Kean a Dazn: «Allegri il mio papà sportivo, non sono stato facile da gestire. Mio figlio e non solo: vi racconto tutto»
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Kean a Dazn: «Allegri il mio papà sportivo, non sono stato facile da gestire. Mio figlio e non solo: vi racconto tutto»

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Moise Kean si racconta in una lunga intervista rilasciata a Dazn: ecco le dichiarazioni dell’attaccante della Juventus

Moise Kean, attaccante della Juventus, si è così raccotato a Dazn Heroes.

LA CARRIERA – «Sono uscito di casa a 13 anni per andare a vivere nel convitto della Juventus perché nessuno mi poteva portare agli allenamenti. Ho lasciato Asti e una vita da palazzoni: tutti i giorni andavo a giocare, stavo per strada con gli amici, a scuola ci andavo perché mia mamma mi obbligava. Non sono stato facile da gestire, anche parlando con gli altri, un’infanzia molto diversa dalla mia. Altri ragazzi magari a Natale andavano in vacanza con le famiglie, noi con niente ci adattavamo».

MOISE PADRE – «Mi sono svegliato quattro volte stanotte, dormo pochissimo. Si chiama Marley, è nato quattro mesi fa e ho un tatuaggio per lui. Mi sono cambiate tante cose, prima di agire ci pensi 20 volte, ma è successo dalla prima volta che l’ho preso in braccio. Perché non lo sapeva nessuno? Non lo so, non mi piace dire le mie cose in giro, ci tengo alla mia vita privata. Non lo sapeva nessuno fino a quando ero andato in ospedale perchè non c’ero. Erano scioccati».

PSG – «Lì mi sono sentito a casa, i miei parenti abitano lì e mi facevano sentire a casa. Ho incontrato Neymar e Mbappé che mi hanno aiutato tantissimo, mi spiegavano com’è giocare con loro, abbiamo anche cenato insieme. Mi facevano sentire grande».

ERRORI CON L’UNDER 21 –«Ero con Zaniolo, lui metteva musica ad alto volume, stavamo giocano alla play ma alle 11 c’era la riunione. Alle 10 e 58 eravamo ancora lì, abbiamo aspettato un sacco di tempo l’ascensore e siamo arrivati alle 11:05. Mister Di Biagio si è rivolto a noi così: «Allora? Non va bene”. E io: «Mi scusi mister, siamo arrivati in ritardo”. Mi sono scusato con la squadra. mentre a Nicolò faceva ridere la cosa. Allora lo guardavo e gli dicevo: “Ma che c…. ridi?’».

ALLEGRI – «Abbiamo un ottimo rapporto, mi ha fatto capire quando facevo cavolate e quando facevo bene. Per me è un papà sportivo, a volte litighiamo ancora ma alla fine ci vogliamo bene, anche se non ce lo diciamo».

MIRETTI E FAGIOLI – «Miretti lo conosco da quando una volta mi avevano messo in punizione mi avevano fatto allenare con i più piccoli e c’era lui. Di Fagioli ne parlavano tutti bene, mi fermai a guardare una partita dell’Under 21 e dissi: “Questo è veramente bravo”. Avrà tempo per farvelo vedere».

NICOLUSSI CAVIGLIA – «Hans è un po’ il mio gemello, mi conosce più di tutti qua dentro. Prima che io dica qualche cavolata mi dice di non dirla, mi conosce troppo bene, è la mia guida. Quando non capisco qualcosa chiedo ancora a lui una mano. Anche gli esercizi che magari non ho capito, per me è speciale il rapporto che abbiamo. E’ molto aperto anche se ascolta la musica peggiore».

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