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La Juventus Women si guarda allo specchio: in finale di Coppa ma non è la più bella del reame

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La Juventus Women si guarda allo specchio: in finale di Coppa ma non è la più bella del reame. Braghin fa mea culpa

La Juventus Women si guarda allo specchio e si scopre non più sola, non più pioniera, sicuramente non la più bella del reame. Persino i festeggiamenti per la finale di Coppa Italia appena conquistata passano in secondo piano rispetto alla severa, schietta analisi di Stefano Braghin dopo il palpitante successo sull’Inter. «Partite tirate come questa ci dicono che, negli anni, il nostro divario con le squadre italiane si è molto assottigliato» ammette l’architetto del progetto femminile di Juventus, per indole poco incline agli alibi. Si arriva presto al brusco ‘mea culpa’: «Merito senza dubbio del lavoro delle altre squadre, ma ci sono anche frenate ed errori di valutazione da parte nostra, di cui io ovviamente sono il primo responsabile. Perché, se ci hanno recuperato così tanto terreno, significa che abbiamo sbagliato qualcosa».

Parole che pesano come gli otto punti che la Juve deve rimontare alla Roma per prendersi uno campionato che probabilmente è andato. In casa bianconera quasi tutti sono convinti di essere ancora i più forti: viene rivendicato in maniera sistematica il doppio successo negli scontri diretti. Nella già citata intervista Braghin sostiene il contrario: «Sono molto più forti e credo solo loro possano perdere questo scudetto». Dice solo una mezza verità e gioca la carta della pressione psicologica che per ora ha sempre gravato sulla Juventus. Se la Juve ha una chance è quella che la Roma abbia un crollo mentale. Finalmente Madama può svestire l’abito da perpetua favorita e ballare la poule scudetto senza maschera e senza condanne. Le mani avanti per non sbattere i denti: l’unico imperativo è prendersi il secondo posto e i soldi della Champions.

Il bilancio di metà marzo si fa all’interno e si fa all’esterno delle mura di Vinovo. La Juve ha mancato la Supercoppa e perso punti in maniera inspiegabile, pure nel fortino casalingo. Il livello della Serie A si è alzato ed era quanto auspicato dallo stesso club bianconero per il bene del movimento. In Champions è stato fatto ancora una volta il massimo e questo spiega molto sulle priorità di uno spogliatoio che ha perso e ritrovato fame in maniera troppo nevrotica. Si è puntato il dito a ragione sulle alternative non all’altezza, poi sulle senatrici non sempre in grado di trascinare le compagne, non come in passato almeno. La sintesi molto efficace è di Montemurro: «Cuore e voglia devono esserci sempre. Non siamo 22-25 giocatrici individuali, siamo un gruppo unito. Voglio vedere che quando le cose non vanno bene qualcuno, o 2-3, si prende la responsabilità di andare avanti. Ci è mancato questo quando le cose non sono andate bene». Contro l’Inter lo ha fatto splendidamente Bonansea, da terzino.

Joe aveva Simon in panchina ma non la reputa pronta. Braghin a gennaio si è prodigato per cercare alternative all’altezza ed economiche: per ora vale solo la seconda. Il mercato sostenibile e di prospettiva è la nuova virtuosa strada, probabilmente non quello di cui aveva strettamente bisogno la Juve oggi. Ma la situazione attuale è che la Roma prende Losada con il budget con cui la Juventus ha fatto tutto il centrocampo. Gli errori veri, quelli di cui parla l’Head of Juventus Women, sono a monte nella pianificazione di una stagione già di per sé delicata. L’annata non è stata imbastita nel migliore dei modi, anche a livello di composizione della rosa. E poi gli infortuni, tantissimi, hanno sottolineato qualche pecca strutturale come evidenziatori fluo. Qualsiasi altro processo è da rimandare a giugno.

A quel punto sarà il momento di fare chiarezza su un futuro che al momento è solo parzialmente nitido. Sostenibilità e giovani saranno le parole chiave, con la conferma del budget attuale: l’obiettivo è mantenere massima la competitività e non rischiare il ridimensionamento. Roma, Milan e Inter continueranno a investire e per questo sarà necessario farsi trovare pronti. I nuovo vertici dirigenziali del club non hanno ancora parlato con Braghin di rinnovo del contratto in scadenza nel 2024 ma lo faranno presto. L’idea è quella di andare avanti con Montemurro, blindandolo il prima possibile: lo tentano le Nazionali, Australia e USA soprattutto, ma pure la Francia ci ha fatto un pensiero per il Mondiale. Joe alla Juve è a casa ma, terminata la stagione, vorrà aver chiaro focus e ambizioni del progetto. Lui comunque, allo specchio, si piace vestito di bianconero.

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