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LAVAGNA TATTICA – De Ligt è un muro: la Juve è impenetrabile al Camp Nou
De Ligt e la Juve hanno disputato una gara di grande attenzione difensiva al Camp Nou. I bianconeri erano sempre corti e impenetrabili
Difesa di posizione
Come abbiamo scritto ieri, possiamo dividere in due fasi la partita del Camp Nou. Nella prima mezz’ora, la Juve è stata alta e propositiva, palleggiando con grande qualità e creando costantemente occasioni da gol. Nell’ora finale, i bianconeri hanno abbassato molto la linea, difendendosi più di posizione e con un baricentro arretrato. Gli ospiti sono però riusciti a reggere grazie a una prova di grande concentrazione: un segnale forte dopo le ultime parole di Pirlo post Benevento, in cui criticava l’attitudine mentale della squadra.
Oltre alle difficoltà nel pressing alto, fin qui la Juve era davvero passiva anche quando si difendeva più in basso. Pirlo si era spesso lamentato della lentezza nello scivolare in fascia, con i bianconeri che pativano le pene dell’inferno su ogni cambio di campo. Inoltre, i mediani facevano poco filtro, di conseguenza la retroguardia subiva spesso gli inserimenti dei centrocampisti avversari.
L’attenzione di Ramsey e Sandro
Al Camp Nou, la Juve è invece stata estremamente corta. Basti pensare a come nasce la ripartenza che porta al primo rigore di Ronaldo: il Barcellona prova a palleggiare a destra con Dest e Trincao, ma Ramsey e Sandro (con Arthur in supporto) sono attenti su di loro. Il Barcellona, in inferiorità numerica, perde palla contro una Juve sia coperta che aggressiva.
Si vede qui.
Per tutta la partita, la Juve è stata attenta negli scivolamenti laterali, soprattutto sulla propria fascia sinistra: Ramsey e Sandro hanno fatto una partita di grande attenzione, come dimostrano i 9 intercetti e i 7 tackle complessivi tra i due. Se la sono cavata benissimo contro Trincao e Dest, con i catalani che non riuscivano mai a sfondare a destra. I raddoppi erano sempre precisi, la Juve riusciva sempre a leggere bene le rotazioni avversari.
Qui Alex Sandro esce per andare su Dest, con Ramsey che insegue Trincao dentro l’area, coprendo così lo spazio lasciato libero dal compagno.
La generosità di Morata e Ronaldo
Paradossalmente, sono le punte che ben fotografano la grande prestazione difensiva da parte di tutta la squadra. Con le linee sempre corte e compatte, abbiamo visto diverse volte Ronaldo e Morata tornare indietro vicinissimi alla propria area di rigore. Hanno così aiutato ottimamente i propri compagni di squadra, recuperando anche diversi palloni (ben 5 nel caso del portoghese). Da tempo non vedevamo Cristiano Ronaldo sacrificarsi così tanto senza palla.
Qui Ronaldo si abbassa addirittura a fianco a McKennie.
Le situazioni più pericolose, la Juve le ha patite sul proprio lato destro. Se, come detto, a sinistra Ramsey e Sandro hanno fatto un lavorone su Dest e Trincao, la spinta di Jordi Alba a destra ha dato molti più problemi.
Con la Juve spesso stretta, l’esterno spagnolo ha avuto campo in ampiezza, con Messi e Pedri (soprattutto il primo) che sono riusciti a innescarlo diverse volte. L’occasione forse più grande dei blaugrana proviene da un pattern tipico: Messi allarga per Jordi Alba e si butta poi subito dentro, per raccogliere la palla a rimorchio del compagno.
Si vede qui.
Per fortuna di Pirlo, la Pulce è stata più imprecisa del solito in fase di finalizzazione. L’assenza di una vera prima punta ha consentito a Bonucci e De Ligt di coprire ottimamente il centro dell’area, con il Barcellona che non riusciva così a sfruttare la supremazia territoriale.
I catalani sono dipesi, ancora una volta da Leo Messi: pur in una gara disastrosa, sono riusciti a farlo tirare diverse volte da situazioni insidiose. L’argentino non ha però affondato, con Buffon che se l’è cavata.
Nel secondo tempo, Pirlo è poi passato in pianta stabile a un 5-3-2 che ha ben coperto la propria trequarti (Cuadrado agiva da quinto). Insomma, al Camp Nou abbiamo visto una Juve convincente in tutte le situazioni: propositiva e fluida in fase di possesso, estremamente solida e reattiva nella difesa statica. Esattamente la partita che ci voleva dopo un inizio di stagione complicato.
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