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Juventus Women frustrata: Montemurro non ha più due squadre

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Juventus Women frustrata: Montemurro non ha più due squadre. Il mercato di gennaio può regalare nuovi stimoli

Frustrazione. È quella di cui parla Linda Sembrant subito dopo Juve-Como. È quella di Cristiana Girelli: non segna da sei partite e per questo scalcia il terreno dopo il triplice fischio. È quella di Agnese Bonfantini che esce da Vinovo scura in volto e si sfoga con chi le è più vicino. È quella di Sofie Pedersen che viene a salutare personalmente i tifosi – lei buona e gentile di indole – ma che è tanto arrabbiata e si vede. È quella di Joe Montemurro che ripete più volte che no, non lo sa, cosa stia andando storto. La Juventus Women è bella di notte, si trova a suo agio sul red carpet dello Stadium quando scintillano le stelle della Champions League, ma questa nuova Serie A femminile ostica, quasi fastidiosamente livellata risulta pesantemente indigesta. La vittoria last second di Parma – in una gara sospettosamente simile a quella di ieri col Como – non ha rappresentato la svolta che doveva essere. I punti di ritardo dalla Roma sono diventati sei: le giallorosse in questo momento sono più squadra e più tante altre cose, ma diffidate da chi sostiene che il campionato sia un discorso archiviato. La poule scudetto non fa magie ma se non altro aiuta a crederci un po’ di più. Diciamo piuttosto, senza isterismi, che le prossime due giornate potrebbero svelare verità nefaste o, al contrario, fidenti.

La criticità più superficiale – quella che emerge e increspa ogni prima analisi – riconduce al problema del gol. La Juventus crea tanto e ultimamente conclude molto poco: Girelli è appannata e non ha una sostituta naturale, le esterne vivono dei loro alti e bassi, Caruso non sta dando lo straordinario contributo realizzativo a cui aveva abituato. Il secondo punto da sviscerare è quello della profondità della rosa: la Juventus Women non ha più due squadre. Montemurro dice che tutto l’organico è coinvolto e che tutte sono pronte a dare il massimo quando chiamate in causa. Viene anche da credergli, ma è evidente che quest’anno ci siano delle giocatici completamente fuori dal progetto tecnico: leggasi anche Lundorf e Zamanian. Della feroce involuzione di Bonfantini si è parlato in lungo e in largo, ma che dire della stagione sin qui impalpabile della ex trascinatrice Valentina Cernoia? Mentre la giovane Duljan ha bisogno di un po’ di tempo ed è giusto così. Metteteci poi i tantissimi infortuni e acciacchi che stanno minando la solidità di un gruppo: pure ieri fuori Nilden, Gunnarsdottir, Bonansea, Beerensteyn e Gama. Anche la costante assenza della capitana è un fardello con cui la Juve sta facendo i conti.

La coperta, per un motivo o per un altro, oggi sembra corta. E la Juventus femminile per la prima volta da quando è nata ha freddo. Il mercato di gennaio può tendere la mano a un gruppo che si è sempre ritrovato partendo dall’interno ma che forse questa volta più che mai ha bisogno di un aiuto dall’esterno. Per trovare nuove soluzioni, e forse anche nuovi stimoli.

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