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LAVAGNA TATTICA – Chiesa è imprendibile in ripartenza: come la Juve ha punito il Cagliari

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Chiesa imprendibile in ripartenze in Cagliari Juve. Con lui i bianconeri hanno punito gli avversari – LAVAGNA TATTICA

La Juve sfonda in ripartenza

Grazie a un primo tempo approcciato molto bene, la Juve ottiene 3 punti fondamentali in Cagliari e reagisce prontamente alla bruciante eliminazione di Champions League. Certo, non tutto ha funzionato al meglio alla Sardegna Arena, soprattutto in un secondo tempo dove i bianconeri sono stati oltremodo passivi. Con un po’ di cinismo in più sottoporta, il Cagliari avrebbe anche potuto clamorosamente riaprire la partita. I 3 gol maturati nel primo tempo hanno però fatto la differenza, merito del buon piglio con cui i campioni d’Italia hanno approcciato il match.

La rete in avvio di Ronaldo è stato uno spartiacque decisivo che ha messo la partita in discesa. Il Cagliari non ha reagito bene allo svantaggio, ha anzi fatto il gioco dei rivali. I sardi sono stati troppo frenetici nel tentativo di pareggiare il prima possibile. Si sono riversati con tanti uomini nella trequarti rivale, erano tanto alti quanto lunghi e disordinati. Di conseguenza, su ogni palla persa la Juventus poteva attaccare in campo aperto. Per tutta la gara, anche nei momenti più negativi, i bianconeri hanno usufruito di ripartenze molto pericolose.

Chiesa è decisivo

Chi si è esaltato in questo contesto è stato soprattutto Federico Chiesa che, soprattutto nel primo tempo, ha seminato il panico su distanze ampie. Da lui sono nate alcune delle azioni più importanti del match, come per esempio l’assist per Ronaldo o il passaggio per Morata nell’occasionissima divorata dallo spagnolo. Se in fase di possesso l’ex Fiorentina era solito ricoprire una posizione molto larga a sinistra, al contrario nelle ripartenze partiva spesso da una zona più stretta. Lo abbiamo quindi visto diverse volte dentro al campo, tra le linee.

. cagliari juve ripartenza chiesa

 

cagliair juve secondo tempo chiesa

Qui due dei molti esempi.

Le transizioni avvenivano solitamente sul suo lato perché il Cagliari palleggiava molto sul proprio lato destro, soprattutto con un Ceppitelli (terzo di difesa) che alzava parecchio la propria posizione. Di conseguenza, quando i sardi perdevano palla, c’erano praterie su quel lato. Così è arrivato per esempio il terzo gol di Ronaldo. Dopo un cross ribattuto dalla Juve, la palla (alta) è arrivata a Morata, su cui ha accorciato Ceppitelli: la sponda aerea dello spagnolo ha però lanciato Chiesa in campo aperto. Dalla progressione dell’italiano è poi arrivata la terza rete del portoghese.

 

cagliari juve ripartenza chiesa 2 gol

Nella slide sopra, vediamo come nasce il terzo gol. Da notare come il Cagliari sia alto con tantissimi giocatori sopra la linea della palla. La Juve ne approfitta nel migliore dei modi, con la sponda aerei di Morata che consente a Chiesa di partire in velocità.

Insomma, la Juve non doveva impegnarsi particolarmente per creare nette occasioni da gol. I molti errori tecnici dei padroni di casa generavano costanti attacchi in campo aperto.

cagliari juve ripartenza chiesa 3

Qui un errore di Ceppitelli genera l’ennesima ripartenza su cui la Juve è addirittura in superiorità numerica.

Avere sbloccato subito la gara ha così consentito alla Juve di abbassarsi per poi attaccare sul lungo, approfittando dei molti spazi concessi dal Cagliair.

Le difficoltà di Morata

Oltre a Chiesa, anche Rabiot si è distinto per ottimi break e inserimenti. Il francese ha agito da mezzala sinistra (e non da mediano), posizione che gli consente di sfruttare bene le sue qualità nell’aggressione degli spazi.

Chi invece ha deluso sono stati Kulusevski e Morata, i quali hanno disputato una prova costellata da errori tecnici. Soprattutto lo spagnolo ha vanificato parecchi attacchi in campo aperto, sprecando situazioni vantaggiose.

cagliari juve secondo tempo morata cagliari juve morata 1

Nelle slide sopra, vediamo i due esempi più eclatanti.

Insomma, nonostante la vittoria, ci sono diverse cose da risolvere per Pirlo. Oltre alla sensazione di costante fragilità nel secondo tempo, non sempre i bianconeri hanno gestito nel migliore dei modi le varie transizioni in campo aperto.

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