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Tre (grandi) risposte per la Juventus: da quali segnali e da quali certezze potrà ripartire Thiago Motta dopo la sosta

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Juventus, Thiago Motta può contare su tre grandi risposte prima della sosta da parte della sua squadra, reduce dal successo contro il Torino

La Juventus assapora un retrogusto diverso nell’incamminarsi verso la terza sosta stagionale dedicata alle Nazionali. Il 2-0 nel derby della Mole contro il Torino segna infatti il primo successo dei bianconeri, quest’anno, prima della pausa: nei due precedenti si erano verificati due pareggi contro Roma (0-0) e Cagliari (1-1). Ma al di là del risultato, i segnali arrivati dall’Allianz Stadium non possono non soddisfare Thiago Motta: una squadra che sta impersonificando sempre più l’idea di gioco dell’allenatore, di dominio. Si erano già visti ottimi segnali di crescita ad Udine e a Lille, ma la stracittadina ha segnato un altro passo in avanti deciso per ciò che vuole vedere il tecnico italo-brasiliano. Concesso praticamente nulla al Toro difensivamente parlando, e in avanti la decisione di aprire e chiudere la partita. Ne abbiamo isolate tre, di risposte, da cui ripartire dopo la sosta.

Solidità difensiva ritrovata

A inizio stagione la Juve aveva abituato benissimo i suoi tifosi, lato gol subiti: solamente 1 in 7 partite. Poi 10 nelle successive 6. L’infortunio di Bremer, lo abbiamo più volte ripetuto, ha inciso indubbiamente, facendo perdere riferimenti e certezze al centro del reparto. Ma non va tutto collegato allo stop del brasiliano, perché nelle sei gare dopo il suo infortunio di Lipsia – a cominciare proprio da Lipsia – sono venuti a mancare tanti, troppi, meccanismi difensivi. Non solo nella linea davanti a Di Gregorio/Perin, che di colpe ne ha avute parecchie in tutti i singoli, ma collettivamente qualche ingranaggio aveva inceppato il suo funzionamento. Ma il primo segnale per Thiago Motta, da queste ultime partite, deriva proprio da una solidità difensiva ritrovata. 0 gol subiti contro l’Udinese, 1 contro il Lille (bisogna dirlo, nell’unica chance concessa ai francesi) e 0 contro il Torino. Clean sheet a parte – 9 in 12 match di Serie A, nessuno ci è riuscito in questa stagione nei maggiori cinque campionati europei – la sensazione che ha lasciato la squadra è di aver ritrovato quella compattezza che parecchio era mancata, ripetiamo, post infortunio di Bremer.

Tre punti fermi a centrocampo

Thiago Motta ha spiegato più volte la sua filosofia: nessun vice, tutti titolari. E questo pensiero lo abbiamo fatto nostro, tutti. Nelle ultime partite, però, qualche punto fermo, qualche certezza, si sta intravedendo con maggiore continuità rispetto ad altri. Il mirino va sul centrocampo. Locatelli, Thuram e Koopmeiners sembrano aver assunto in maniera determinante le vesti di spina dorsale di questa squadra. «In questo momento stanno bene tutti e tre – ha dichiarato Thiago Motta nella conferenza stampa post Juve Torino -. Khephren è entrato con grande intelligenza calcistica, di capire i suoi compagni, interpretare il ruolo. In questo momento sono tre giocatori importantissimi che abbiamo in squadra. I momenti cambiano, spero che possano alzare il loro livello ma abbiamo altri giocatori come Douglas Luiz, Fagioli, Adzic e McKennie. I centrocampisti personalmente mi piacciono molto, parte tutto da lì». Parte tutto da lì, ed è una verità inconfutabile.

Locatelli sta disputando una stagione tecnicamente, tatticamente, di leadership, straordinaria: il mistero sul perché non sia ancora convocato in Nazionale rimane, ma TM se lo coccola nella sua Juventus, consapevole del lavoro incredibilmente prezioso che svolge davanti alla difesa in termini di interdizione ed equilibrio soprattutto. Poi Thuram, quelle caratteristiche che nessuno ha in rosa e che spiccano enormemente. La grandissima capacità di riconquistare palla e fiondarsi direttamente in avanti in progressione. Spacca a metà le linee avversarie. E infine Koopmeiners, ancora alla ricerca del primo gol in bianconero (questa l’unica cosa che gli si può rimproverare) ma mente e anima dello sviluppo offensivo della squadra. Dirige, telecomanda i movimenti, si abbassa e si alza a ripetizione per ricevere il pallone. Lo vuole fortemente il pallone, il flusso deve passare dai suoi piedi. Per prendersi la squadra sulle spalle.

La forza delle fasce

4 gol e 3 assist per Yildiz, 4 gol e 2 assist per Weah, 2 gol e 5 assist per Conceicao. Thiago Motta ha nelle sue mani oro puro sulle fasce: diamanti grezzi da forgiare e far crescere (non dimentichiamoci che Yildiz è 2005, Weah 2000 e Conceicao 2002). Ma quanto fatto vedere nelle ultime partite dimostra la grandissima forza, il grandissimo patrimonio su cui può contare la Juventus sulle corsie laterali d’attacco. I tre si alternano, si interscambiano di posizione ma anche di titolarità perché l’allenatore li ha fatti girare con intelligenza. Due cominciano, il terzo entra e spacca la partita. È successo a Yildiz contro l’Inter (doppietta), è successo a Conceicao contro il Torino (assist) dopo i gol degli altri due. La Juve ha costruito attorno ai tre esterni i grandi numeri offensivi dell’ultimo periodo: in attesa del ritorno in campo di Nico Gonzalez e senza dimenticare la presenza in panchina di Mbangula. Ah, mettiamoci dentro anche Andrea Cambiaso in tutto questo: di professione terzino, ma esterno tutto campo per vocazione. Totale la sua partita nel derby della Mole.

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