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Dentro il progetto Juventus for Special: «Il calcio come strumento e portatore di un messaggio». A Vinovo nella Giornata internazionale della disabilità – VIDEO
Juventus for Special: a Vinovo per conoscere da vicino questo progetto nella Giornata internazionale della disabilità – VIDEO
(inviato a Vinovo) – Domenica 3 dicembre 2023, Giornata internazionale delle persone con disabilità. La Juventus ha aperto le porte dell’Ale&Ricky di Vinovo per entrare a contatto in maniera diretta, significativa, con il progetto Juventus for Special. Prima un piccolo passo indietro per spiegare cosa ruoti attorno a questo universo. Dalla stagione 2017/18 il club bianconero ha aderito al progetto Quarta Categoria, il torneo di calcio a 7 dedicato esclusivamente ai ragazzi con disabilità cognitive e relazionali, che prevede la suddivisione delle squadre in base al grado di disabilità nelle 3 categorie omogenee – Quarta, Quinta e Sesta. L’obiettivo di Juventus for Special è quello di favorire l’inclusione di persone con disabilità cognitivo relazionale attraverso la pratica sportiva. E i risultati in questi anni sono stati toccati davvero con mano: campioni italiani all’esordio nel campionato Quarta categoria nel 2018/19, vittoria al Torneo interregionale Piemonte-Sardegna nel 2020/21 ma anche la vittoria del Torneo Regionale (Piemonte e Valle d’Aosta), le finali Nazionali e le finali del Torneo internazionale organizzato a Vienna della squadra del Terzo livello nel 2022/23. Il 25 giugno 2018 c’è stata la speciale celebrazione in Senato mentre recentemente, il 5 ottobre 2023, sono state premiate in Regione le tre squadre regionali laureatesi campioni nelle loro categorie (Juventus For Special, Torino F.D. e Terzo Tempo). Insomma, già un sacco di soddisfazioni in pochi anni di vita per un progetto che attualmente coinvolge 75 atleti, suddivisi in quattro gruppi squadra, e 20 figure che compongono lo staff tecnico.
Ma torniamo a Vinovo. Per raccontare meglio questa realtà, l’Ale&Ricky ha ospitato una partitella a ranghi misti tra Juventus for Special, Juventus Next Gen, U19 femminile e maschile. Juventus is Juventus il nome dell’evento, a simboleggiare la grande famiglia bianconera che ingloba sotto di sé tutti i suoi giocatori. Juventus Black (nella quale erano presenti Leonardo Cerri e Tarik Muharemovic della Next Gen, Michele Scienza della Primavera e Giorgia Berveglieri della Juventus Women U19) che ha battuto 4-3 la Juventus White (rimpolpata dai Primavera Alessandro Bassino ed Alessio Vacca, il Next Gen Tommaso Mancini e le Women U19 Giulia Robino e Valentina Piccardi). In gol per i Black Berutti su rigore, De Caria (doppietta) e Molè, mentre per i White doppietta di Vetro e gol di Fazzetta. Risultato a parte, è stata l’occasione per far respirare a pieno polmoni l’importanza di questo progetto. A tutti. Ai più grandi e a più piccoli, che han riempito l’intera tribuna di Vinovo per l’evento. Sotto l’occhio attento anche dei mister Brambilla, Montemurro e Montero e della dirigenza composta da De Ceglie, Scaglia, Storari, Pessotto, Calvo e Morganti. Inclusione, sport, superamento di limiti e barriere i tre denominatori.
Juventus for Special: Gallina, Dema, Miegge, Tealdo e Berutti. Le parole di chi vive questo progetto
«Fin dall’inizio con Juventus è nata una sinergia importante perché siamo sempre stati considerati una delle tante squadre del mondo Juve. – Così Gianluca Gallina, responsabile tecnico del progetto sportivo -. L’inclusione è poter dare gli stessi diritti, la stessa dignità, che tutte le persone hanno. Essere disabili non significa vivere in una condizione di inferiorità, di svantaggio. È un progetto sportivo, è importante rivendicare questo aspetto qua, e ha un impatto sociale molto importante ma per noi è importante fare calcio. I nostri atleti sono trattati esattamente come atleti, senza sconti. Io non mi sento un allenatore di Serie B perché alleno una squadra con disabilità, perché anche se allenassi una squadra di settore giovanile l’allenerei nello stesso modo. Il calcio è uno strumento, è un amplificatore sociale, ci ha permesso di portare un messaggio molto importante per il progetto che andiamo anche a raccontare nelle scuole».
Parola poi a Silvia Dema, allenatrice del secondo gruppo: «Il nostro modo di allenare i ragazzi è lo stesso che viene utilizzato qui per le giovanili della Juventus. È il modo in cui tu hai lo sguardo della persona, noi insegniamo loro a giocare a pallone. Il calcio, per qualsiasi atleta, veicola altri mille aspetti, quindi per loro diventa importante non solo per lo sport in sé bensì tutto ciò che può insegnare, per la vita. Questo è un fattore molto importante».
Il coordinatore generale del progetto, Marco Tealdo: «La giornata di oggi ha un’importanza epocale, l’abbiamo vista come una grandissima opportunità per uscire a vita pubblica anche all’interno della società. Abbiamo la consapevolezza che il messaggio che viene dato al mondo attraverso la nostra organizzazione è enorme, importante, e merita di essere amplificato. Ma questa esperienza deve parlare anche al mondo del calcio, per candidarsi come modello alternativo di far calcio, di fare sport, di vivere l’agonismo all’interno di un contesto professionistico. Informare un contesto, un’organizzazione che l’inclusione attraverso lo sport non solo è possibile ma è già una realtà in cammino è un punto luminoso a cui non possiamo rinunciare. La disabilità non è una condizione che rende le persone più sfortunate ma è una delle tante possibili condizioni dell’esistenza umana. Come tale deve essere equipaggiata da una vita come tutte, quindi accedere a determinati palcoscenici, avere l’ambizione di essere bravi in qualcosa».
La giornata poi è stata vista da una prospettiva diversa, quella di Massimo Miegge, presidente del progetto: «Per i ragazzi si rappresenta uno spazio di protagonismo, la rappresentazione di un ponte che si crea tra loro e un mondo che normalmente vedono solo attraverso tra i mass media. Da una parte è un grande riconoscimento, una grande emozione, dall’altra è una normalizzazione vissuta con spontaneità e naturalezza».
Lo sguardo finale di Gianluca Berutti, calciatore che vive in prima persona questo progetto: «L’emozione era al top oggi, ho sempre sognato fin da piccolo di indossare questa maglia. Spero che le emozioni vissute oggi non siano le ultime perché ci fanno crescere anche come squadra, come livello di conoscenza. È stata bellissima come giornata. Gol su rigore? L’ho calciato bene, sono stato tranquillo. Quando sono dal dischetto penso solo a calciare. Mi ispiravo a Dybala, è giovane e mancino. Anche bravo tecnicamente. Mi assomiglia anche un po’ a livello di fragilità nei muscoli (ride ndr)».