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Juventus, dentro i problemi: i tre casi che non hanno aiutato Allegri

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Juventus, dentro i problemi: i tre casi che non hanno aiutato Allegri. L’analisi su tre giocatori bianconeri

Dentro i problemi della Juventus. La sconfitta contro il Monza ha messo ancora più a nudo le fragilità e i problemi di questa squadra. Che non vince da quasi un mese (due pareggi e tre sconfitte), che si è mostrata in difficoltà e priva di idee anche con il fanalino di coda del campionato. Colpe da suddividere, chiaramente: e ci sono tre casi che non hanno certamente aiutato Massimiliano Allegri in questo inizio di stagione.

Angel Di Maria

Non è stato l’impatto che certamente ci si aspettava da un giocatore come lui. A lungo corteggiato, fortemente voluto, inseguito durante l’estate fino a strappare il fatidico sì. Ma le risposte sul campo da Angel Di Maria, fin qui, non sono ancora arrivate. Negli occhi il ricordo più dolce è lo straordinario esordio contro il Sassuolo: gol, assist, partita maiuscola. Poi, l’inizio dei problemi. Infortunio agli adduttori che lo ha costretto a saltare quattro partite con Sampdoria, Roma, Psg e Salernitana, intervallate da un momentaneo ritorno in campo con Spezia e Fiorentina in cui il Fideo ha mostrato di non essere chiaramente al 100%. 36′ al rientro col Benfica, poi la titolarità a Monza. 40 minuti in ombra, poi il fallo di reazione ai danni di Izzo e l’espulsione diretta che gli costerà dalle due giornate di stop in sù. Salterà Bologna e Milan, forse il derby col Torino: il “tradimento” peggiore ad Allegri nel momento più delicato della stagione. Proprio da chi non ti aspetti.

Paul Pogba

Il Chivas è solo un lontano ricordo. È stata quella l’unica cartolina del Pogba bis alla Juventus, la prima amichevole dei bianconeri nella tournée negli Stati Uniti. Il francese, infatti, ha rimediato una lesione del menisco laterale del ginocchio destro negli USA, optando inizialmente per una terapia conservativa di 5 settimane tra piscina e palestra (3 settimane) e poi in campo con un lavoro differenziato. Secondo le prime previsioni, il Polpo sarebbe dovuto tornare intorno alla metà/fine di settembre, se tutto fosse andato nel verso giusto. Ma così non è stato. I primi lavori sul campo non hanno portato gli effetti sperati: il dolore è persistito, così in data 5 settembre l’ex United è stato operato di meniscectomia artroscopica selettiva esterna. Tempi di recupero stimati intorno alle sette/otto settimane, ma l’annuncio di Allegri nella conferenza stampa pre Psg Juve «Lo rivedremo a gennaio» ha virtualmente fatto slittare il suo rientro. Una tegola che ha mutato tanto, tantissimo, i piani inizialmente previsti per il centrocampo bianconero.

Federico Chiesa

Partiamo un attimo da cosa disse Chiesa il 10 giugno sul suo rientro: «Il mio sogno è quello di tornare in campo il prima possibile, però ci sono delle tabelle da rispettare. Stiamo facendo un grandissimo lavoro, al campo sono contornato da grande professionisti. Lo staff medico della Juventus è fantastico, adesso ho ricominciato a correre e sto facendo i primi cambi di direzione. Penso che per l’inizio di settembre sarò pronto, vediamo se riuscirò a fare qualcosina prima. Per essere sicuri e non avere ricadute penso settembre». Questo era l’iniziale programma per il Chiesa-back dopo la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro di gennaio 2021. I tempi per il suo recupero, però, si sono allungati, facendo così slittare le varie tempistiche previste. L’esterno classe ’97 ora sta lavorando in modo personalizzato sul campo, e si spera possa ricominciare a lavorare con la squadra prima della sosta per il Mondiale, intorno ad ottobre/novembre. Allegri lo riavrà al 100% della sua condizione però soltanto a gennaio: e sarà un recupero fondamentale. Sia per la caratura del giocatore, sia perché la sua assenza in questi mesi non ha permesso all’allenatore di attuare tutte le rotazioni che aveva in mente, vista la mancanza di alcune pedine fondamentali. Chiesa appunto.

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