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LAVAGNA TATTICA – Bernardeschi sbaglia: cosa ha sofferto la Juve a Cagliari
Nel secondo tempo di Cagliari, la Juve ha sofferto molto senza palla. Decisivo l’errore di Bernardeschi nel gol di Simeone
Il calo nella ripresa
Negli scorsi giorni, abbiamo scritto su come la Juve ha messo in crisi il Cagliari di Semplici. Dopo il primo gol di Ronaldo, i sardi si sono disuniti molto nel tentativo di pareggiare il prima possibile. Hanno attaccato in modo scriteriato e confuso, allungandosi parecchio. Di conseguenza, su ogni palla persa, concedeva ripartenze pericolose ai bianconeri. La Juve, senza neanche doversi impegnare più di tanto, ha potuto così seminare il panico in campo aperto.
Dopo un primo tempo pressoché a senso unico, i bianconeri sono però calati parecchio nella ripresa, abbassandosi parecchio. Basti pensare che, degli 0.66 Expected Goals totali del Cagliari, ben 0.63 sono arrivati nei secondi 45′ di gioco. I padroni di casa hanno acquisito sia supremazia territoriale che pericolosità, con la Juve che è parsa a corto di idee ed energie. L’intensità del Cagliari ha acquisito ulteriore vigore dopo il gol di Simeone, i sardi hanno sfiorato diverse volte la seconda rete, che avrebbe clamorosamente riaperto il match.
Se nella prima frazione la Juve riusciva ad arrivare facilmente nella trequarti rivale, nel secondo tempo la Juve ha faticato molto di più nel consolidare il possesso. Il pressing del Cagliari è stato sempre più efficace, con i bianconeri – statici e lenti – in difficoltà nell’uscire da dietro.
Vediamo un esempio nella slide sopra, in cui il Cagliari – con un pressing fortemente orientato sull’uomo – è molto compatto in zona palla. Nainggolan induce all’errore di Danilo, il Cagliari recupera quindi palla in avanti e schiaccia i bianconeri.
Difficoltà dietro
Oltre alle difficoltà nel palleggiare dal basso, in generale la difesa di posizione della Juve è stata tutt’altro che irreprensibile. Il Cagliari ha generato diverse situazioni pericolose, con le linee bianconere che non sono certo state compatte e inscalfibili. D’altronde, non siamo più negli anni della BBC, in cui la Juve si esaltava nell’aspettare in basso gli avversari.
Il gol di Simeone esprime molto della scarsa compattezza della squadra. In un’azione che sembra bloccata e prevedibile, la Juve si fa colpevolmente perforare sul proprio lato sinistro: Bernardeschi si fa infatti infilare alle spalle da Zappa, che va al cross. Questa giocata prende in totale controtempo tutta la squadra, che non si aspettava che il Cagliari sfondasse.
Come si vede nella slide sopra, c’è un buco troppo ampio tra difesa e centrocampo. I mediani della Juve non sono abbastanza reattivi nel leggere la situazione e scappare all’indietro con i tempi giusti. Simeone, che si muove intelligentemente in quello spazio, trova così il gol. L’errore di Bernardeschi genera quindi una reazione a catena che provoca la rete del Cholito.
Se sul 3-0 una distrazione di questo tipo può anche essere contemplabile, appare molto meno giustificabile l’azione in cui Gaston Pereiro sfiora la rete che avrebbe clamorosamente riaperto il match. Anche qui, in modo simile con il primo gol, si forma un buco grosso tra il centrale di sinistra (Bonucci) e il terzino (Frabotta).
Il centrocampo della Juve non riesce a schermare Cerri: la punta del Cagliari riceve così al centro dell’attacco e allarga su Pereiro a rimorchio. Come si vede, con Frabotta fuori posizione, Bonucci si trova a metà strada tra Pereiro e Cerri. Il Cagliari sfonda così centralmente e riesce a costruire una netta occasione da gol. Anche in questo caso, la Juve si fa bucare con troppa facilità.
Insomma, nonostante un grande primo tempo, i bianconeri non hanno chiuso bene il match. Oltre ad abbassarsi troppo, hanno dato costante sensazione di fragilità, con scarsa intensità e reattiva. Con un po’ più di fortuna, il Cagliari avrebbe potuto riaprire il match.