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Kulusevski, 7 motivi per credere in lui: studia da De Bruyne col mito di Nedved
Il finale di stagione di Dejan Kulusevski ha acceso la fantasia dei tifosi: giusto credere in lui? 7 motivi che spingono a farlo
Si conclude la stagione della Juventus con l’obiettivo minimo centrato per il rotto della cuffia: il successo contro il Bologna per 1-4 regala la Champions ai bianconeri che approfittano del pareggio casalingo del Napoli contro il Verona con le reti di Rrahmani e Faraoni. Un finale in crescendo per la Juve che dopo la contestatissima vittoria contro l’Inter, ha conquistato l’Emilia Romagna prima vincendo in finale di Coppa Italia contro l’Atalanta e poi raggiungendo il quarto posto contro il Bologna. L’aria emiliana sembra aver fatto bene a chi l’ha respirata per un anno, ovvero Dejan Kulusevski.
Lo svedese ha sfoderato due prestazioni da urlo nelle gare cruciali della stagione: gol e gara sopraffina tatticamente in finale di Coppa Italia, semplicemente incontenibile contro il Bologna. I dubbi di metà stagione sono dipanati: per l’investimento fatto, per il valore del giocatore, per la prospettiva, bisogna credere in Kulusevski.
RENDIMENTO IN CRESCENDO – 47, 7 e 7. No, non sono i numeri di Stephen Curry in gara 3 delle Finals 2019 tra Toronto Raptors e Golden State Warriors (a cui mancherebbe in realtà un rimbalzo). I numeri elencati evidenziano le statistiche di questa stagione di Kulusevski alla Juventus: 47 gare giocate, 7 gol e 7 assist tra Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Champions League. Dopo una flessione a metà stagione, in cui sembrava sparito dai radar, Kulusevski è tornato con forza nelle gerarchie di Pirlo alternandosi tra il ruolo di seconda punta (con compiti di disturbo per il costruttore di gioco avversario) e esterno di destra.
DE BRUYNE – Lo svedese lo ha confermato nell’intervsta post partita a DAZN contro il Parma: «È un giocatore fortissimo. Voglio assolutamente diventare come De Bruyne. È vero che lui parte basso e fa gol e assist. Guardo lui e tanti altri, ma è un esempio sicuramente». E il suo ruolo alla Juventus potrebbe diventare anche quello: partire da posizione più avanzata per poi stabilizzarsi sulla mediana in posizione di mezzala, sfruttando la grande capacità di corsa. Un modello non banale, uno dei migliori calciatori di questa stagione, se non proprio il migliore.
RONALDO – «Cristiano è fantastico, sono molto fortunato, posso imparare da lui e giocare con lui. È molto simpatico, abbiamo parlato tanto, è come benzina e mi aiuta solo a far meglio. Sono fortunato e spero di aiutarlo». Cristiano Ronaldo è uno dei calciatori più divisivi di questi ultimi anni: non piace a tutti ma segna (quasi) sempre, in virtù di un lavoro maniacale e ai limiti dell’ossessione. Dejan Kulusevski, tralasciando le qualità tecniche diverse e i cosiddetti intangibles che non si possono insegnare, può prendere il meglio da un campione che ha segnato un’era del calcio moderno, a braccetto con Lionel Messi.
NEDVED – E se vuole restare alla Juventus, quale miglior mito da inseguire di Pavel Nedved? Il calciatore Nedved è stato uno dei più impattanti in Serie A: iconico il Pallone d’Oro 2003, ma c’è molto altro. La corsa, il mettersi al servizio dei compagni, la duttilità (Nedved ha giocato esterno, trequartista e anche mediano nel 4-4-2 di Ranieri) sono qualità che si rivedono in Kulusevski che imbarazzato dal paragone disse: «Il paragone con Nedved mi lusinga. Oltre ad averlo conosciuto di persona, ho visto alcuni dvd su di lui: era davvero forte. Forse un po’ gli somiglio nella facilità di corsa abbinata alla tecnica»
RAPPORTO CON DYBALA – La svolta della Juve nelle ultime gare viene da destra a sinistra: Kulusevski e Dybala, con i loro movimenti a rientrare, hanno sconquassato la difesa del Bologna e dialogato come non mai. Pirlo (o chi per lui) potrà ripartire dalla loro intesa in campo? Forse sì, almeno per quanto fatto vedere ieri sera: due con il loro bagaglio tecnico, uniti alla straripante foga di Chiesa, non possono essere esclusi se si vuole ripartire per davvero.
PUÒ ANCORA MIGLIORARE – Dalla Sampdoria al Bologna, dalla prima rete in bianconero, il primo gol dell’era Pirlo alla splendida prestazione al Dall’Ara. Montagne russe per lo svedese che ha saputo riportare in discesa il suo carretto nel finale di stagione. Dove può migliorare? In tantissime cose. Nella postura in campo, sicuramente, nella continuità, nell’essere concentrato sempre al 100% e nella varietà del suo gioco. Si imputa sempre a Kulusevski di abusare della finta a rientrare e del sinistro morbido: poche volte colpisce di potenza, pochissime utilizza il destro o sceglie soluzioni alternative. La brutta notizia dunque è per gli avversari: se migliora ancora, il classe 2000 può fare davvero cose strabilianti.
UNICUM NELLA STORIA DELLA JUVE – Un unicum, sì, ma frutto dei tempi. La Vecchia Signora ha puntato sempre su uno stile “classico” anche nella scelta dei numeri di maglia: nessuno ha mai stravolto questa convenzione, forse solo Buffon con il numero 77. Kulusevski però ha voluto portare quello che ormai è un brand anche sulle strisce bianconere: il 44 campeggia fiero sulle sue spalle e la riconoscibilità, l’autenticità della sua scelta, fanno sì che possa attuare una piccolissima rivoluzione anche nel brand Juventus, morbida come il sinistro liftato da cui è partito tutto lo scorso 20 settembre in Juve-Sampdoria.