News

Juventus a picco, i numeri di una crisi senza fine. E’ il momento di prendersi ognuno le sue responsabilità

Pubblicato

su

Juventus in crisi e senza idee: i numeri sono impietosi. Ora urge una svolta per non fallire la qualificazione alla Champions

E’ una crisi senza fine, e ora anche la qualificazione in Champions – obiettivo minimo stagionale – pare a rischio. La Juve non vince dal 25 febbraio, ma il periodo nero è cominciato a fine gennaio. Da due mesi a questa parte la squadra sembra essersi smarrita e la situazione contro Genoa e Lazio è precipitata. Le prestazioni delle ultime due partite sono state senza attenuanti e i giocatori sono apparsi completamente privi di motivazione. Gli errori tecnici sono stati evidenti e la formazione iniziale vista contro la Lazio ha destato parecchie perplessità. Ma ciò che meglio fotografa la crisi dei bianconeri sono i numeri: 7 punti nelle ultime 9 partite.

Un ruolino di marcia da zona retrocessione, semplicemente inaccettabile per una squadra come la Juventus. Il rendimento è da incubo, e solo Salernitana, Frosinone e Sassuolo hanno fatto di peggio. Lo spartiacque della stagione della Vecchia Signora è stata la gara pareggiata per 1-1 contro l’Empoli, lo scorso 27 gennaio. Infatti, da li in avanti, ha cominciato ad inanellare solo pareggi e sconfitte, ad eccezione della vittoria contro il Frosinone, all’ultimo respiro. I numeri da fine gennaio ad oggi sono impietosi e dimostrano come la Juventus si sia prima arresa e poi completamente persa. Dalla gara contro l’Empoli la squadra di Allegri ha subito 13 reti. Un dato in netta controtendenza rispetto alla prima parte di stagione nella quale i gol incassati, in 21 giornate, erano stati soli 11.

Quello che più lascia attoniti è, però, l’atteggiamento senza più quella cattiveria e la fame che l’aveva portata, fino alla 22ª giornata, ad essere in piena lotta per lo scudetto. La Juventus aveva vinto molte partite di “corto muso” e tante sfide le aveva portare a casa segnando all’ultimo minuto. È possibile che un pari in casa, in inferiorità numerica, abbia causato una crisi senza precedenti? Era dal 1999 che il ruolino di marcia dei bianconeri non era così preoccupante. In quella stagione la squadra di Lippi, priva di Del Piero, era scivolata nel baratro e dopo un 2-4 in casa contro il Parma, e il tecnico viareggino aveva deciso di dimettersi. Il cambio in panchina non aveva giovato vista la ripartenza in Europa dall’intertoto. Adesso, la situazione non è ancora compromessa ma si è complicata, la Champions League rimane imprescindibile anche dal punto di vista del bilancio.

Le inseguitrici, però, hanno una marcia in più rispetto ai bianconeri, proprio come il Milan che da gennaio ad oggi ha ridotto il gap e poi superato la Juventus attestandosi al secondo posto staccando Allegri di 6 punti. Gli uomini di Pioli hanno strappato ben 13 punti alla Vecchia Signora in 9 giornate. Ora, la Juventus deve necessariamente guardarsi le spalle e fare i conti anche con un calendario tutt’altro che agevole. Il Bologna spinge, la Roma con la cura De Rossi ha ripreso la sua marcia e punta ad un piazzamento Champions, proprio come l’Atalanta.

Proprio i rossoblù e i giallorossi saranno 2 degli otto avversari che la Juventus dovrà affrontare da qui al 26 maggio. Il calendario di aprile prevede anche la Coppa Italia che per i bianconeri può essere la scialuppa di salvataggio per rendere meno amara questa stagione. Una qualificazione risicata alla Champions non può cancellare una crisi così profonda e della quale, fino in fondo, non si comprendono le ragioni. La Juventus, 2023/2024, ha due facce, con un prima parte di stagione da sogno e un girone di ritorno da incubo. Adesso, però, Allegri è chiamato a trovare una cura perché le gare contro Lazio in Coppa Italia, Fiorentina, Torino, Cagliari e Milan, in campionato, appaiono come una montagna enorme da scalare, viste le recenti prestazioni. In queste partite, i bianconeri non potranno più sbagliare perché ogni passo falso può risultare fatale e il tesoretto accumulato nella prima parte di stagione è già andato in fumo.

Preoccupano ancora di più le ultime prestazione “vuote” contro Genoa e Lazio, con la squadra apparsa totalmente in confusione così come alcune scelte azzardate di Allegri. I bianconeri hanno preso troppi gol e hanno anche smarrito la vena realizzativa. Da due gare consecutive la squadra non segna e contro la Lazio il primo tiro in porta è arrivato al 41’ minuto. La Juventus, nelle prossime sfide, ritroverà Dusan Vlahovic che fino a qui ha realizzato 15 reti, ma non può aggrapparsi solo a lui. Inoltre, nulla pare scuotere i giocatori, il ritiro prima del Genoa non ha sortito gli effetti sperati e anche la pausa delle nazionali non ha portato benefici, anzi, alcuni giocatori sono apparsi più svagati del solito e i tifosi non hanno digerito alcuni volti sorridenti pizzicati sui social dopo il triplice fischio all’Olimpico.

Adesso, resta da capire quando finirà questa crisi anche perché fallire la qualificazione alla Champions sarebbe un danno imperdonabile, anche in termini economici. La società conta soprattutto sulle entrate provenienti dalla coppe europee per fare mercato e per come si era messa la situazione fino alla 22ª giornata, raggiungere l’Europa pareva scontato. Adesso non è più così e i fantasmi del passato sono tornati a tormentare le stanze della Continassa: 7 punti in 9 giornate è un incubo dal quale si deve uscire il più in fretta possibile per evitare di buttare alle ortiche una stagione che era partita con altre premesse. La squadra, quest’anno, non ha nemmeno l’alibi delle questioni extracalcistiche, è il momento in cui giocatori, allenatore e società devono prendersi le loro responsabilità

Exit mobile version