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LAVAGNA TATTICA – Arthur dà ordine alla Juve: perché il brasiliano è sempre più importante

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Pur in una gara difensiva, si è vista l’importanza di Arthur nella Juve. Il brasiliano ha dato ordine alla manovra

Morata in chiaroscuro

Ieri abbiamo scritto della grande prestazione difensiva della Juve contro la Roma: nonostante i giallorossi abbiano tenuto palla, non sono riusciti a rendersi pericolosi. D’altronde, Pirlo ha proprio detto che lo scopo era quello di aspettarli in basso per approfittare dei (parecchi) spazi che i giallorossi concedono in transizione.

Se la fase di non possesso è stata pressoché impeccabile, va detto che i bianconeri non sono riusciti ad approfittare nel migliore dei modi dell’altezza della linea difensiva romanista. Appena 3 tiri totali per i padroni di casa, con 0.25 Expected Goals (anche se non è contato l’autogol di Ibanez: se il difensore non fosse intervenuto, Ronaldo avrebbe di sicuro segnato il raddoppio). Il cinismo del portoghese ha fatto la differenza in una partita dove la fase di possesso non sempre ha funzionato al meglio.

Nel primo tempo, i bianconeri cercavano di arrivare velocemente in porta, sfruttando la verticalità di Morata. Il problema è che la Juve è stata troppa diretta, non è riuscita a muovere con pazienza le linee rivali per creare situazioni di palla scoperta. Abbiamo visto tanti lanci per Morata che però hanno portato a poco: spesso isolato, lo spagnolo ha patito i marcatori rivali, non è riuscito a fare risalire la squadra.

juve roma morata perde palla juve roma morata perde palla 2

Chiesa, Rabiot e McKennie potevano esaltarsi nel molti varchi concessi dalla Roma, ma non sono praticamente mai stati lanciati in profondità, a causa di un baricentro molto basso da parte dei padroni di casa. Il contropressing giallorosso ha funzionato abbastanza bene, bloccando i tentativi di risalita dei bianconeri.

Arthur si prende la Juve

Nel secondo tempo, la Juve ha tenuto per più tempo il pallone (totalizzando un possesso palla più elevato nei secondi 45′). Con l’intensità della Roma che è calata, è salito di livello Arthur, che ha di fatto guidato la manovra dei bianconeri. Grazie alla sua pulizia tecnica e al suo continuo smarcamento, la Juve è riuscita a consolidare il possesso e a risalire palla a terra, manomettendo il pressing giallorosso. Ancora una volta, l’ex Barcellona ha dimostrato grande sicurezza nella gestione della palla, grazie a una protezione sublime: per gli avversari, era quasi impossibile recuperare il possesso. Proprio da uno suo spunto, nella prima frazione, è nata l’azione che ha portato alla traversa di Ronaldo.

juve roma secondo tempo arthur 2 juve roma secondo tempo arthur

Nelle slide sopra, vediamo due situazioni che fotografano il suo repertorio. Nella prima, arretra molto la proprio posizione, attirando su di sé Karsdorp, per poi servire Alex Sandro grazie a una giocata eccezionale: grazie ad Arthur, la Juve trova l’uomo libero e supera la pressione rivale. Nella seconda azione, combina bene con McKennie e si smarca bene alle spalle delle punte rivali: il suo costante movimento consente ai compagni di fornire sempre soluzioni di passaggio. Uno dei motivi per cui Arthur è sempre uno dei giocatori della Juve con più tocchi.

Un palleggio elaborato

Va insomma rilevato come, nonostante quella dei bianconeri sia stata soprattutto una prova difensiva, si sia comunque sempre provato a costruire dal basso in modo elaborato. L’azione del secondo gol ne è un esempio: la palla gira bene, con velocità e continue rotazioni tra i giocatori. La manovra è fluida, con i terzini che entrano dentro al campo per creare confusione nel pressing rivale. In tal modo, la Juve non dà punti di riferimento alla Roma.

juve roma secondo gol

Come si vede nella slide sopra, la a palla arriva infine a Bonucci che, su una situazione di palla scoperta, può lanciare per le punte. Da notare la posizione di Danilo, che – come spesso avviene – si stringe parecchio dentro al campo.

Insomma, è vero che il segreto della vittoria di sabato sia stata soprattutto l’attenzione difensiva, ma la definizione di “partita allegriana”. Seppur in un match di sacrificio senza palla e baricentro basso, la Juve non si è snaturata dai suoi principi. Questo è un segnale incoraggiante in vista del resto della stagione.

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