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Koulibaly: «Scudetto? Era difficile giocando sempre dopo la Juve»
Il centrale del Napoli si racconta in una interessante e colorita intervista. Le parole di Kalidou Koulibaly anche in chiave Juventus
L’uomo della speranza scudetto. Kalidou Koulibaly, roccioso centrale del Napoli, in una bella intervista a So Foot ha rivelato diversi retroscena sul suo approdo alla squadra partenopea e sul rapporto con Maurizio Sarri. Senza dimenticare di parlare di Juventus. Le sue parole.
SARRI – «All’inizio Sarri non mi calcolava. Gli chiesi di essere ceduto, ma il club si oppose. Poi iniziò a farmi giocare. E pur di non uscire dai titolari giocavo anche se ero sfinito. Sarri mi ha trasmesso un’altra visione del calcio. Certi allenamenti senza opposizione erano da pazzi».
L’ARRIVO CON BENITEZ – «Gli riattaccai in faccia due volte, pensavo fosse uno scherzo. Al ristorante mi diede una lezione con bicchieri e forchette al posto di difensori e attaccanti. E mi chiedeva come mi sarei mosso. In quindici minuti ho imparato un sacco di cose. De Laurentiis voleva uno sconto perché ero dieci centimetri più basso di quanto aveva letto su Internet».
SCUDETTO – «L’abbiamo perso contro squadre che avremmo dovuto battere: Sassuolo, Milan, Chievo. Anche se giocare sempre dopo la Juve non è stato facile, perché questo influisce sulla pressione per il risultato. Capisco che fossero in Champions, ma ad un certo punto sono usciti ed è stata dura psicologicamente. Non mi ricordo più cos’è successo dopo il gol contro di loro. Per me è importante restituire l’affetto della gente. La maglia a Maradona? Non ci credevo, ma poi mi ha inviato una foto e l’ho pure incontrato».