Juventus Women
Cos’ha lasciato la sfida europea Juventus Women Barcellona
Sei punti di riflessione per mappare il processo di crescita del progetto Juventus Women dopo la doppia sfida europea con il Barcellona
(inviato a Barcellona) La seconda stagione in Women’s Champions League lascia tracce importanti nel processo di crescita del progetto Juventus Women, al suo terzo anno di vita. Dopo l’esclusione netta dello scorso anno con il Brøndby, le bianconere escono dai giochi anche quest’anno al primo turno. Ma la doppia sfida con il Barcellona, finalista la passata stagione e candidata ad arrivare fino in fondo anche quest’anno, proietta le ragazze di coach Rita Guarino in una dimensione ben più consapevole a livello europeo. Il confronto torna utile non solo nelle dinamiche strettamente legate al campo, ma per una mappatura del progetto più ad ampio raggio.
LIVELLO. Le Juventus Women tengono testa al Barcellona per tutti i centottanta minuti, pur non avendo giocato alcuna partita ufficiale prima della gara d’andata. Le catalane ottimizzano un’occasione per tempo ad Alessandria e due nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo nella gara di ritorno. Ma le bianconere di coach Rita Guarino non solo non escono mai dalla partita, riescono pure a mettere in evidente difficoltà le avversarie nei primi venti minuti in casa loro. L’esperienza mondiale delle nazionali sarà certamente tornata utile per impreziosire il lavoro compiuto in questi poco più di due anni a Vinovo, la forbice appare notevolmente ristretta rispetto al passato. Il valore delle singole fa ancora la differenza in favore delle spagnole, ma le italiane sono certamente sulla buona strada. [La doppia sfida finisce 4-1 per il Barcellona]
ORGANIZZAZIONE. Impeccabile il club bianconero in occasione del match interno. Seppur lo spostamento ad Alessandria potrebbe creare qualche problema, Juventus si pone con la massima efficienza di sempre. Impostazione da Champions, nessuna differenza con il mondo maschile, chiaramente al netto dell’entità dell’evento. Il Barcellona trasmette la sua grandezza da top club anche nel settore femminile. Eppure, nella cura di alcuni dettagli, Juventus appare oggettivamente così perfetta da farsi preferire. [+1 Juventus]
STRUTTURA. Il Ministadi Johan Cruyff di Barcellona è un gioiellino di fresca costruzione. Ospita fino 6 mila tifosi e ha sostituisce da poco il Mini Estadi situato di fronte al Camp Nou. Trattasi di un impianto all’avanguardia, di ultimissima generazione. Per il club un valore aggiunto che può fare la differenza, in ogni situazione legata all’evento sportivo. Su questo fronte, Juventus è l’unico club in Italia che sta pensando a una soluzione alternativa allo Stadium che possa sostituire la piccola struttura di Vinovo. Sia chiaro: il problema dell’impianto di gioco in Italia non è solo della Juve, e non potrà essere risolto solo dalla Juve. L’intero Paese, infatti, presenta impianti vecchi e inadeguati per i tempi del mondo del calcio in generale, molti al limite dell’agibilità: dalla Serie A alla Terza Categoria, la maggior parte delle strutture non consentono di svolgere piena attività regolarmente e di ospitare in sicurezza un pubblico numeroso. E di questo non possono che pagarne dazio soprattutto i movimenti più piccoli, o quelli che vivono un processo di espansione come il calcio femminile. [+1 Barcellona]
ENTUSIASMO. I dati dicono Italia. Al Moccagatta di Alessandria si contano 5662 spettatori, sold out. A Barcellona, dei 6 mila posti disponibili ne vengono occupati 3252, di cui nove da tifosi juventini provenienti dall’Italia. “C’era grande curiosità di vedere all’opera la Juventus anche nel calcio femminile” ammettono i colleghi catalani in tribuna stampa, quando lo speaker dello stadio annuncia il dato degli spettatori. [+1 Juventus]
MEDIA. Al netto della grande attenzione offerta da Sky Sport per il doppio evento, con l’impeccabile telecronaca di Gaia Brunelli che è tra le voci più autorevoli del calcio femminile italiano, in Spagna le attenzioni sono obiettivamente superiori. Presenti più di una ventina di testate giornalistiche tra quotidiani, radio, tv e siti d’informazione sportiva. Alcuni giornali locali, collocano la notizia del grande evento a metà pagina con il Real Madrid di Zidane, subito dopo la doppia dedicata al Barca di Messi. [+1 Barcellona]
PROFESSIONISMO. Appare sempre più evidente che l’ultimo scatto necessario per consacrare definitivamente il calcio femminile in Italia è il riconoscimento della professione. Non ci sono strade alternative: le atlete del club catalano – cresciute tutte in una struttura di allenamento professionistica come quella che la Juve mette a disposizione delle sue ragazze dall’estate del 2017 – presentano naturalmente una marcia in più. Procrastinare il riconoscimento della professione alle calciatrici italiane è l’infortunio più brutto che possano patire al momento tanti talenti naturali che meritano rispetto. Anche in questo la Juve sta provando a mettercela tutta, ma non può fare da sola. [+1 Barcellona]
Sul campo, la doppia sfida finisce 4-1 per il Barcellona. Fuori dal campo 3-2. Che forse – rivedendo gli episodi e la meritevole prestazione delle Juventus Women – sarebbe stato il risultato più giusto.