recuperare i giocatori, allenare la squadra.
Se col Milan c’è stato un primo, importante passo verso i sogni di gloria da scudetto battendo una diretta concorrente, stasera allo Stadium la Juve dovrà riconfermarsi. E nel calcio riconfermasi non è mai semplice perché ogni partita ha una storia a se. E’ vero che sulla carta il match sembra decisamente alla portata della Vecchia Signora, ma lo stesso Allegri ha sottolineato i pericoli che può nascondere una gara del genere: «Le insidie della partita di domani ce ne sono molte – ha affermato ieri in conferenza stampa – Il Verona è partito molto bene, ha grande forza fisica, ti impegna fisicamente all’interno della partita, ha dei buoni giocatori. Per dare valore alla vittoria di Milano di domenica scorsa bisogna fare risultato, altrimenti buttiamo in mare quanto fatto domenica». Il diktat è chiaro: vietato ripetere gli errori commessi col Sassuolo. Anche perché il Verona, non allo Stadium ma tra le mura amiche del Bentegodi, negli anni passati ha creato più di qualche grattacapo ai bianconeri.
L’occasione di oggi può essere buona anche per capire che impronta vorrà continuare a dare Allegri al gioco della squadra. Col Verona si rivedrà una Juve attendista e paziente pronta a colpire al momento giusto l’avversario come con Milan e Torino? O una Juve più improntata a dominare gli avversari e a giocare in avanti come si è vista, in parte, con Udinese e Lazio? L’eventuale impiego di Vlahovic e Chiesa di nuovo dall’inizio come coppia titolare in attacco potrebbe fornire indicazioni più precise, in un senso o in un altro.
Allegri, comunque, dopo il patatrac di Sassuolo ha ridato solidità difensiva alla squadra, elemento di primaria importanza per il suo modo di intendere il calcio. A questo, poi, si sta unendo sempre di più la forza di gruppo che ha dimostrato di saper sopportare anche le pesanti squalifiche di Pogba prima e Fagioli poi. Senza dimenticare le certezze che in campo danno alcuni giocatori come Szczesny, Bremer, Gatti, Locatelli, oltre ai due big dell’attacco. E la crescita di condizione dei vari Kostic, Rabiot, Weah e Kean dopo un inizio sottotono.
Gli ingredienti per tornare a vivere una grande annata ci sono tutti. Allegri ora ci crede e non ha più paura di pronunciare la parola tabù. Ora la palla passa al campo e al Verona. Per vincere. E per trascorrere una bella notta da prima in classifica. Come dalle parti della Continassa non si vedeva da anni.