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LAVAGNA TATTICA – Come Allegri ha ingabbiato Lukaku e Tuchel
La Juve di Allegri ha ingabbiato i campioni d’Europa con una super prova difensiva. De Ligt, Chiellini e Locatelli monumentali su Lukaku
Una partita attendista
Sabato scorso, il Chelsea ha perso in casa per 1-0 contro un Manchester City che quasi non ha fatto vedere palla ai blues, schiacciandoli nella propria trequarti. All’Allianz Stadium, la squadra di Tuchel ha affrontato un avversario diametralmente opposto: la Juve di Allegri ha quasi rinunciato al pressing offensivo, scegliendo di impostare un partita molto “italiana”. Prolungate fasi di difesa posizionale con un blocco basso, lasciando il possesso palla agli avversari (73% a fine gara) e attaccando con rapide transizioni. Determinante la posizione di un Chiesa che, schierato da punta, riceveva palla in posizioni piuttosto centrali del campo e seminava il panico in ripartenza.
Una gara diversissima rispetto a quella di sabato ma ugualmente inefficace per il Chelsea, che ha perso ancora una volta per 1-0 e ha creato pochissimo negli ultimi metri. La Juventus si è esaltata nello stare così in basso, trovando quella “gioia di difendere” alla quale si erano riferiti Chiellini e Allegri nelle interviste del pre partita. Insomma, sotto molti aspetti, sembrava una gara della Juve europea del ciclo 2014-2019, seppur la rosa sia molto diversa. Proprio questo è l’aspetto più rilevante di ieri. In questa stagione, i momenti di maggiore fragilità della Juve avvenivano quando i bianconeri si difendevano con un blocco basso (cosa che succedeva troppo presto). Si concedeva tanto e non si arrivava più nella trequarti rivale, con la squadra che soffriva questo atteggiamento. Basti pensare al secondo tempo contro il Milan, ma gli esempi sono parecchi. Ieri, invece, è avvenuto l’esatto contrario. C’era la sensazione che – per quanto tenesse palla – il Chelsea potesse non segnare mai (anche se nel finale Lukaku e Havertz hanno avuto l’occasione per il pareggio).
Bloccare Lukaku
Per la verità, a inizio gara i padroni di casa soffrivano molto sul proprio lato destro, con Ziyech che si infilava alle spalle di Danilo. Correttamente, abbassando Cuadrado, Allegri è passato a una linea a 5 che ha coperto molto bene gli spazi. L’ibrido 5-3-2/4-4-2 ha dato prova di grande solidità, coprendo alla perfezione sia l’area che la trequarti. Il Chelsea sembrava lontano parente della squadra vincitrice della Champions, con un palleggio troppo orizzontale e prevedibile, che spesso si concludeva con cross scontati verso un’area attaccata male (36 cross a fine partita).
Una delle molte situazioni in cui la Juve, bassa e stretta, blocca bene il centro del campo, costringendo il Chelsea ad andare in fascia. Da notare come i blues siano troppo stretti e statici, con poco movimento senza palla per disordinare la struttura rivale.
La Juve si muoveva bene senza palla, con il grande merito di bloccare le ricezioni verso Lukaku nel migliore dei modi. De Ligt e Bonucci hanno fatto un partitone su di lui, gli erano sempre attaccati (l’olandese a volte doveva invece accorciare su Havertz). Va sottolineato lo strepitoso lavoro del centrocampo, che schermava molto bene le punte: centrocampisti e difensori del Chelsea faticavano a servire gli attaccanti. Particolarmente positiva è stata la prestazione di Locatelli. L’ex Sassuolo, abituato a un calcio di possesso, ha giocato una gara con compiti e situazioni diametralmente opposti rispetto a quelli a cui è abituato. Eppure è stato encomiabile senza palla, supportando nel migliore dei modi la difesa e facendo costantemente da schermo. Per l’ex Sassuolo, 4 intercetti e 4 tackle vinti (record di palle recuperate), con in più un tiro ribattuto all’84’ su Kovacic. Oltre che attento nel posizionamento, è stato feroce e aggressivo nei contrasti e negli interventi difensivi.
Due situazioni in cui la Juve impedisce al Chelsea di verticalizzare centralmente per le punte, costringendo gli ospiti ad andare in fascia.
Anche per merito di Locatelli, il Chelsea non ha quasi mai sfondato tra le linee, è stato anzi costretto ad allargare in continuazione il gioco in fascia. Nelle rare volte in cui il Chelsea innescava Lukaku e compagni in situazioni potenzialmente pericolose, la Juve era però reattiva ed aggressiva. De Ligt, Bonucci e Locatelli formavano una gabbia nei pressi di Lukaku, con tiri ribattuti e palle recuperate. Il belga era sempre circondato da maglie rivali.
Due esempi qui. Il Chelsea trova Lukaku e Havertz, che però sono circondati da maglie rivali. Oltre ai difensori, anche Locatelli e centrocampisti ripiegano bene.
Cosa è mancato al Chelsea
Senza Mason Mount, il gioco interno dei blues è stato inefficace: abbiamo visto tanti errori tecnici (soprattutto con Kovacic) che hanno generato ripartenze pericolose. Sembra quasi che la presenza di Lukaku, tipo di calciatore che mancava l’anno scorso, abbia impigrito il palleggio dei londinesi, che non sono stati abbastanza abili nel cercare altre situazioni. Il belga, piuttosto statico e circondato da maglie bianconere, è stato forse il più grande flop della serata. I tiri di Rudiger dalla distanza, che arrivavano quasi per esasperazione, fotografano bene la mancanza di idee di un Chelsea assai deludente, che non ha quasi mai innescato i propri calciatori di estro. Quando mancavano spazi centrali (cioè quasi sempre) e i blues allargavano in fascia, spesso l’esterno era isolato contro quinto e mezzala della Juve, senza che nessun compagno si smarcasse per supportarlo. Inoltre, la presenza di 3 centrali difensivi “puri” non aiutava l’imprevedibilità offensiva del Chelsea, che a tratti sono parsi regalare un uomo agli avversari. Facendo paragoni con il calcio nostrano, c’era bisogno di un Toloi che si buttasse dentro e aggredisse gli spazi, per creare incertezze tra le maglie rivali.
Non possiamo sapere se la partita di ieri sia una svolta per la stagione della Juve. Quel che è certo è che, in una situazione molto difficile, la Vecchia Signora ha saputo tirare fuori una prestazione agonistica di alto livello, con una compattezza che ancora non avevamo visto. Una piano gara forse “umile”, ma che ha neutralizzato la pericolosità offensiva dei campioni d’Europa. E’ indubbio che, per evolversi, la Juventus debba migliorare nella gestione e nella qualità del possesso (Locatelli non può fare appena 24 passaggi in una partita). Non si potrà giocare sempre in un modo così attendista e rinuncitaario. Prima di tutto, perché farlo costantemente non è nelle corde della rosa: e poi perché in Serie A gli avversari spesso lasciano il pallone ai bianconeri, i quali devono fare la partita. Non è quindi sempre possibile (o efficace) replicare il piano gara visto contro il Chelsea, perché il contesto cambia.
Come ha sottolineato Chiellini martedì sera, difendersi sempre così è stancante, perché basta una minima disattenzione e si compromette il risultato. La Juventus deve quindi migliorare nel palleggio, nell’attaccare una difesa schierata e nella costanza all’interno dei 90′. Era però importante uscire da un momento difficile con una partita di questo livello. Per la prima volta in stagione, la Juve non è parsa fragile. E questo è un enorme passo in avanti.